Si va.
Siamo pronti.
Avete preso le sciarpe? Raccolto il coraggio?
Allora tutti al Ferraris.
Vogliamo la rivincita e la vendetta della giustizia.
Vogliamo la rivincita su questa Salernitana, perché davvero è un fatto strano essere tornati da Salerno dopo aver avuto rovinata la caviglia di Fusco, rotto un dente di Botta e incassato un k.d. da pugno al mento di Stellini a palla lontana, senza che alcuno degli autori sia stato neppure ammonito. (Trovo sbalorditivo che questo terzo episodio, che è documentato, sia passato sotto silenzio. Addetto stampa del Genoa, neppure tu hai fatto sentire una voce?).
Questa rivincita possiamo ottenerla soltanto attraverso il gioco, e non sarà tanto facile.
Vogliamo ottenerla nonostante il vento di favore che ha sospinto la Salernitana e in barba a tutti i bastoni che invece sono stati messi tra le ruote a noi; nonostante l’unione che c’è a Salerno a favore della loro squadra e la disunione e l’ostilità e le quinte colonne che sono presenti qui.
Ma sopratutto ci aspettiamo la rivincita e la vendetta fuori dal campo di gioco.
Alcuni dei nostri nemici sono crollati, ma finora attraverso troppo dignitose dimissioni. Pregustiamo soddisfazioni ben più corpose.
E’ avvenuto quello che ci auguravamo: il presidente Preziosi si è procurato l’occasione di riversare nel seno di una Magistratura finalmente incisiva, le ragioni della propria amarezza.
Ora il presidente Preziosi non ha più la figura del colpevole, ma assurge a quella di un coraggioso accusatore, perseguitato da una federazione immorale.
Le iniquità a danno di Como, Perugia, Genoa diventano motivo di orgoglio.
Oggi non lo vedremo al campo: generosamente ha voluto sopire ogni contesa.
Ma speriamo che da oggi comincino ad arrivare ben meritate soddisfazioni.
Noi lo aspettiamo.
Vittorio Riccadonna