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dalla redazione''Sonata caratteristica''
20/06/2006

 

(Gli addii – L'assenza – Il ritorno)

 

                                                Addio, Macalli addio,

                                                il Grifone se ne va

                                                e se non gioissi anch'io

                                                sarebbe una viltà

                                                sarebbe una viltà.

 

Dopo i ringraziamenti, viene il momento del commiato.

 

 


Mi son sorpreso a canticchiare tra me, con le parole un po' modificate, quel vecchio inno militaresco che qualcuno ricorderà.

 

Ho anche pensato alla brillante sonata Beethoveniana del titolo.

 

Dunque, salutiamo con musica allegra amici e nemici, compagni e avversari di un'impresa che davvero molta soddisfazione merita.

 

Addio, Macalli, non ci siamo piaciuti, userai i tuoi pesi e misure verso altri, non li invidiamo, forse troverai un altro pesce un po' grosso da far rimbalzare dalla domenica al giovedì e da mettere a calendario senza pudore, guarderemo il tuo impegno.

 

Addio, Carraro, finalmente speriamo in un'aria più pulita.

 

Troveremo Galliani, ma a quel posto resterà poco ("non saranno dimissioni").

 

Addio, belle maglie numerate come una volta e non imbruttite dai nomi dei giocatori sulla schiena. Rientriamo in un mondo di società per azioni.

 

Addio, Lumezzane di presidente genoano. Ci spiace la tua retrocessione, con noi sei stato sfortunato, ci ricorderemo del tuo campo di montagna dove l'altoparlante rispettoso non faceva nessuna pubblicità. Conservo fotografie della tua valle, forse le mostrerò anche ai nostri lettori.

 

Addio, Pro Sesto, nel tuo stadio civettuolo, con gli alberi intorno più alti delle gradinate, i tuoi avevano esteso uno striscione che auspicava "una vittoria per entrare nella storia", ma la fortuna non l'ha voluto. Auguri per la categoria inferiore.

 

Addio, Pro Patria, quasi quasi non mi sarebbe spiaciuto tornare a Busto Arsizio anche per rivedere quella chiesa di scuola Bramante, però sopratutto, questa volta, per vincerci. Forse i 4 gol che ci avete fatto resteranno gli ultimi della storia, ma non si può mai dire, chissà che non ricaviate una spinta, per risalire, dalla vostra spessa attività minore.

 

Addio, San Marino, ci hai offerto una partita dura ma una vacanza dolce e un paesaggio non comune.

 

Addio Pizzighettone, hai fatto due grandi partite contro di noi. Mi è sembrata una malizia farci incontrare subito, il nostro glorioso nome affiancato al tuo, scusa, un po' singolare, tu però neopromossa quindi già con un gioco, avversario spinoso per il nostro inizio di squadra rabberciata in fretta. Ci ricorderemo del tuo Quadri.

 

Addio Teramo, sei stato anche tu una vittima, sacrificata per buttarci tra i piedi quella Salernitana che era la vincente predesignata, ma i nostri giocatori hanno avuto sangue da grifoni.

 

Addio, Sambenedettese, hai saputo darci una lezione nonostante la situazione economica che ti angustiava.

 

Addio a tutte voi squadre di società a responsabilità limitata, che ci avete lasciato una sensazione di calcio un po' più autentico, più vicino alle origini. Vi lasciamo per accostarci al posto che ci spetta.

 

Ma non è stato un inferno. L'inferno esisteva nei nostri pensieri.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 

 

 



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"''Sonata caratteristica''" | 5 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 22/06/2006


Re: ''Sonata caratteristica''
di Franci il 22/06/2006 14.23

Ottimo, davvero...Potrà anche sembrare assurdo, ma questo campionato condotto all'insegna degli altalenanti sentimenti, mi ha riconciliato col calcio. Finalmente, tranne rarissime occasioni, trasferte in cittadine dove quando arrivavi bardato di rossoblù, venivi avvicinato da tifosi locali che mostravano ammirazione e rispetto per la nostra storia, compendiati nello striscione di Sesto che mi ha riempito di gioia al punto che, quasi quasi, gliel'avrei persin ceduta la vittoria...E se ho sorriso, ai limiti dell'incredulo, vedendo gli spogliatoi stile Ligorna o Ca' de Rissi di certi stadioli, mi si è stretto il cuore entrando nell'impersonale ed anonimo Euganeo e ripensando all'Appiani del paron. Cosa mai sarà passato nella mente di Gazzoli, o Barasso o Scarpi quando, guardando dritti di fronte a loro, vedevano spuntare dietro la porta avversaria il campanile grazie al quale neppure avevano bisogno di chiedere quanto mancava alla fine...E allo sconosciuto pavese che mi ringraziava perchè, per una sera, "mi sono sentito a San Siro", posso solo dire che sono io a ringraziare lui. E' durato - fortunatamente - solo un campionato...perchè noi "siamo il Genoa" ed il nostro posto è, di diritto, in un'altra categoria. Una categoria in cui, per spostarci, dovremo farlo in pullman regolarmente scortati dalla polizia, giusto in tempo per arrivare allo stadio mentre leggono le formazioni, senza aver potuto fare nemmeno un giretto in paese a bere un bicchiere di quello buono locale o ad ammirare una chiesa, una piazza lungo la quale incrociare Onofri per un "salve, mastronofri", percorrere le mura di cinta; per sentirci gridare e gridare a nostra volta insulti e contumelie; dove non avremo bisogno di confezionare striscioni contro Preziosi e la società perchè ci avranno pensato gli altri...Eh sì, bello e tonificante sapere che siamo di nuovo alla Domenica Sportiva, che siamo tornati tra "Quelli che il calcio...". Peccato che il calcio, quello vero, quello che abbiamo portato noi in Italia, non ci vedrà più protagonisti. Lo abbiamo perso scendendo da Lumezzane.



Re: ''Sonata caratteristica''
di voce-sommessa il 22/06/2006 10.31

Molto vero, e ben detto.
Questo campionato di C1 2005-2006 è uno dei più significativi della storia del Genoa, forse il più difficile e certo il più sofferto, ma il passaggio delle bandiere rossoblù nei campi di provincia ha rappresentato, con un'unica eccezione, il ritorno nel calcio di lampi di festa e di dignità.





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