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dalla redazioneNel gabbione dell'incomunicabilità - IV : Prevenire, ma educare
31/12/2005

 

Le autorità hanno messo molto impegno nel prevenire incidenti attorno alle partite di calcio, anche ricorrendo a provvedimenti fastidiosi e limitativi per tutti. Alcuni di questi provvedimenti ci sembrano qualcosa di aberrante. Certamente hanno anche l’effetto di allontanare molti spettatori.

 

Abbiamo raccolto la protesta degli sportivi teramani (*) contro il biglietto nominativo e abbiamo rimarcato gli effetti negativi della rigida separazione con le tifoserie ospiti attuata a Genova (più che altrove) fino al dispregio del buon senso.

 

 


Abbiamo quindi ricordato che regole molto diverse dalle nostre, che sembra abbiano successo, vengono adottate in altri paesi europei e le abbiamo messe in relazione ai nostri istinti naturali.

 

Lo Stato ha il compito di reprimere le bande di facinorosi che si coprono di un’etichetta sportiva per sfogare in modo violento e vandalico un bisogno di protesta che storicamente fa parte del mondo giovanile. Dobbiamo dunque accettare le misure preventive, che servono a stornare i provvedimenti più gravi.

 

Non vogliamo pensare che queste misure siano dettate, come da alcuni si sospetta, da motivi meno che onesti.

 

Ma l’anno nuovo ci induce ad interrogarci sul futuro.

 

Sembra assurdo che questi provvedimenti possano perdurare negli anni. Sarebbe per lo Stato una forma di resa, di fallimento.  Sarebbe l’inverso del principio di Giulio Cesare:  parcere subiectos, debellare superbos.

 

Alla lunga bisognerà cercare un’altra strada. La quale non potrà essere che di apertura verso la parte sana delle tifoserie e di ricostruzione di uno spirito di colleganza. L’educazione sportiva non è assente, nelle folle dei sostenitori delle squadre di calcio. Non lasciamo che resti sommersa o repressa.

 

Allora, in questo tempo di auguri, nell’abbracciare tutti gli amici nell’auspicio di un migliore anno nuovo, esprimo in particolare questo desiderio: che allo stadio tutti possano sempre andare ravvicinati da uno spirito di amicizia e di festa.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

(*)  Per soddisfare la curiosità di Rabax e forse di altri, confesso che il manifestino dei Teramani l’ho ottenuto attraverso una fessura trovata sotto il vetro dell’incomunicabilità, dopo che, a partita finita da un pezzo, ero tornato dentro lo stadio e mi ero avvicinato loro dalla tribuna.

 

 



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"Nel gabbione dell'incomunicabilità - IV : Prevenire, ma educare" | 1 commento
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Re: Nel gabbione dell'incomunicabilità - IV : Prevenire, ma educare
di marioepifani il 31/12/2005 17.28

Vittorio è proprio un gatto! Ma guarda cosa riesce a fare un redattore di "Genoa domani"... Complimenti.





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