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dalla redazioneStoria del portiere * * II : Prende funzione il custode
27/07/2006


All'inizio il foot-ball che si giocava in Inghilterra ci sembrerebbe oggi un misto di calcio e di rugby. Nella confusione delle difformi e per noi strane regole di gioco, emerge a particolare importanza, specie per il nostro argomento, la questione dell'uso delle mani.

Giocare con le mani non era del tutto proibito; piuttosto le norme, che come abbiamo detto divergevano da campo a campo, erano limitative.

 


Si trattava di stabilire se si potesse intercettare la palla con le mani, o colpirla, respingerla, eccetera; e in quale parte del campo, cioè se solo per difendere la propria porta, ecc. Dove si  poteva parare o arrestare la palla con le mani, si doveva poi comunque portarla avanti soltanto coi piedi. E' certo che in origine non era ammesso in alcun college di portare la palla tra le mani.

Esisteva dunque un tipo di gioco in cui davanti alla propria porta tutti i difensori potevano parare con le mani in parità di diritti, senza che un giocatore avesse  prerogative particolari.

A pensarci, doveva essere qualcosa d'appassionante e divertente e quasi quasi io rimpiango quell'antico modo, che mi immagino molto movimentato.

Lo mani si usavano anche per spingersi, tra giocatori.

Soltanto verso la metà del XIX secolo, nel college della città di Rugby decisero di ammettere che, sul proprio campo, la palla potesse essere trasportata con le mani. (C'è una specie di leggenda su uno studente indisciplinato che anni prima aveva portato la palla in gol infrangendo le regole). La novità diventò una delle varianti nel panorama del gioco.

Ma intanto stava avvenendo un altro fenomeno. Gli oramai ex-studenti dei colleges, diventati adulti e appartenendo in genere all'alta società o borghesia, volevano cavarsi il gusto di rinnovare i bei giochi dell'adolescenza. Da questi old boys originarono le prime società calcistiche (molte delle quali infatti portarono questo nome). Però a questo punto per organizzare il gioco al di fuori del chiuso del college diventava necessario accordarsi su regole comuni, e non era facile, poichè i modi di giocare erano diversi e ciascuno logicamente era affezionato ai propri.

I primi tentativi di formulare regole generali, attraverso riunioni presso alcuni colleges, risalgono al 1848.

Ma per arrivare a qualcosa di fondamentale bisogna aspettare il 1863, anno in cui un gruppuscolo fondò allo scopo la "Football Association". Già in partenza, però, le  accanite discussioni non portarono ad un accordo con i sostenitori del "Foot-ball alla Rugby", che avevano assunto una visione particolare sul gioco. Essi si ritirarono e il Foot-Ball Rugby si avviò a diventare un gioco autonomo, con la fondazione di una  associazione separata.
 
La neonata "Football Association" provvide alla sua funzione di comporre un regolamento comune, valido per i suoi pochi membri. Il tipo di gioco che ne sortiva era ancora un po' a metà tra il calcio, come lo pensiamo oggi, e il rugby. Tra varie altre norme che ai nostri occhi suonerebbero strane, fu stabilito che le porte fossero costituite da due pali senza nessun limite di altezza.

Capirete che così non c'era ancora posto per un portiere! Evidentemente intorno al pallone c'era costantemente una tale torma di giocatori da rendere difficile tirare da una certa distanza e la tattica per andare in porta rimaneva lo sfondamento del fronte avversario. Pensiamo, per farci un'idea, alla difficoltà dei moderni giocatori di rugby a trovare lo spazio per calciare un drop contro la porta avversaria che pure è illimitata in altezza e non ha portiere.

Soltanto molti anni dopo sarebbe stato creato, ad opera degli Scozzesi, come ho già avuto modo di scrivere tempo fa, lo schieramento spaziato e il gioco basato sui passaggi.

Negli anni immediatamente successivi alla sua fondazione, nell'Associazione entrarono man mano altre squadre e anche piccoli nuclei di altre associazioni, portando in discussione le loro idee, e ci fu un gran lavoro per rimodellare le regole. Furono gli anni della costruzione delle basi che avvicinarono il gioco a quello che è attualmente. Si doveva scegliere, norma per norma, uno dei tanti modi in uso. Scelte differenti avrebbero orientato tutto il futuro del gioco in forme anche profondamente diverse. Nessuno può sostenere che non sarebbe state migliore! - comunque l'esito è stato di successo.

Nel 1870 si decretò che i giocatori fossero 11 per squadra - cominciava ad essere lontana l'epoca in cui i giocatori si distinguevano soltanto per il colore del "cap" (berretto rosso per una squadra, blu per l'altra) – e fu di nuovo stabilito che tra i pali bisognava collocare una corda  "ben tesa" e la palla per realizzare il goal doveva passarvi sotto.  Ed ecco che così, infine, nel 1871 fu introdotto nel regolamento il ruolo del portiere (goal keeper) quale unico giocatore che poteva giocare la palla con le mani, nella propria metà campo.

Dunque il portiere era battezzato ufficialmente, dopo oltre mezzo secolo di pratica del foot-ball!

Come vedremo meglio, lo spirito che aveva originato questa norma era riduttivo. Non si trattava, cioè, tanto di assegnare prerogative ad un giocatore, quanto di sottrarle a tutti gli altri.

Nel termine goal-keeper si trasferisce la medesima ambiguità del termine goal, in quanto si può intendere propriamente "custode della porta", e nello stesso tempo "colui che preserva dalla segnatura".

Il  calcio giocato secondo le regole così stabilite dalla "Foot-ball Association", fu detto, semplificando, Soccer, mentre il "Foot-ball Rugby" divenne semplicemente Rugby. Il neologismo soccer derivò dunque dalla parola association secondo una di quei liberi adattamenti che sono caratteristici della lingua inglese. Soccer aveva significato restrittivo: i foot-ball  erano molti, il soccer uno.

Per finire con le digressioni linguistiche, va notato che "Football Association" significa primariamente "Associazione di Football"; ma poi venne inteso anche come "Football secondo le regole dell'Associazione" (con passaggio della funzione di sostantivo dalla parola Association alla parola Football). Quando, molti anni dopo, in Europa, si annunciava "una partita di Football Association" si intendevano precisare le regole del gioco, non l'organizzazione della gara. (*) Infatti a fine secolo anche in Italia coesistevano ancora modi differenti di praticare il calcio ma il termine soccer non era venuto in uso, contrariamente a tanti altri, al di qua della Manica. Ma qui ci fermiamo, andremmo oltre argomento.

L'avvento del portiere fu, io credo, il cambiamento più importante della storia nelle regole del gioco, ma gli inglesi del 1871 non potevano ancora rendersene conto. Non si  potevano allora immaginare i conflitti che l'esistenza del portiere avrebbe proiettato tra concetti di gioco che in quel momento erano considerati essenziali allo spirito della competizione.

Cominceremo a parlarne, se vi piace, la prossima volta.

Vittorio Riccadonna

 

(*)  Citiamo come esempio "Le Petit Niçois" che presentava così la partita del 26 aprile 1903 tra il Football-Vélo-Club di Nizza ed il Genoa Cricket and Football Club, partita storica perchè fu la prima uscita all'estero di una squadra italiana:

                               LE MATCH DE FOOTBALL NICE-GENES

 

   Une vraie nouveauté pour le public sera offerte aujourd’hui au vélodrome, avec la reincontre de football-association des meilleurs athlètes génois et niçois.

    Cette épreuve sensationnelle, encadrée de courses cyclistes et pédestres, aura un succès considérable à cause de la valeur des équipes en présence et attirera sur le lieu du match un public énorme.

  

ecc. ecc.

 

Ed ecco come si esprimeva "L'éclaireur de Nice";

 

Le Match de Football Nice-Gênes

 

    Cet après-midi se disputera au Vélodrome du Vallon des Fleurs, le match de football-association que nous avons deja annoncé, le premier que soit joué en notre ville. Les équipes en compétition sont les suivantes :

 

eccetera (seguono le formazioni).

 

 

 



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