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l'OspiteL'Inchiesta: diario di bordo 1
21/06/2005

Da oggi comincia un "diario di bordo" dell'Inchiesta (con la I maiuscola).
 
Con un'avvertenza, anzi due, anzi tre, proprio perché mi voglio rovinare.
 
La prima: per parlare con una qualche cognizione di causa di un processo penale, bisognerebbe conoscerne gli atti, il che non è, almeno non ora e non qui.
 
Di conseguenza, tutto quanto leggerete di qui in avanti è il frutto di indiscrezioni, deduzioni logiche elaborate sulla base dell'esperienza, alle volte oroscopi o giù di lì.
 
La preghiera è pertanto quella di prendere il tutto con il dovuto beneficio di inventario e di essere clementi con gli inevitabili errori nei quali ci si andrà ad imbattere di qui in poi.
 
La seconda: ammesso che la cosa possa interessare a qualcuno, non abbiatevene a male, se preferisco mantenere l'anonimato.  L'uso di un nom de plume mi evita l'accusa di cercare facile pubblicità e mi permette di muovermi più agile ed impertinente.  Diciamo che sono uno che può avere una qualche idea di come funziona un processo penale e che - se proprio ci tenete - potete chiamarmi Golo, Golo profondo.
 
La terza: il diritto - ed è il suo bello - non è una scienza esatta o, per lo meno, non lo è al di là di certi limiti. Non posso quindi che invitare il lettore ad un approccio critico verso tutto - ma proprio tutto - quello che viene scritto o detto sulla vicenda; la raccomandazione vale, à plus fort raison, per le requisitorie a mezzo stampa, le memorie difensive via etere, i processi del lunedì, gli appelli del martedì e quant'altro.

 


Martedì, 21 giugno, 2005, S. Luigi Gonzaga (bisognerà prima o poi trovarlo, noi Genoani, un santo a cui votarci..).
Dove - tra tonitruanti titoloni di giornale - comincia a delinearsi la linea difensiva.
 
Delle intercettazioni telefoniche: almeno apparentemente, la legge parla chiaro.  Gli articoli 270 e 271 del codice di procedura penale (di qui in poi: c.p.p.) sanzionano con l'inutilizzabilità la violazione del divieto di utilizzare in un procedimento diverso le intercettazioni telefoniche pur legittimamente disposte in un certo procedimento penale; ciò, a meno che il procedimento diverso non riguardi reati per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza degli autori.
 
Dunque, detta così è semplice, ma - in realtà - la nozione di procedimento diverso è tema su cui i giuristi si accapigliano da lunga pezza.  Che dire?  Il tema è molto tecnico ed il Vostro Golo profondo una risposta certa non ce l'ha (anche perchè una risposta certa non c'è).  Quel che si può dire con un certo margine di certezza è che la questione prescinde dal fatto che il procedimento-madre (per fare un esempio a caso: carte di credito clonate) e quello figlio (sempre per esempio: frode in competizioni sportive) abbiano numeri di registro diversi e siano anche affidati a diversi magistrati e che in un procedimento per il solo reato di frode in competizioni sportive non è consentito per legge procedere ad intercettazioni né telefoniche, né ambientali (art. 266 c.p.p.).
 
Infine, amor di verità vuol che si dica che - comunque - il risultato delle intercettazioni correttamente disposte e svolte nel procedimento-madre può essere legittimamante utilizzato come notizia di reato da cui far nascere il procedimento-figlio.
 
Detto questo, fateVi Voi un'idea: il Vs. aff. Golo di più non può dirVi....
 
Dell'associazione a delinquere: non ci vuole la laurea in legge per capire che - allo stato dell'arte - l'accusa è decisamente eccessiva (i giuristi laureati direbbero: esorbitante) rispetto agli elementi indiziari di cui l'accusa sembra disporre.    E non è difficile capire il perché: l'associazione a delinquere presuppone lo scopo del compimento di una pluralità indistinta di delitti, mentre qui - in ipotesi - il Joker e soci potrebbero tutt’al più aver "marmellato" o cercato di "marmellare" un paio di incontri e ci troveremmo nel ben diverso istituto del concorso di persone nel reato.
 
Però, c'è un però: l'associazione a delinquere - guarda guarda - è reato per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza degli autori.  Capito il gioco? Se le intercettazioni disposte nel procedimento-madre fossero dichiarate inutilizzabili, essendo il procedimento-figlio "diverso", una volta uscite dalla porta, rientrerebbero dalla finestra del titolo di reato per cui si procede.  Sotto questo profilo - a proposito: prometto che ci andrò piano con i giudizi, ma quando ci vuole ci vuole - è davvero difficile non essere d'accordo con chi parla di un uso ben disinvolto della procedura da parte dell'accusa...
 
Della perquisizione a Pino Pagliara: anche qui, non occorre la laurea per sapere che le perquisizioni di luoghi cose persone debbono essere autorizzate dal magistrato (art. 247 c.p.p.).  Fatto sta che i carabinieri che perquisiscono Pino Pagliara, trovandogli un bustone con tanti bei soldoni questa autorizzazione non ce l'hanno, nè possono agire motu proprio, non versandosi in un caso che consente la c.d. perquisizione di iniziativa (art. 352 c.p.p.).  Che si inventano, allora i nostri?
 
La soluzione c'è, ossia una bella perquisa alla ricerca di stupefacente, ossia una delle due eccezioni alla regola (l'altra è quella della perquisizione alla ricerca di armi ed esplosivi, utilizzata dalla polizia come mezzo per entrare alla scuola Diaz con i brillanti risultati che sono sotto gli occhi del mondo universo) che impone che il domicilio e/o le cose e/o le persone possono essere violati solo con decreto dell'autorità giudiziaria.
 
Fatto sta che - essendo la perquisa finalizzata alla ricerca di sola droga - gli agenti di polizia giudiziaria dovrebbero, quali caste fanciulle, disinteressarsi di qualsiasi altra cosa, rispetto alla cui ricerca non hanno titolo giuridico. Che accade allora, se ciò non accade ed i nostri - nondimeno - ricercano e sequestrano?   Anche qui, il Vostro Golo non può darVi una risposta certa, ma - dal basso della sua praticaccia - può dirVi:

- che, piaccia o non piaccia, le cose hanno sempre funzionato così;
 
- che chi abbia operato la perquisa al di fuori dei limiti di legge potrà esserne chiamato a rispondere disciplinarmente e penalmente (perquisizione arbitraria ed abuso d'ufficio);
 
- che, quanto agli esiti della perquisizione abusiva, soccorre il Latinuccio degli avvocati: male captum, bene receptum il che vuol dire che le cose, pur essendo state sequestrate abusivamente, legittimamente vengono trattenute e fanno prova, in quanto corpo di altro, diverso reato (mettete - si badi, è un esempio! - il frutto di una rapina al posto del bustone con i soldoni di Pino Pagliara e capirete il perché...).

Della facoltà di non rispondere: giochereste a carte (dalla cirulla al poker) con chi vi chiede di far vedere quel che avete in mano, tenendosi su le proprie carte?
 
Il Vs. aff. Golo no davvero, e credo neanche Voi; a quanto è dato capire, neppure il Joker e gli altri, presunti correi, che ieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere (il primo tra i diritti di chi sia sotto processo; anche qui soccorre il brocarduccio avvocatesco: nemo tenetur se detegere, ossia: nessuno è tenuto a scoprirsi da sé).
 
Voi dite che io ho truccato delle partite di calcio e che sono pure un associato a delinquere?? Ditelo pure e, se ci riuscite, cercate di provarlo.  Ma chiedere la mia collaborazione, nascondendomi pure gli indizi che avete e le idee che vi siete fatti è chiedere davvero troppo.
 
Come dar loro torto?  Prima la "scoperta" delle carte dell'accusa (art. 415-bis c.p.p.), poi - forse - l'interrogatorio.
 
Della competenza territoriale: per legge (art. 8 c.p.p.) la competenza per territorio è determinata dal luogo di consumazione del reato.  Dunque, Genova o Monza?
 
Se ci fosse davvero l'associazione a delinquere, nessuna questione,  Il presunto sodalizio sembra nascere ed  iniziare ad operare sotto la Lanterna.   Ma abbiamo detto che - se le prove sono quelle che emergono dalla stampa - la contestazione non ha gambe per camminare.
 
Se ci fosse solo la frode sportiva, allora occorre determinare dove è stato commesso il reato.  Il Vs. umile servo nella vigna del Grifone non ha voglia di farla troppo lunga con i tecnicismi e poi ha davvero troppo poco in mano per ragionare sulla cosa.  Dico solo che - per come è strutturata la norma (art. 1, L. 401/89) il fatto punibile è rappresentato dall'accordo inteso ad alterare l'esito della competizione sportiva e che la successiva dazione del denaro - se era il prezzo del reato e non la prima tranche del pagamento di Maldonado - non sembra rilevare.
 
Per oggi è tutto: alla prossima ed attenti a parlare troppo al telefono...
 
Vs. Golo

 



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"L'Inchiesta: diario di bordo 1" | 2 commenti
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Giustizia ...ma quale giustizia?
di Mr_Beans il 22/06/2005 10.00

FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA …MA QUALE? Leggendo e seguendo le vicende che riguardano purtroppo il Vecchio Balordo dall’11giugno in poi non so ancora se RIDERE o se PIANGERE. Ho veramente una miriade di dubbi che mi assillano. Cercando di sintetizzare il succo è …MA IN CHE MANI E’ LA GIUSTIZIA (quella vera) IN ITALIA? Che il calcio in generale sia una cosa in cui la giustizia sovranamente è assente lo sappiamo anche noi poveri malati che continuiamo ad andare allo stadio! Che Giustizia c’è in campionati dove a fronte di una condanna per doping della Giustizia ordinaria al medico sociale di un’importante società, la giustizia sportiva non prende neanche in considerazione l’ipotesi di infliggerle una qualsiasi punizione? Che Giustizia può esserci in un campionato dove alcuni risultati si sanno con mesi di anticipo (vedi l’ultimo derby capitolino …ma lì guai a farsi troppe domande), o dove un d.s. di un’importante società dichiara che gli piacerebbe entrare in uno stadio senza sapere il risultato in anticipo? Che Giustizia c’è se si permette a una società di calcio di sfruttare una legge industriale per non fallire e continuare a giocare in serie A, con giocatori che non potrebbe altrimenti permettersi, nonostante non ne abbia il titolo (sportivo) o dove il Governo stesso del Paese approva urgentemente una Legge ad hoc per salvare una squadra romana dal fallimento e una volta applicata fa in maniera che non possa più essere usata da nessun’altra Società (e sennò chi le paga più le tasse!)? C’è Giustizia se per poter partecipare al campionato è lecito presentare fideiussioni false (e pure con mesi di ritardo) per iscriversi? Dov’erano i paladini della Giustizia quando era pratica comune e diffusa falsificare passaporti ed inventarsi parenti italiani pur di far passare per comunitari giocatori altrimenti non tesserabili? Beh dove ci si può permettere praticamente di tutto ecco che giustamente interviene la solerte scure della Giustizia! Chissà magari un po’ sollecitata, ma comunque GIUSTIZIA …con tanto di scure! Siamo in un Paese dove SI DICE che magistrati e pm non sanno più da che parte girarsi dalla mole di lavoro SERIO arretrato che hanno …ma volete mettere la popolarità che da il calcio? Certo c’è magari qualche incongruenza …magari il più pericoloso latitante italiano è quarant’anni che si fa beffe dello Stato Italiano ed anzi si fa pure operare all’estero con i fondi della sanità siciliana, …magari succede anche che sia permesso a Brusca di godere di permessi fuori dal carcere, …magari succede anche che due dei più alti rappresentanti dello Stato sono anni che si litigano, come bambini dispettosi, su chi può o non può concedere la grazia a un recluso ...a volte succede che boss e malavitosi vengano scarcerati perché si lasciano scadere i termini di custodia cautelare o per vizi di forma, però….in un Paese così, abbiamo una certezza …I signori che sono deputati ad amministrare la Giustizia in Italia ripuliranno finalmente il mondo del calcio dall’ingombrante presenza del Vecchio Balordo! Si può passare sopra a tutto nel nostro Paese ma non all’amore incondizionato di un branco di malati di mente che nonostante tutte le traversie passate continua incredibilmente ad amare la più antica società di calcio in Italia (che tra l’altro è ormai l’ora si faccia da parte e lasci il primato a società ben più meritevoli), e che invece di auto estinguersi continua irragionevolmente ad ingrossare le proprie fila, a esporre in tutta Genova bandiere e striscioni di due soli colori, il rosso e il blu, oscurando così la composta e discreta presenza ai margini della città dei simpatizzanti dell’ultima società calcistica nata a Genova. Come si fa poi a sopportare e permettere che un imprenditore non genovese goda di tanto credito ed amore da parte di persone che invece dimostrano solo ingratitudine verso i grandi industriali genovesi che tanto per loro hanno fatto? E noi povera razza di sognatori, come facevamo a pensare che in un tessuto cittadino così degradato non fosse ormai giunta l’ora di intervenire e riportare le cose sulla retta via? Meno male che c’è qualcuno che ha deciso di intervenire …di fare GIUSTIZIA! Ci vogliono far credere che quello che ci stanno facendo è necessario per avere un calcio finalmente pulito! Ma ci crederanno almeno loro a quello che dicono? Io sono strasicuro che ne usciremo puliti non per dei vizi di forma ma perchè non abbiamo commesso i reati che cercano di addossarci, ma indipendentemente da ciò …il calcio non è pulito! E non da oggi. Vogliamo mica ricordare la storia del nostro decimo scudetto, così tanto per fare un esempio? Purtroppo lo sappiamo tutti e se continuiamo a seguirlo è perché comunque ci illudiamo che ci siano dei limiti! Partite diciamo strane ce n’è a bizzeffe. Partite che sono pareggi stra annunciati o vittorie stra previste. Non per niente ci sono sempre più spesso partite su cui le agenzie di scommesse non accettano scommesse (e Genoa-Venezia era una di queste) L’unico sistema per un calcio davvero pulito è ….abolire il calcio. Non andare più nessuno a vederlo! Sarà triste ma è così. Detto questo qualcuno ha ritenuto di intervenire e a cosa ci tocca assistere? A una giustizia che fa i processi attraverso i giornali, a due diverse procure che si contendono “il caso”, salvo seguire due “crimini” diversi utilizzando le stesse prove! Con le stesse prove a Monza dicono che il reato (ipotizzato) è appropriazione indebita, a Genova invece è associazione per delinquere! Al titolare dell’inchiesta che dice che le indagini verranno proseguite a Monza e al suo vice che lo sconfessa e dichiara che resteranno a Genova. Agli accusatori che ti convocano ma non ti dicono con che prove ti accusano, ma ti sollecitano comunque a difenderti (come mi difendo se non so su che basi mi accusi?) Scrivo di getto, da incazzato, e senza pensare troppo a ritroso sennò chissà quanti altri esempi mi vengono in mente …ecco perché mi viene da RIDERE. Nel caso del Vecchio Balordo il Presidente può permettersi di farsi difendere dallo Studio Biondi e sicuramente non dovrà penare molto ad aver ragione di questi novelli Don Chisciotte, ma se toccasse a un poveretto venire accusato di un qualsiasi reato da QUESTA giustizia, e non può permettersi il Biondi della situazione …come se la cava? …ecco invece perché mi viene da PIANGERE! Quello che comunque non capiscono è che il nostro popolo ha iniziato 112 anni fa’ un viaggio. E’ vero che abbiamo una meta, un SOGNO, e sarà bellissimo vederlo avverarsi, ma quello che ci rende unici, quello che ci rende così forti e compatti non è il sogno, ma il cammino che stiamo facendo per avverarlo!! Quello che passiamo, le prove che abbiamo superato e ancora supereremo, insomma …..IL MODO IN CUI REALIZZEREMO IL NOSTRO SOGNO E’ PIU’ IMPORTANTE DI QUANTO CI IMPIEGHEREMO!





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