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l'opinione''Ci resta solo il Genoa'' di Nemesis
10/09/2006

 

Sono qui davanti al mio foglio bianco di Word e mi prefiggo un'impresa disperata: riuscire a far quadrare la passione per il Genoa con il disgusto per questo calcio che poteva redimersi e non l'ha fatto.

 

Ho esaurito i compromessi e comprendo che la chiave del rebus sta nella separazione dei due mondi, emisferi contigui ma refrattari.

 


Questo mio amore disperato s'illude di rivivere le atmosfere, i suoni, i rumori, i colori, che hanno avvolto la mia infanzia rossoblù, pur consapevole che è troppo tardi per schivare l'inquinamento mediatico.

 

Andare allo stadio rimane per me un atto liturgico che rasenta l'irreale, e ho ancora negli occhi il giorno in cui mio padre, per non far tardi a un Genoa-Juventus, infilò i ravioli che aveva nel piatto in un panino addentandolo poi dopo ogni goal bianconero, e quella volta furono 6.

 

Sono le radici che sostengono la pianta, e perfino una tempesta tropicale denominata Caf (per l'appunto Kafkiana) non è riuscita a spezzare lo stelo centenario.

Siamo acrobati in volo a cui una mano maligna ha sottratto il trapezio ma, tra gli oohhhh del pubblico distratto, ci appigliamo alle reti (quelle dei play-off) e restiamo vivi.

 

Nulla sarà più come prima: si gioca al sabato, con maglie strane, con moviole che scrutano l'anima, con interviste inutili e puerili, con una falsità diffusa che abbindola i gonzi.

Perfino il derby (che anche il prossimo anno non ci sarà visto che noi saremo promossi) non potrà più spartirsi una bella giornata di sport, perché la trappola ordita al Genoa ha una matrice e una valenza troppo precise.

 

La forza del calcio prospera nei suoi immutabili riferimenti: le righe sul campo sono ancora lì al loro posto, la traversa e i pali continuano a essere punti fermi, il coraggio di tirare un rigore accomuna Levratto a Milito, ma già nel fischietto dell'arbitro si annida qualcosa di diverso e c'è stato chi, usando il cellulare, lo dirigeva da lontano.

C'è folklore nella convinzione popolare che chi ruba una mela va in galera e chi truffa miliardi se la spassa in Costa Smeralda, ma quando ti trovi a Marassi con una Melinda in mano a giocare col Lumezzane capisci che stavolta è toccato a te.

 

Il comunicato che il Genoa ha affisso sui muri della stampa nazionale è strepitoso, nobile e preciso,  e se chi lo ha letto non fosse contaminato da interessi di parte, lo condividerebbe.

Invece, una misteriosa forza trainante ha organizzato i vergognosi sconti di pena a chi ha truffato per anni la genuina passione di milioni di sportivi, e non è finita.

Moggi diventa una star televisiva, Carraro se la cava con una multa, gli arbitri che si vendevano al miglior offerente continueranno a far "carne di porco" di ogni diseredato.

La sporca verità che tutti sapevano, e che noi scriviamo da anni, si faceva forte dell'assenza di prove; e così, oggi che migliaia di intercettazioni hanno svelato i trucchi dei prestigiatori, è ancora più grave assistere alla negoziazione della giustizia.

 

I tifosi potranno baloccarsi con le chicche domenicali (alcuni solo al sabato), e allora godiamoci la "palla a terra" di Gasperini, la faccia pulita e la testa d'oro di De Rosa, i corner mai visti prima battuti da Milanetto e Adailton.

Strabuzziamo gli occhi davanti alle magiche triangolazioni del Grifone sperando che, prima o poi, un'ipotenusa con il fiuto del goal entri nel rettangolo di gioco e quadri il cerchio segnando dal vertice una rete in diagonale.

 

Quello che accadrà nelle segrete stanze della Figc non ci riguarda più, ora è tutto a posto, c'è Matarrese che ci tutela.

Se Juve e Napoli sono già promosse, resta un posto che la nemesi dovrebbe assegnare al Bologna dell'onesto Gazzoni Frascara o al Genoa del tenace Preziosi, entrambi raggirati con malizia; e per completare l'opera mi voglio rovinare: immagino che Macalli tifi Genoa, perché nella penombra della sua cameretta avrà riflettuto su quale società andasse radiata per davvero.

 

In questo mare di contraddizioni resto sospeso tra fantasia e realtà, e senza barare scelgo la prima.

Mi coccolo i goal soltanto immaginati, e per questo ancor più belli, che le parole di Ameri disegnavano nell'etere mentre Ciotti lo interrompeva, ma tutto è così lontano che confondo Frizzi con Greco e Gasperini con Santos.

Mi illudo che i Genoani applaudano i tifosi avversari che arrivano al Ferraris dopo viaggi estenuanti, che apprezzino le belle giocate degli altri invece di fischiarle, che restituiscano un senso civile a questo sport blindato... ma soprattutto che non si scazzottino fra Genoani.

 

Ora che è troppo tardi per salvare il calcio, ci resta soltanto il Genoa.

 

Nemesis

 

 



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"''Ci resta solo il Genoa'' di Nemesis" | 5 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 13/09/2006


Re: ''Ci resta solo il Genoa'' di Nemesis
di Chicca il 13/09/2006 23.10

Solo per salutarti e chiederti di scrivere.... ancora ancora ancora ancora ancora...Ge e noa Ge e noa!

Un abbraccio RossoBlu e un alè Genoa senza fine.





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