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il Grifone in campoGrande vittoria in una partita chiave
15/10/2006

Brescia   0

Genoa     2
(19' Sculli; 46' p.t. Sculli)


Nell'avvicinarmi alle colline delle prime prealpi della Val Trompia mi era capitato di considerare le varie condizioni di difficoltà che ci aspettavano allo stadio Rigamonti. Ci toccava giocare sul campo della squadra prima in classifica alla pari con noi e col Cesena, considerando la media inglese, che è il sistema di conteggio meno sensibile agli sconvolgimenti del calendario voluti dal "palazzo".

 


Lì ci aspettava una squadra ben riposata, che preparava questa  partita da due settimane. Si diceva fossero molto bravi sui calci franchi (ne avevano cavato già sei gol, così si leggeva) e proprio questo sembrava un nostro punto debole, con i nostri difensori di statura meno alta di alcuni loro attaccanti. Il loro stimato allenatore aveva profittato del riposo per venire al Ferraris a studiarci. Noi viaggiavamo invece marcando assenze e con giocatori in dubbio per malanni. Infine avevamo lasciato il sole luminoso di Genova e ci inoltravamo in un ambiente autunnale cupo per spessa coltre di nuvole, che, senza motivo logico, mi sembrava favorevole alla squadra di casa – chissà perché. Le due  trasferte precedenti le avevamo fallite, in modi differenti; questa era certamente il banco di prova più difficile.

Invece, quando ci siamo lasciati Brescia alle spalle, grandissima era la nostra gioia. Non perché quelle difficoltà fossero inventate: gli azzurri del Brescia hanno confermato sul campo il valore della loro squadra. Ma perché a quelle difficoltà il Genoa è stato superiore dalla cintola in su. Molti vecchi tifosi di noi affermavano di non aver visto da tempo giocare il Genoa così bene.

Sul campo del Brescia la nostra squadra si è dimostrata molto, molto forte. Abbiamo superato un banco di prova severo e l'abbiamo superato davvero in bellezza. Non dirò la solita frase: "non illudiamici (il cammino è lungo...)"; al contrario, dico:  "illudiamoci" -  il  nostro valore è reale, ci aspetta un bel futuro. 

Il nostro allenatore ha ottenuto, con rapidità sorprendente, un gioco d'assieme fluente e organizzato. I giocatori sanno proporsi puntualmente l'uno in appoggio all'altro e sanno in anticipo come giocare la palla. La squadra è votata alla costruzione del gioco sotto forma di palleggio e di scambio e nei periodi in cui riesce a prendere in mano il gioco diventa padrona del campo. Invece ci sono momenti in cui il gioco è in mano agli avversari e allora vediamo il Genoa stretto in difesa e talora in difficoltà.

Anche nella partita di Brescia abbiamo assistito a questa alternanza di momenti.

Il Brescia si schiera in modo atipico, con un solo attaccante fisso ed inserimenti da dietro e sulle ali. E' un attacco difficile da marcare. Per dieci minuti non solo predomina ma anche conduce due o tre azioni molto pericolose. Ma poi il Genoa si svincola e mette in campo una enorme superiorità di manovra: il Brescia è alle strette. La fase centrale del primo tempo è dominata dai nostri, che, dopo un tiro di Rossi ribattuto in corner, riescono a segnare con un'entrata di rapina di Sculli: l'azione si era sviluppata da un calcio di punizione di Adailton.

Subito dopo Zeboli del Brescia ha l'opportunità di un tiro di testa che in diagonale va a toccare l'esterno del palo ma Barasso è assolutamente sul controllo.
E' Del Nero che a sei minuti dalla fine del tempo ha sul piede un pallone d'oro per pareggiare ma gli fallisce il tempo e c'è De Rosa a deviare. Ma non è un dominio del Brescia: non solo la partita è in equilibrio, ma addirittura il Genoa riesce ad andare sul 2-0 per merito di una ottima giocata di Tavares, che comincia a farsi vedere, conclusa di testa da Sculli ancora sottoporta.

Durante l'intervallo i più intraprendenti, tra le tifoserie delle due parti, hanno il modo di manifestare il poco amore reciproco; il fatto attira anche l'attenzione dei tutori addetti a simile comportamento.

L'inizio del secondo tempo vede il dominio del Brescia, che porta azioni pericolose e per molti minuti il Genoa non riesce ad uscire dalla propria metà campo. Gli attaccanti del Brescia hanno del valore e conquistano un calcio di rigore per l'atterramento di Possanzini che ha superato ottimamente de Rosa. Siamo tutti in timore che sul 2-1 si prefigurerebbe un secondo tempo di sofferenza ma dal dischetto il medesimo attaccante spara altissimo in maniera assurda; Barasso si era spostato sulla propria sinistra probabilmente intuendo la direzione del tiro e questo, secondo una mia supposizione, aveva indotto Possanzini a cambiare impostazione del corpo e aveva tirato fuori equilibrio.

L'errore è mortale per il Brescia. E' vero che il bravo Serafini si mangia un gol, sotto Barasso, girando un pallone, anche lui, altissimo, verso metà tempo; ma le azioni del Genoa non si contano e anche le sue opportunità di andare al terzo gol.

In conclusione davanti al forte attacco del Brescia la difesa del Genoa non si è dimostrata insuperabile e senza dubbio sul risultato finale hanno avuto influenza vari errori di tiro dei bresciani, che hanno anche fallito un paio di temute punizioni dal limite, regolarmente respinte. Tuttavia il Genoa ha dimostrato una cifra di gioco chiaramente superiore ed ha a sua volta mancato alcune occasioni. Quindi: una partita anche fortunata, ma è valso ancora il vecchio detto che la fortuna aiuta i più forti.

Alé Genoa!, coll'imbattuto Cesena sarà dura, ma sabato saremo in tanti, al Ferraris!


Vittorio Riccadonna

 



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"Grande vittoria in una partita chiave" | 2 commenti
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Come l'ho vista io...
di 102 (centodue@gmail.com) il 16/10/2006 14.59

Il Genoa di Sabato ha avuto davvero pochissime incertezze.. ma le poche che ha avuto poteva pagarle MOLTO CARE..

Come ha giustamente sottolineato Gasperini, se il Brescia non avesse sbagliato il rigore e quel gol a porta vuota (stile Adailton a Lecce), la partita sarebbe stata diversa.

Nei primi 15 minuti di gara mi è sembrato di rivedere il Genoa di Modena... e la mia impressione è stata confermata quando Anna Billò ci informava del fatto che Gasperini non era contento dei troppi lanci lunghi in generale e di Bega che non "usciva" mai palla al piede. (ormai abbiamo il palato fino.. e i "lanci lunghi" stile zamp non ci piacciono più!)..  :-)

Comunque sia, va benissimo così!

Quando si devono vincere dei campionati la FORTUNA deve esserci... e a Brescia, sinceramente, siamo stati fortunati (quanto il lecce 15 gg fa..)

Non lasciamoci andare a facili esultanze.. cerchiamo di stare con i piedi per terra... e godiamoci questo momento sperando che duri ancora a lungo... aspettando Greco.. e Figueroa!

Ciao a tutti!
Cristina



Calma ragazzi....
di RABAX il 16/10/2006 09.42

Non è mia intenzione gettare acqua sul fuoco, ne sono accreditato quale “dispettoso” per natura.

In ogni caso preferisco non unirmi al sano e genuino entusiasmo che la brillante e meritata vittoria di Brescia ha generato, e non solo in Vittorio.

O. K. discorsi triti e ritriti, ma sappiamo oramai bene tutti che quando c'è di mezzo il Genoa occorre temere tutto, soprattutto l'imponderabile.

Alla bella vittoria di Brescia darei una lettura "pratica", essenziale : a Brescia ha perso chi ha fatto tanti, troppi errori, come del resto a Lecce.

Capisco che messa così è forse un po' troppo ingenerosa nei confronti di una squadra che ha mostrato ed ha confermato di avere un'ottima organizzazione di gioco, che ha tenuto il campo con autorità di fronte ad una diretta concorrente e nella sua tana, che ha dimostrato di avere molte frecce al suo arco e, per me la cosa più importante, ha mostrato una grande consapevolezza nei propri mezzi.

Ho apprezzato, infatti, moltissimo la mentalità vincente che anima il suo allenatore ed i ragazzi che lo seguono con convinzione.

Parlo, infatti, per com’è stata decisa la formazione iniziale nella quale, rispetto la  domenica precedente, è uscito un centrocampista di copertura come Botta per far posto alla punta Sculli.

Scelta di puntare alla vittoria dichiarata apertamente nonostante più di un problema per i due elementi più in forma del momento (anche se ora Milanetto sta tentando il sorpasso) e cioè Greco. che poi, speriamo, solo precauzionalmente, ha rinunciato e Marco Rossi. 

Ecco una mentalità del genere e la confermata, anche se ancora migliorabile, organizzazione di squadra sono due pregi, ragionevolmente non transitori, che fanno davvero “illudere”.

Termino con una battuta: qualcuno per favore, quest’anno, vieti al nostro bravo Presidente ed a quant'altri di fare campagna acquisti e vendite a gennaio, mese per noi "pernicioso".

 





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