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l'opinione"Il tunnel" di Ruben
04/11/2005

Credo che nessun genoano al mondo ricordi con precisione la data in cui siamo entrati,per farne capolino fuori solo un paio di volte,nel tunnel,dove,nonostante tutto,ancora ci troviamo alla ricerca di un uscita,di un barlume di luce che ci dia speranza,di aria fresca da respirare a pieni polmoni.

 


Neanch'io conosco la data della mia entrata nel tunnel.

So che sono entrato mano nella mano, da piccolino, con mio padre, e adesso mentre lui mi stringe ancora forte la mano, io la stringo forte ai miei ragazzi, e so con certezza che domani loro stringeranno forte la mano dei miei nipoti, ma, e questo mi rasserena, a quel punto avremo già visto la luce, ci saremo riscaldati al suo calore, avremo fatto il pieno di aria respirabile, frizzante, pulita.

La luce in fondo al tunnel, quella che stiamo cercando con caparbietà, fede, orgoglio e passione, da sempre, spinti da un amore senza eguali che ci rende unici ed immortali, comincia timidamente ad intravedersi.

Magari ancora sotto forma di flebile fiammella, ma qualcosa si vede. E pensate al paradosso. Si vede con il Genoa in serie C.

E' proprio roba da Genoa, da Genoani.

Al massimo della sofferenza del nostro amatissimo pennuto, siamo ancora qui dentro questo maledetto tunnel, ma adesso le mani si fanno sudate, stringono più forte, cercano appigli pur solcate da lacrime per le innumerevoli tragedie che ci hanno colpito durante il nostro cammino. Andrea Fortunato, Gianluca Signorini, Fabrizio Gorin, Il mitico Pelè bianco Mainetto, Giuliano Fiorini, Franco Scoglio, il Professore dei Professori.

No, non disperate fratelli, guardatevi intorno, nella moltitudine di gente colorata di rossoblu, bimbi, ragazzi, donne, uomini, nonni e nonne e vedrete che loro sono ben vivi tra noi.

Stringono anche loro, forte, la mano del compagno di viaggio, dispensano consigli, ci rasserenano, ci fanno capire che la strada è giusta.

Loro, indomabili esempi di puro attaccamento alla nostra maglia, tracciano il cammino, evitano di farci prendere strade pericolose e nel momento dello sconforto... Pensate al modo di esultare di Gianluca, al pugno chiuso di Franco, a Giuliano fiero in piedi davanti a quelli là che gli lanciavano radio, arance e cuscini e lui niente...immobile ad esultare. Pensate ad Andrea ed al suo goal contro il Milan, a quei capelli mai in ordine, pensate al grido che ancora mi scuote...picchia Gorin... E camminate fratelli, lo sguardo fiero di un popolo che marcia verso la gloria, mai domi, mai stanchi, MAI DIVISI.

Dobbiamo sforzarci di essere, ora come allora, esempio per chi ci si avvicina. La nostra gioia, che possiamo capire solo tra di noi, è quella di vedere nello sguardo dei nostri cuccioli di uomo, la felicità per essere vicini ai nostri colori. Sempre, comunque e dovunque. Non ci sono categorie che ci possono impedire di amare il Genoa.

Nelle nostre famiglie la fede e l'amore per il Genoa sono valori fondanti. Mentre siamo in cammino trasmettiamoli questi valori. Ci hanno voluto colpire in questo modo bieco mentre la luce si faceva forte e calda. Ci hanno ricacciato nel baratro. Non è successo nulla.

Siamo sempre mano nella mano, in cammino, ancora più decisi verso la luce. Hanno provato ad ucciderci ma hanno creato un esercito di highlander. Peggio per chi non ci ha voluto concedere il meritato premio.

La luce che stiamo per vedere, noi la potremo assaporare ad occhi aperti. Qualche altro losco figuro, a guardala, perderà la vista. La giusta punizione per chi ha commesso un atto che definire meschino è eufemia allo stato puro. Dai ragazzi, forza, forza e ancora forza, camminate insieme a chi amate, ai vostri amici, al vostro vicino di posto in Gradinata da 20 anni. La nostra famiglia è la nostra forza. Quello che ci consente di essere invincibili, immortali.

Le ultime vicende erano destinate, in altre piazze, a fiaccare ogni resitenza, qui succede che va in scena la fiera del paradosso e come in una vecchia pubblicità...più mi mandi giù e più mi tiro su... Con le nostre forze, attraverso la catena indissolubile delle nostri mani nelle mani del vicino.

Per noi, per i nostri piccolini, per chi ci ha insegnato ad essere genoani dentro, stiamo per ricevere il premio di una luce che nessuno di noi ha mai visto, una luce di una limpidezza inimmaginabile, calda, pulita.

Grazie a chi ci sta dando le scarpe per camminare così a lungo, le coperte per il freddo, il cibo e l'acqua necessari. Fratelli, amici, rimettiamoci in marcia, ce lo devono, noi lo dobbiamo a chi ci ha fatto intraprendere questo cammino che porterà alla luce. La luce della gloria.

Immensi come nessuno, popolo fra i popoli, fieri tra i fieri e mai, mai, mai domi.

Resistere, camminare senza voltarsi mai indietro, per un amore senza pari. Qualcuno a volte dice...torneremo grandi... Io vi dico che torneremo più grandi. Perchè grandi lo siamo da sempre e lo saremo fino alla fine del mondo.

Grazie papà, grazie mamma, grazie a voi sono genoano, ed è il regalo più bello che potessi ricevere insieme alla vita e al  sorriso dei miei cuccioli. Cuccioli di Grifone,ma questo era ovvio.

Ruben


 



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""Il tunnel" di Ruben" | 2 commenti
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Re:
di cillo il 07/11/2005 14.03

Carissimi come apprezzo i vostri post. Quello di Ruben che ha i miei anni e saluto e quello di Abbadie che abbraccio come fosse mio papà. Hai ragione Francesco i ricordi si fanno sempre più lontani nel tempo, io spero sempre,lotto ancora,ma la vedo dura molto dura, io ero bambino negli anni 70 e per me il massimo era battere la Juve o il Milan, ora per mio figlio il massimo è andare in serie A. Per la stella, come al solito c'è tempo.......... Ma io ci credo sempre Un abbraccio a tutti voi.





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