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dalla redazioneAbbasso il presidente
03/05/2006

 

Fino a qualche tempo fa, sui siti rossoblù che abitualmente frequento, ero l'unico, che io sappia, a chiedersi perché siano esattamente 60 anni che il Genoa brucia a tempo di record danari e presidenti.
In questo siamo davvero unici.

Nessun'altra squadra ha mai avuto così tante difficoltà a trovare presidenti, ed è stata nello stesso tempo così rapida a contestarli, una volta arrivati.

Adesso, però, comincio a leggere che anche altri si interrogano su questo.


 


Continuare a dire che tutte le "legere" vengono da noi, è sicuramente superficiale.
Chiunque abbia elementari conoscenze di calcolo delle probabilità, sa che, in un caso come questo, 60 anni sono un arco di tempo più che sufficiente per liberare un evento dal fattore di "casualità".
Quello che accade nel Genoa, con i presidenti, dunque, non può più in nessun modo essere attribuito al caso avverso, che ci fa trovare sempre presidenti scadenti.
Prego le persone che abbiano un minimo di conoscenze in questo campo, di farsi portatori di questa versione, perché non possiamo permettere che continui a prevalere un'opinione chiaramente anti-scientifica.
Né possiamo contare sui giornali, che purtroppo a Genova, in quanto a cultura, volano bassi e preferiscono affidarsi all'emotività popolare.
*
Ma non è solo per questo motivo, che dovremmo smetterla di prendercela col destino avverso. E' anche perché, se non si affronta il problema in modo tecnico e si continua invece ad andare avanti cavalcando l'emotività della piazza per cacciare un presidente nella speranza di trovarne uno migliore, non si cava il ragno dal buco e si continuerà ad avere l'iterazione delle sequenza: Berrino-Fossati-Spinelli-Scerni-Dalla Costa-Preziosi all'infinito.
Questi sono dati di fatto e dovrebbero essere capiti anche dai duri di comprendonio.
Sessantanni di contestazioni non hanno portato un solo presidente valido e intanto il Genoa è passato dalla A alla C.
Numeri, dati, fatti: su questo si dovrebbe ragionare e studiare qualche linea d'azione.
Non basta andare in piazza, ci vogliono anche soluzioni pensate.
*
Non sta certo a me dire cosa fare, questo è ovvio. Però mi sembra giusto comunicare queste mie riflessioni, magari criticabili, ma sempre utili, credo, per discutere su un buco nero della nostra storia.
Provocatoriamente vorrei aggiungere che, in linea con la mentalità della Genova dei tempi delle Repubbliche Marinare, bisognerebbe evitare di dare il Genoa a un Presidente, perché la città è insofferente all'autorità.
La lapide in marmo di piazza san Siro la dice lunga.
Opizzino d'Alzate, governatore a Genova per conto di Milano ha perso, in quel punto, "per impeto di popolo" il potere e la vita.
Lo hanno riconosciuto mentre stava passando di lì a piedi, e gli hanno fatto fare la fine che certi tifosi vorrebbero far fare -solo simbolicamente voglio sperare- a Preziosi.
Il quale Preziosi farà bene, comunque, a non farsi vedere troppo a girare a piedi per Genova, perché si ha un bel dire che i tempi sono cambiati: certe cose sono nel dna di un popolo e magari qualche "pattone" rischia anche di prenderlo.
*
I genovesi del primo dopoguerra, preso atto che non c'era nessun grosso personaggio che volesse prendere il Genoa, ci avevano già pensato.
Infatti il Genoa per anni è stato commissariato o gestito da un
Comitato.
Tagliare la testa a un Comitato è già più difficile che tagliare la
testa al re. Lo sappiamo.
Ma c'è anche un altro vantaggio, mica da poco, ad essere gestiti da un Comitato: che è più difficile mettere in piedi congiure.
E noi sappiamo benissimo che uno dei problemi più gravi che affliggono il Genoa -quello che immediatamente taglia le gambe a qualsiasi presidente e lo mette subito in condizione di remare contro corrente- sono proprio le alleanze che nascono tra tifosi aspiranti dirigenti, con dipendenti della sede che fanno filtrare informazioni riservate e  con giornalisti apprendisti stregoni che collaborano pubblicando notizie tendenziose capaci, nel tempo, di minare le fondamenta della dirigenza.
Ci sono due squadre a Genova, ma questa situazione si verifica solo col Genoa, tutti i tifosi lo sanno. E il motivo sta in connivenze che si tramandano nel tempo.
"La calunnia è un venticello", con quel che segue. E a Genova la calunnia, nell'ambiente Genoa, è fortemente radicata. E col tempo la calunnia ottiene sempre i suoi scopi.
Ero ancora molto giovane, quando dagli anziani di De Ferrari sentivo dire che il "male" del Genoa erano i tifosi eccellenti che avevano un club in via Ettore Vernazza e che, godendo delle confidenze di impiegati della sede, mettevano sempre, con la collaborazione dei giornali, la piazza contro la presidenza.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Ma poiché queste cose le
sappiamo e le sappiamo da tanti anni, sarebbe l'ora, credo, di
cominciare a studiare qualcosa per eliminare questo male atavico che tarpa le ali al Vecchio Grifo.
Se non sarà un Comitato, potrebbe essere la Fondazione, o qualsiasi altra cosa che eviti di avere un presidente. Perché i presidenti, nel Genoa sono destinati a fallire.
Questa non è un'opinione, ma un dato che emerge da 60 anni di storia.

Franco Venturelli


 



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"Abbasso il presidente" | 13 commenti
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Re: Abbasso il presidente
di Abbadie56 il 05/05/2006 18.22

ero presente alla prima assemblea dei piccoli azionisti fatta a Genova, e Preziosi sotanzialmente ha fatto capire (o forse è meglio dire: io ho capito così) che i problemi tecnici lo preoccupavano molto meno di quelli dell'organizzazione societarie. Evidentemente, avendo io preso atto del suo impegno in questo senso, devo adesso dedurne una verità antica: che tra il dire e il fare c'è una bella differenza. "Le persone giuste al posto giusto" Facile no? Ma le persone giuste non si comprano al supermercato, e se in questi anni Preziosi non ne ha incontrato, non ha potuto far altro che arrangiarsi con quello che ha trovato. Caro Franci, capisco la buona fede del tuo discorso, ma io penso il contrario. Meno genoani parlano con Preziosi è meglio è. Non farebbe che recepire tutti i preconcetti e le frustazioni che ci accompagnano da anni. L'esperienza bisogna farsela da soli, sulla propria pelle. Ed è quello che finalmente sta facendo. Vedremi i risultati.



Re: Abbasso il presidente
di GrifoneTunisi il 05/05/2006 17.54

salto nei buoi (non male) ovviamente "salto nel buio" scusate FORZA GENOA



Re: Abbasso il presidente
di GrifoneTunisi il 05/05/2006 17.53

Inserirsi in questa discussione visto il livello dei commenti è per me un salto nel buoi ma sento la necessità di dire la mia sperando di non abbassare in maniera drastica il livello della discussione.
Cosa si vuole dal Presidente del Genoa? Personalmente investimenti nella società in termini di organizzazione, settore tecnico e, a mio giudizio importantissimo, settore giovanile.
Parto da quest'ultimo punto e dagli ottimi risultati conseguiti un po' a tutti i livelli dalle squadre giovanili per dire che, evidentemente, un po' per fortuna un po' per capacità e sicuramente per minor pressione i risultati sono venuti.
Sicuramente sono stati commessi errori e, soprattutto a livello societario che, mi insegnate, determina a catena tutto il resto ma a scusante di cio' la necessità se non l'obbligo di fare tutto e subito, per altro l'unico anno in cui si è potuto programmare per la stagione successiva è arrivata (sul campo) la promozione in serie A.
Sempre ringraziando Enrico Preziosi per aver evitato il fallimento gradirei dicesse, se gli fosse necessario, di quanto tempo ha bisogno per organizzare in maniera seria ed efficente la Società, da quel momento il metro di paragone per divenirlo "buono" o "cattivo" sarebbe solo l'aspetto sportivo (dove sbagliare è normale) ma dove "vedere" la volontà di investire per il futuro è sicuramente più semplice. La domanda è semplice, quanti sono disposti ad aspettare? Per altro conto nell'orgoglio da sempre esternato da Preziosi, per dimostrarci (in senso lato) che quanto accaduto da giugno scorso ad oggi nasce, eventualmente, da errori e leggerezza ma non da malafede, riportandoci dove tutti vogliamo tornare e, possibilmente, restare in maniera stabile. Scusate l'intervento e FORZA GENOA



Re: Abbasso il presidente
di Nemesis il 05/05/2006 16.01

Hai fatto bene Rabax a chiarire. Le persone "sbagliate" di Preziosi non sono affatto un'attenuante, ma rappresentano invece la prima promessa che lui ha disatteso. Quando arrivò al Genoa ricordo perfettamente il suo sconcerto nel trovare una situazione societaria disastrosa e il proposito di riorganizzarla a immagine e somiglianza delle sue efficienti aziende (un po' quello che disse Berlusconi dell'Italia quando si trovò a governare). Preziosi ad esempio, che è uomo di mondo e di calcio, non poteva non sapere che Landini aveva ideato la truffa ai danni di Dino Viola, il presidente della Roma, con la nota telefonata all'arbitro Vautrot per la partita con il Dundee, e che per questo nel 1987 fu anche condannato a un anno di carcere (con i benefici di legge) e al risarcimento di 100 milioni. Anche il suo fiuto nello scegliere i contatti con la tifoseria fece acqua, arrivando alla tragica cena con annessa cassetta registrata. Ottima l'idea di richiamare Scapini, ma se il buon Davide oggi è a Livorno alla corte di Spinelli, una ragione ci sarà ma non sappiamo quale. Preziosi ha poi creduto ai suoi consulenti che gli garantivano di poter spalmare l'Irpef, e invece ha dovuto pagare cash dalla sera alla mattina una vagonata di miliardi. Se Dio creò il mondo in 6 giorni, il settimo si riposò. Fabiani invece ha fatto il Genoa in 5 giorni ma a gennaio ha proseguito, ed era meglio se riposava. Il pazzesco ricorso di S.Benedetto è stato il fiocco con cui Preziosi ha fasciato il pacco-Fabiani, dandogli tutte le colpe per averlo concepito ed eseguito: un po' troppo per un Presidente che, come nel caso Ghomsi, se delega ai subalterni poi si deve tenere le responsabilità e quindi le colpe. Concordo anche con Franci sulle perplessità riguardanti Blondet, il dirigente per tutte le stagioni anche se è quasi sempre autunno. La sua ultima nomina mi stupì non poco ma io l'interpretai come un utile ponte verso la diffidenza della città e quindi una collaborazione che non c'era prima. Quello che ho visto dopo il Cittadella mi ha chiarito i dubbi, e mentre la Freccia Rossoblu sfrecciava tra gli agenti antiguerriglia, altri si abbracciavano in segno di saluto. Insomma, Preziosi ha mantenuto molte promesse, ma quella di fortificare la Società non gli è riuscita. Non per questo va cacciato, tantomeno in questo momento. Anche perchè tutti, e dico tutti, hanno capito che con lui sarebbe possibile pensare in grande, forse per la prima volta dal dopoguerra. Vicende incredibili hanno fermato il progetto che pure funzionava e oggi addirittura c'è chi sarebbe disposto a restare in C pur di vederlo schiattare.



Re: Abbasso il presidente
di Franci il 05/05/2006 14.16

Vorrei soffermarmi su una considerazione proposta da Nemesis e ripresa da Rabax sulle carenze dell'organizzazione societaria. Dico subito che, sostanzialmente, concordo con tale analisi. Se proprio dovessi indicare qualcosa ascrivibile in negativo alla gestione Preziosi, non avrei dubbio alcuno nell'individuarlo in ciò. Il caso Ghomsi è emblematico in tal senso. Un caso in cui - io trovo - si sia peccato di superficialità e, volendo avvalorare una delle teorie elaborate, addirittura di presunzione. Un dubbio, peraltro, mi resta. Allorchè Brenzini, quasi en passant tra l'apparizione di un giocatore e l'altro, durante la presentazione della squadra al Ferraris annunciò l'ingresso (anzi, il ritorno) in Società nelle vesti di vice presidente di Gianni Blondet, vidi levarsi nel cielo sopra lo stadio una miriade di punti interrogativi che salirono a nascondere le stelle. Ma l'euforia del momento relegò il fatto - pur se di grande rilievo in quanto si trattava del vicepresidente e non dell'autista del pullman - nell'angolo delle "altre di cronaca" quando invece avrebbe meritato ben altra considerazione. Cosa che, personalmente, feci con un paio di altri amici, anch'essi abituali frequentatori del Muro. La risposta, forse semplicistica ma che in quel momento poteva avere anche una logica, trovava ragione negli avvenimenti che si stavano succedendo e nel fatto che, da tali avvenimenti di segno negativo, pareva emergere una forte responsabilità imputabile all'inerzia dei governi locali quando non, addirittura, una attivazione in senso contrario. Insomma, un tassello rilevante di quel famoso "complotto" da tempo evocato. Ora, se di complotto si possa parlare, non saprei dire ma, per quanto mi riguarda, che l'avvento di Preziosi alla presidenza del Genoa abbia disseminato di mine un percorso, che pareva invece già ben delineato, economico-politico per il futuro prossimo della città, a cominciare dallo spostamento dello stadio, è teoria che non mi sento affatto di respingere. La nomina alla vicepresidenza di personaggio notoriamente legato a doppia mandata a tutt'altro che trascurabile carica istituzionale - e quindi politica ed economica - poteva dunque essere interpretata come il boccone amaro da ingoiarsi da parte di Preziosi in cambio di una "tregua" almeno sul fronte locale. Gli eventi successivi inducono a screditare tale tesi a pro di quella miseranda, ma non più trascurabile, della talpa o, se si vuole, della serpe in seno. Certo è che le voci (accreditate) che parlano di un vicepresidente visto, nel dopo partita col Cittadella, in colloquio ed atteggiamento tutt'altro che conflittuale - come ci si sarebbe potuto e dovuto attendere visto l'interlocutore - con lo stesso soggetto che pochi giorni prima, dalle pagine del giornale "cittadino" per eccellenza, aveva lanciato proclami di guerra contro la Società, è cosa che, quantomeno, fa pensare. Davvero poco bene, per giunta. Così come è rimasta viva una delle prerogative che hanno contraddistinto da sempre, ancorchè da sempre deprecata, l'ambiente societario rossoblù, al punto da renderlo configurabile quale casa con pareti di paglia ed imposte sempre spalancate non per cambiar aria ma per favorire la fuoriuscita di notizie. Dettaglio particolarmente criticabile, non più instradate direzione stampa, bensì frange di tifoseria. In merito mi sono già espresso. Qualora Preziosi intenda proseguire, qualunque sia il campionato da disputare, prima ancora che preoccuparsi della campagna acquisti, occorrerà por mano ad una drastica campagna cessioni in ambito societario, fosse anche a partire dall'impresa delle pulizie. E, mi sento di aggiungere, Preziosi dovrebbe riuscire ad individuare un paio, non più, di maturi tifosi di provata fede e nessun interesse se non quello per i colori rossoblù capaci, al di fuori di incarichi societari ufficiali, di guidarlo nei meandri umorali della tifoseria genoana altrettanto perniciosi, per i foresti, della maccaia. Fermo restando il legittimo ed inquietante interrogativo se abbia, Preziosi, mani davvero libere per operare in tal senso.



Re: Abbasso il presidente
di RABAX il 05/05/2006 08.16

Bello l'articolo e, davvero, tanti commenti interessanti
Tra i molti voglio cogliere e sottolineare alcuni dei concetti esposti da Nemesis che sintetizzo. come del resto ha fatto con lui, con la frase .... si è circondato di persone sbagliate....
Non credo che Nemesis lo abbia scritto con l'intenzione d'accreditare attenuanti.
In effetti non mi pare proprio che la circostanza lamentata lo sia, anzi temo che qui, su questo aspetto forse trascurato da altri, che personalmente mi sento più deluso.
Al suo arrivo in molti avevamo chiesto di "riorganizzare", di creare al più presto una struttura societaria forte, adeguata con uomini esperti e professionalmente di valore assoluto.
Quello, insieme agli indispensabili investimenti, doveva essere il presupposto per una “stagione” esaltante dopo tanto buio.
Qualcosa d'importante si è fatto per la panchina (abbiamo visto, ultimo Guidolin, alcuni dei nomi più in vista, certo non mezze calzette, anche se poi i risultati non sono stati pari alle attese.
Anche per la rosa della prima squadra abbiamo la soddisfazione di veder arrivare giocatori importanti (Milito, Stellone,Tedesco, ecc. ecc.).
Non mi sento invece di dare molti riconoscimenti per l'organizzazione societaria.
Non ne faccio questione di nomi, ma i barlumi di buone intenzioni, leggi Scapini, sono durate poco.
Non si sono mai sapute le ragioni di quell'inspiegabile divorzio, ma è difficile pensare bene e dubito che, alla base, ci sia stata una carenza di professionalità.
Era ed è quello dell'organizzazione societaria il nodo cruciale, chiedevamo e ci era stata promessa una struttura moderna, efficiente come le migliori aziende, probabilmente come quelle del Presidente Preziosi, ma non mi pare che questo sia ancora avvenuto.
Società anche modeste come ad es. l'Empoli fanno da anni la loro onesta figura non certo per l'entità degli investimenti fatti, ma soprattutto per la loro forza "societaria", intesa appunto come efficientissima struttura organizzativa.
Magari l'ambiente da meno pressioni e responsabilità, ma faccio fatica a conoscere piazze dove non si contestino i cattivi risultati.
Chiaro che ora altre sono le esigenze di particolare momento, ma certamente alla prossima assemblea societaria su questi temi si dovrà tornare a discutere e si chiederanno risposte precise.
Ora prepariamo al meglio i play off, una "partita" che inizia già domenica prossima a Teramo, e vediamo di metterci alle spalle nel modo migliore quest'ennesima tribolata stagione e poi, con auspicabile maggior calma e serenità, bisognerà "allargare" i discorsi.
Alè Grifo!





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