Genoa 1
(Rimoldi 32' p.t., rigore)
Pavia 0
A partita finita, dopo aver ottenuto, con un comportamento valoroso, una vittoria contrastata e difficile su un solido avversario, l'intera squadra del Genoa si presenta alla gradinata nord e quindi va sotto la tribuna d'onore ad applaudire il presidente Preziosi.
Tutto lo stadio aveva ripetuto grida di plauso verso il presidente; ma nella parte superiore della gradinata nord un lungo striscione invece lo invitava a cedere, in sintonia con un comunicato con molte firme e incongruenze, diffuso prima della partita. Raccogliamo con tristezza diverse voci che parlano di episodi di intimidazione e perfino di sopraffazione fisica avvenuti contro chi con la voce dissentiva dai contestatori.
Il nostro Genoa è stato perseguitato oltre misura per molti mesi, ma nessuno finora aveva mollato. I nostri occulti nemici non avrebbero potuto avere gioia maggiore della fine della nostra unità. Purtroppo questa fine sta avvenendo e ne saremo tutti indeboliti: nella nostra forza di sostegno, nella nostra manifestazione civile, nel nostro orgoglio di popolo che non si piega.
La partita.
A fissare il risultato è stato alla mezz'ora di gioco un episodio di difficile interpretazione: in una discesa nella sua zona di sinistra (il nostro attacco mancava di ali) Stellini riesce ad anticipare l'entrata sul pallone del terzino Tarantino e cade nel balzo in avanti: un piccolo contatto c'è stato. Sul rigore, dopo le proteste, ammiriamo il forte tiro imparabile di Rimoldi.
Con la porta segnata, cambia l'atteggiamento delle squadre. Mentre prima il Genoa si impegnava a portare in avanti il gioco, con scarsi sbocchi per il vero, e lasciava al Pavia spazio per insidiosi contrattacchi, da quel momento, e quindi per i due terzi della gara, erano i lombardi a prendere la preponderanza della manovra e la possibilità del contropiede si apriva ai rossoblù.
Il Pavia, che ha cancellato l'azzurro dalla maglia e si è presentato, come ci tocca di vedere al solito, in completo bianco, ha un gioco solido e armonico: certo un insieme più fuso del nostro attuale. Messo in difficoltà individualmente, non ha lesinato durezze. Ancora una volta del Genoa bisogna apprezzare l'organizzazione della difesa, al di là di qualche errore individuale. Fondamentale, per l'organizzazione difensiva, è la funzione del portiere, e sono lieto che finalmente di Barasso abbiamo potuto accorgerci della virtù massima, che è il tempismo. Oltre alla sicurezza nelle uscite e nella presa, Barasso ha mostrato due belle parate su forti tiri bassi in diagonale, pertanto difficili: una al 23' I t. su Veronese (pallone poi salvato in corner da Ambrogioni), l'altra al 10' II t. su Fasano (pallone filtrato oltre la mischia per mancato rinvio di Bacis). Dei due portieri, il nostro è stato il più impegnato. Caratteristico l'esito casuale perfettamente a candela di una sua respinta di pugno, su corner, al 28' I t., per cui ha potuto riprendere la palla alla discesa.
Il Pavia ha sperato a sua volta in un rigore a favore, al 13' II t., per una ribattuta di braccio palesemente involontaria.
Dalla parte del nostro attacco, una ottima parata di Casazza su girata di Tedesco sottomisura (centro del bravo Di Vezze) al 5' II t. e una girata un po' sbucciata di Zaniolo, a porta libera, al 17', su centro di Tedesco, finita fuori di poco. Questo Zaniolo sta crescendo; invece Sinigaglia non ha trovato geometrie per incunearsi.
Il gioco del nostro attacco a due oggi non ci esalta, ma salutiamo con soddisfazione questa vittoria, ottenuta combattendo con cuore e coesione contro un avversario difficile come io temevo.
Vittorio Riccadonna
