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dalla redazioneMotivi di ristrettezze
15/06/2006

 

Ricordiamo il vecchio campo del Genoa come uno dei più ampi d'Italia.

Nelle partite in casa, la larghezza del terreno favoriva il gioco d'attacco e lo spettacolo.

Quando poi la nostra squadra si presentava per esempio a S. Siro, non doveva soffrire del trovarsi in un campo di gioco più largo. 


 


Purtroppo il nostro antico tempio in conseguenza del "Gregotti" subì una fortissima riduzione della capienza spettatori, mentre contemporaneamente altri campi finanziati in occasione dei campionati del mondo da disputarsi in Italia (Milano, Torino, Roma) l'avevano aumentata, con la conseguenza di una retrocessione d'importanza della nostra città anche in vista delle grandi partite internazionali.

L'ho sempre considerato uno dei più nefasti autogol di Genova.

Ma, oltre a questo, il Ferraris dovette patire anche una riduzione del terreno di gioco. Infatti il Comune ne ha diminuito la larghezza di qualche metro. Si sono accorti a posteriori, pare, di questa esigenza.

Mi sembra di vedere, ora, che adesso il manto erboso si interrompe pochi centimetri al di fuori della linea laterale, lasciando una piccola pendenza.

Riferimenti: la larghezza della linea laterale deve essere al massimo di 12 centimetri; il diametro del pallone è intorno ai 22 centimetri (68 e 71 centimetri sono i limiti minimo e massimo della circonferenza).

Scorcio del campo dal parterre della tribuna

Particolare della linea laterale

Il pallone quando tocca quella specie di scalino tende ad uscire pur trovandosi ancora in parte al di sopra della riga e quindi in gioco.

Così, almeno, appare, salvo misurazioni sul posto.

Che senso ha aver procurato una possibile irregolarità tecnica e una difficoltà ai giocatori per risparmiare pochi centimetri d'erba? Non ricordo, in altri stadi anche i più modesti, una simile ristrettezza.

Per il nostro glorioso campo di gioco, una ... mancanza di "rispetto".  


Vittorio Riccadonna

 



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"Motivi di ristrettezze" | 1 commento
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Re: Motivi di ristrettezze
di achab il 15/06/2006 17.47

quando venni via da Genova, amatissima (madre matrigna), c'erano circa 700/750.000 abitanti, di cui 500.000 almeno genovesi di famiglia, tradizione, cultura. Oggi Genova viaggia appena sopra il mezzo milione, e gli indigeni rimasti ne costituiscono pressappoco la metà. Allora si andava in 55.000 a vedere Genoa-Lecco. Oggi - anche per le mutate condizioni socio-televisive - per celebrare una promozione sembrano bastare 35.000 posti. I numeri si sono ristretti: quelli "evidenti", quelli reali. Poi magari saranno moltissimi quelli che seguono il Genoa in Tv e forse, chissà, da uno schermo anche il nostro terreno di gioco sembrerà più grande di come l'hanno ridotto...





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