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dalla redazioneVenezia e la Fondazione Genoa
17/11/2005

Se nella notte dei tempi, nella laguna di Venezia fossero capitati certi genoani (dico “certi” e non “tutti”), Venezia non sarebbe mai nata.
“Belin –avrebbero detto- ma qui c’è solo acqua, fango e zanzare grandi come uomini, bisogna essere abbelinati a pensare di vivere qui"

 


Sappiamo che c’è chi aspetta sempre qualcuno che risolva i problemi una volta per sempre.
Ma sappiamo anche che non tutti sono così.
C’è anche chi ha la consapevolezza che i problemi bisogna risolverseli da soli, e che le cose non calano dall’alto, ma sono esattamente come noi siamo capaci di farle essere.
Il Genoa, in questo, non c’entra niente. Siamo tutti genoani allo stesso modo. C’entra invece una diversità di mentalità tra chi si aspetta che qualcuno risolva i problemi per noi, e chi invece crede che siamo noi che dobbiamo risolverci i nostri problemi, facendo ognuno il possibile.
*
Preziosi non è l’”Uomo del Destino” e la Fondazione, con certezza, non risolverà i problemi per noi. E però un’opportunità che Preziosi mette a disposzione. Se la Fondazione fallirà, non sarà Preziosi che ha commesso l’ennesimo errore, ma saranno i genoani che non sono stati capaci di utilizzare uno strumento messo nelle loro mani.
*
Ridurre la Fondazione a una banale questione di danaro tradisce una mentalità volta a non cogliere le opportunità che la vita offre. Nella Fondazione c’è molto di più. C’è per esempio, un aspetto culturale, che inevitabilmente sfugge a chi riduce la vita al conto in banca.
*
La Fondazione permetterà, se noi lo vorremmo, di creare un Museo del Genoa, e porre così fine allo scempio dei trofei che la squadra rossoblu ha vinto nel suo periodo d’oro, e che l’incuria di una serie di presidenti che pensava solo ai soldi , ha in parte disperso. Non solo, ma permetterà a tutti i tifosi che lo vorranno di affidare alla fondazione oggetti di loro proprietà significativi della storia del Genoa in qualsiasi epoca. Attraverso la Fondazione, qualcosa di noi potrà restare nel Genoa per sempre.
*
Permetterà anche, se saremo capaci di farlo, la creazione di un Comitato (chiamatelo come volete) qualificato e competente, capace di garantire il rispetto delle tradizioni e della grande storia della nostra Società nei confronti di tutti, anche della dirigenza stessa.
*
Vorrei ricordare solo un fatto: quello che noi chiamiamo banalmente “scudetto del Genoa”, è in realtà il frutto di accurate ricerche araldiche. Ogni cosa che compare nel nostro “scudetto” ha un preciso significato. La bellezza del nostro stemma, o “scudetto” (da “scudo” araldico), non è quindi casuale, ma frutto di una “cultura” che un tempo albergava nella nostra società, grazie alla statura di Presidenti che non a caso hanno costruito la leggenda del Genoa, e che con il dopoguerra è andata perduta soprattutto per responsabilità di dirigenze societarie prive di cultura, che non sapevano vedere al di là del danaro.
*
Danaro che è comunque indispensabile per realizzare qualsiasi cosa. L’invito non è quindi a non dare importanza al danaro, ma a guardare oltre. Per la Fondazione sarà utile il contributo dei tifosi abbonati, ma sarà indispensabile, credo, anche il contributo degli imprenditori genovesi di fede genoana, che potranno versare ben oltre il 7% dell’abbonamento. Appare adesso evidente l’autorete che ci siamo fatti in questi anni, continuando a inveire contro questi imprenditori.
Tutti sono utili alla causa del Genoa, nei modi che ognuno ritiene praticabili. Non si può prendere che un imprenditore, per il solo fatto di essere genoano e genovese, debba per forza accollarsi la gestione del Genoa. Si può sperare invece che possa partecipare alla Fondazione, dando così un contributo fattivo alla causa rossoblu
*
Questo Presidente, con la proposta della Fondazione riporta nel Genoa un aspetto culturale che manca dalla fine degli anni '30, e che è indispensabile per ottenere risultati in qualsiasi campo.
Ma affinchè la Fondazione riesca nel proprio intento bisognerebbe fare come i veneti antichi, che con il loro spirito di iniziativa e la loro capacità, hanno trasformato una palude buona solo per le zanzare, in una città unica al mondo.

Franco Venturelli

 

 



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"Venezia e la Fondazione Genoa" | 2 commenti
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Re: Venezia e la Fondazione Genoa
di voce-sommessa il 17/11/2005 16.39

Caro Franco, è così vero quello che dici che mi riporta alla memoria un aneddoto che risale a una cinquantina di anni fa, tramandato negli annali di un comune della Riviera che per carità di patria non nomino. Allora, al culmine delle fortune del tennis di Coppa Davis, gli azzurri Pietrangeli, Gardini, Merlo e Sirola vinta la Zona Europea andavano regolarmente a zuccare sui campi in erba degli Sates o australiani. Ora avvenne che, tramite i buoni uffici di non so chi, si presentarono nell'ufficio del Vicesindaco e Assessore allo Sport gli emissari della Federazione, con la proposta di investire un pacco di soldi per fare in certe fasce abbandonate niente di meno che il Centro Nazionale di allenamento per gli azzurri, su quattro spettacolari campi in erba allora in Italia inesistenti. Narravano i testimoni oculari che, partiti gli emissari, a quanti chiedevano lumi sulle ragioni dell'ambasceria il Vicesindaco rispondesse quasi seccato: "Mah, ninte... belinate!"



Re: Poi verrà anche lo Spezia, ci mancherebbe.
di RABAX il 17/11/2005 16.12

Gli amici spezzini non ce ne vorranno se a Genova l'argomento della settimana non è la partita di martedì prossimo con loro.
Sia chiaro che non è snobismo e vedrete che, mano a mano che l'evento si avvicinerà, anche il nostro tifo diventerà più caldo e cresceranno le attese per questo big match al vetrice del girone A della serie C.
Ora sono altre le cose che scaldano i cuori dei genoani e Franco tanto bene, come sempre del resto, ne da una palese dimostrazione.
L'immediato è importante, nessuno sottovaluta niente, ma il futuro lo è forse un po’ di più.
In chiave futura questa iniziativa della Fondazione apre ampi ed importanti varchi e lascia intravedere prospettive nuove ed insospettate, auguriamoci anche importanti.
Sarà davvero cosi?
Perché no, anzi di più, non porrei limiti al grande amore del popolo genoano e della città verso la sua prima squadra.
Credo, insomma, che ne vedremo delle belle, scommettiamo?





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