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dalla redazionePreziosi nella “pizzeria watergate”
06/02/2006

Non so quanti si ricorderanno ancora della pizzeria che, ad un certo momento, ebbe una non indifferente notorietà nel variegato mondo dei siti internet rossoblù.

Un giornale genovese aveva dato conto di una accesa discussione (tema il Gazzoli di allora, per la verità molto meno saracinesca di quello di oggi) tra tifosi, che qualcuno disinvoltamente qualificò  "eccellenti", svoltasi una sera appunto in detto locale presto ribattezzato come la "pizzeria watergate".

 


In quella occasione, come in ogni "trillerino" che si rispetti, erano spuntati gli immancabili 007 dai quali trapelarono veline e veleni (non ricordo se anche qualche intercettazione) e quella che era stata la solita mangiata, in allegria e discussioni, del dopo partita era divenuta nell'immaginario collettivo una cena segretissima tra "carbonari" intenti a trame oscure ai danni del Genoa e del suo Presidente.

La bagarre ed il polverone che si scatenarono rischiarono di travolgerne più d'uno.

I nomi dei "cospiratori" vennero fuori un po' alla volta per essere additati al pubblico "lubidrio" rossoblu, qualcuno volò a Santo Domingo (anche se solo per le vacanze), qualcun altro negò l'evidenza sino all'ultimo.

Ora lo posso ammettere: quella sera c'ero anch'io e devo confessare che mi sono divertito non poco, dopo le rivelazioni scandalistiche, ad ironizzare con i tanti "fustigatori" di costumi che, in allora, spuntarono come i funghi.

Il Genoa proseguì tranquillamente la sua corsa (sarebbe poi sprofondato per ben altre trame) ed i tanti "giustizialisti" a buon mercato dell'epoca finirono per stufarsi o forse, finalmente, si resero conto, mi auguro con un minimo di imbarazzo, che quelli che inseguivano erano dei fantasmi.

Le trame oscure, infatti, erano solo nella fervida fantasia di chi aveva provato a montare il tutto, forse per guadagnarsi benemerenze presso il Joker che, gia da allora, temeva nemici dappertutto e che, alla luce di quello che poi è successo, tutti i torti forse non li aveva.

Solo che i veri "cospiratori" avevano ed hanno sembianze molto diverse da quel gruppo di genoani di lungo corso, malati cronici di rossoblu, magari col vizio, da una vita, di dire pane al pane e vino al vino, ma avendo nella mente e nel cuore sempre e solo i colori rossoblu.

Mi si passi questa lunga premessa fatta solo per introdurre, con un sorriso, il resoconto della partecipazione, di venerdì scorso, del Presidente Preziosi ad un "dopo cena" proprio nella famosa "pizzeria watergate" dove, in un clima di grande allegria e genoanità, ha passato oltre un ora con i soci del Club "Giustizia Rossoblu", del "Little Club" e con più d'uno dei famosi "congiurati" d'allora.

Un Presidente su di giri, a suo agio, in vena di battute simpatiche, molto competente anche in fatto di canzoni e di musica, sereno e deciso a portare avanti il suo "progetto" che, in estrema sintesi, è quello di collocare il Genoa al posto che gli compete e cioè in serie A.

Comprensivo verso Tedesco (non tutto il male viene per nuocere), conferma della totale chiusura verso Cosmi (inaugurava tabaccherie, non volevo scendere in campo e fare il giro con il suo braccio al collo ed avrei anche evitato di fare una certa promessa), un po' rammaricato per l'ultima intervista del Guidolin rossoblu alla "rosea" (se la poteva risparmiare), attendista per Lopez (ci vuole tempo), entusiasta per Forestieri (no al Viareggio, il Boca fa storie ed il transfert ritarda, si all'esordio già quest'anno in prima squadra sul finire e certamente nella rosa l'anno prossimo), convincente nel sottolineare certi principi di sportività.

Tutti, Presidente in testa, si sono, infatti, augurati di riuscire a vincere sul campo questo ed il prossimo campionato (a questa squadra per salire dalla B alla A saranno necessari quattro o cinque ritocchi) e tornare finalmente nella massima serie, ma senza ripescaggi perché le vittorie più belle non sono quelle a tavolino, anche se al Genoa è stato fatto di tutto e di più ed un  eventuale "risarcimento"  sarebbe solo riparatore.

Un'altra parte di spessore del suo parlare a ruota libera ed a domanda rispondo è stato il passaggio sul silenzio stampa.

Una sua drastica decisione conseguente al rammarico per il poco riguardo dei media verso il Genoa al quale si riserva, oramai per abitudine, un trattamento ben diverso rispetto agli altri e soprattutto rispetto a quello che sarebbe doveroso nei confronti della più antica squadra italiana e dei suoi numerosi sostenitori.

Personalmente sui silenzi stampa ho idee diverse nel senso che li ritengo controproducenti, una specie di autogol.

Non mi piacciono neppure le "censure" nei confronti dei giornalisti "scomodi" e ritengo poco dignitoso, se volete anche un po' "vigliacchetto", da parte di chi ha il coltello dalla parte del manico costringere gli altri ad "arruffianarsi" se no si viene emarginati.

Devo però ammettere che, nel caso specifico, le ragioni del Presidente potrebbero avere motivazioni diverse.

Credo infatti sia condivisibile l'orgoglio di rivendicare per il Genoa e per i suoi tifosi la stessa "noblesse oblige" che si concede ad iosa agli altri e che invece si lesina spesso, non vedo perché anzi, a noi.

Il Genoa sicuramente qui sconta colpe ataviche di tanti, troppi, Presidenti e dirigenti inadeguati, ma questo non deve giustificare questi frequenti atteggiamenti antipatici, tanto inaccettabili quanto ingiusti.

Anche la forma è sostanza e dunque sarà il caso che anche i media comincino a regolarsi come si deve.

Per quello che mi riguarda questo vuol dire solo tanta professionalità e serietà e meno scandalismo a buon mercato per vendere qualche copia in più.

Tanto poi, alla fine, e i numeri lo dicono chiaramente, si può constatare (ad es. il "monono") quanti lettori (certo non solo, ma anche e soprattutto per il Genoa) si perdono.

Credo insomma sia comune interesse instaurare un rapporto diverso, insieme collaborativo ed autonomo, verificando le notizie, chiedendo conferme  e cercando magari, tutte le volte che si può, di dare una mano anzichè andare solo alla ricerca dello "schoop" senza minimamente preoccuparsi del rischio di affossare ancora di più.

Chiede troppo il Presidente Preziosi? Pretendiamo l'impossibile noi tifosi?

La serata si è chiusa in allegria: mi è parsa davvero una buona occasione di genoanità e di sportività.

Questo è tutto, per chiudere un grandissimo augurio a Raffaele, sfortunato padrone di casa, al quale auguriamo un pronto e completo ristabilimento in modo di riunirsi al più presto ai suoi "carbonari" e tornare a dirigere l'oramai famosa "pizzeria watergate".

Alè Raffae' nu  facimmu scherzi…..

Giancarlo Rabacchi



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