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l'opinione"Geometria di una catastrofe" di Achab
26/06/2005

C'è sempre un sassolino, all'origine delle frane più rovinose, dicono.
A questo punto, come in un'orribile - ma necessaria - moviola, vorrei vedere chi ha dato il calcetto che ha originato questa ennesima tragedia che colpisce i Genoani.

 


Ancor più dolorosa perché servita come un dessert avvelenato, dopo un pranzo di gala; inaspettata e crudelmente paradossale, perché arriva al culmine della gioia più grande dopo 10 anni di sofferenze.
Ci raccontano la certezza, oggi, che il Genoa - attraverso il suo Presidente - abbia tentato di aggiustare a proprio vantaggio le ultime gare del campionato appena concluso.
Questo il reato, evidentissimo il fine, acquisite (ci raccontano) le prove inoppugnabili; non resta che aspettare la sentenza, con la giusta punizione.
Ma i Genoani sono più cocciuti della giustizia sportiva, anche di quella ordinaria; e - rispetto a loro - siamo più intelligenti e, probabilmente, persino più liberi. Vogliamo saperlo davvero perché la squadra oggettivamente più forte, con il vantaggio di 13 punti sulla terza a metà campionato, ha avuto bisogno di ricorrere a mezzi illeciti per ottenere la promozione.
Perché ci sembra inverosimile; perché ci sembra stupido; perché - soprattutto - ci sembra necessaria una grossa componente di malafede per arrivare a queste conseguenze.
Da parte di chi? Quando e perché?
Possiamo anche predisporci ad accettare il responso punitivo, ma questa volta non ci accontenteremo di sapere - dopo due o tre anni - che rischiavamo di sparire perché qualche giocatore si vendeva le partite. Che rischiavamo di sparire perché nessuno ha alzato un dito, ha esercitato un controllo, ha opposto un gesto, nella tacita complicità tra un truffatore veneto e l'intelligentsia cittadina.
Io voglio andare indietro con il nastro e vedere chi ha reso così friabile (ed esposta al crollo) quella che era diventata una montagna tecnica ed organizzativa.
L'imprenditore Preziosi ha messo faccia e danari nell'impresa di risollevare il Grifone: c'è riuscito.
Così bene che la nostra città era tornata agli onori delle cronache sportive nella sua componente più numerosa e più sana. Finché qualcuno, pietra dopo pietra, ha reso instabile il terreno su cui stavamo viaggiando, quella vetta che sembrava inattaccabile.
Il nostro paese - ormai grottesco, non solo sotto il profilo calcistico - tollera e digerisce vicende obiettivamente vergognose, che non solo aggravano il pubblico erario, ma rischiano sempre di diventare pericolose per la pace sociale; da noi si premia chi vince, ancor di più se ottiene risultati con furberie ed intrallazzi.ma è spietato con chi perde. La certezza del diritto è ipotetica, nella miglior ipotesi ondivaga, soggetta a logiche economiche e ad opportunità politiche.
Può darsi persino che noi se ne esca fuori senza troppi danni. Ma il calcio ha perso, ancora; ancora sono stati sconfitti e lacerati i cuori - bellissimi - RossoBlù.
Ma non da una valigetta che avrei portato anch'io, a chiunque mi garantisse 3 punti, alla fine di questo assurdo e schizofrenico percorso; avrei commesso più di un reato per assicurarmi quel che era stato legittimamente meritato e conquistato e che vicende oscure e immotivate minacciavano di sottrarmi!
Il male del Genoa (e del Calcio intero, ripeto), secondo la misura che sarà decisa, non è in quella valigetta; quella è un effetto. Quella, una volta accertato, è un estremo, comprensibilissimo gesto di disperazione.
Questa volta vogliamo le cause. Tutte, e adesso.
Alé Genoa

Achab

 



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""Geometria di una catastrofe" di Achab" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 26/06/2005


La partita non è ancora persa
di Nemesis il 26/06/2005 18.52

Il fortissimo sospetto che le intercettazioni siano illegittime, e quindi inutilizzabili penalmente (e forse anche nel processo sportivo), ha indotto Biondi & C. ad avvalersi della facoltà del silenzio. Questa scelta strategica, necessaria, ci rende però più deboli sul piano mediatico perché, non conoscendo gli indizi raccolti, è impossibile contrastare l’offensiva ribattendo punto per punto. In uno scontro ad armi pari, il Genoa potrebbe ogni giorno inondare giornali, Tv e agenzie, con interviste e comunicati che ristabiliscano l’equilibrio violato, ma si è deciso di chiarire tutto di fronte ai giudici. E’ per questo che il rischio di una condanna già scritta è fortissimo, perché lo stillicidio giornaliero di fango ha ormai prodotto un’onda colpevolista difficile da arginare. Però la storia dei processi che ci aspettano, è tutta da scrivere. Se crollassero alcuni puntelli delle accuse, sarebbe possibile rimontare il terreno perduto dimostrando l’accanimento e l’oscura trama di investigatori interessati. Certo sarebbe meglio non aver commesso i reati ipotizzati. Se Preziosi è un tassello dell’ingranaggio che gestisce l’affare-calcio, qualcuno si porrà il problema se è conveniente una sua crocifissione; non certo per il rispetto dell’uomo, ma per il contraccolpo agli interessi commerciali, unico argomento su cui c’è una sensibilità condivisa. Sky rifletterà sul nostro bacino di utenza, le associazioni dei calciatori valuteranno i sontuosi contratti a rischio, i padroni del Palazzo penseranno alla perdita di un prezioso alleato, e i ragionieri dello Stato misureranno il rischio che certe entrate fiscali svaniscano. Per la vicenda Como, Preziosi presentò le dimissioni da Vicepresidente, respinte all’unanimità (che poi vuol dire respinte da Galliani), e anche questo può essere il segnale che, laggiù dove si puote, non si vuole affossare il Presidente. Biondi ha anche preannunciato ricorsi in ogni sede, fino all’Europa, per rivendicare la violazione di certi diritti, e non è detto che qualche commissione sconosciuta squalifichi gli abusi dell’accusa. Sembra davvero sproporzionato un tale spiegamento di forze e di impegno rispetto alla possibile combine di una partita di serie B, e c’è da dubitare che tutte le autorizzazioni abbiano trovato i nullaosta necessari. E’ accaduto in passato che certe sanzioni si siano fermate di fronte ai timori per l’ordine pubblico, e anche questo è il prezzo che i Genoani pagano per essere civili, corretti e seri, già ammoniti da Preziosi stesso che non tollererà si alzi un dito; però è incredibile che avere tale merito si riveli una debolezza invece che una forza. Se c’è il rischio che possiamo subire la “punizione esemplare”, non dimentichiamo che l’affondamento del Genoa non conviene a nessuno, esclusi naturalmente i nostri rivali cittadini che ci aspettano alla foce del Bisagno: peccato che noi ci si fermi a Marassi, sul campo del Genoa, comunque vada.





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