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il Grifone in campoSuperata anche la bella, indomita Triestina
14/05/2007

 

Genoa C.F.C.                         3

(6' Milanetto, rigore; 11' p.t. Gasparetto; 14' s.t. Di Vaio)

 

U. S. Triestina                        2

(41' p.t. autogol Galeoto; 37' s.t. Eliakwu)

 

 

Ci rechiamo al Ferraris con animo di festa, e andando, e aspettando l'inizio della partita, ci interroghiamo e scommettiamo sui punti che ci mancano.

(Quando ne usciamo, ancora con il medesimo stato d'animo continuiamo nei nostri calcoli).

 

E' quasi palpabile il senso d'attesa ...

 

 


E' quasi palpabile il senso di attesa, che grava sul pubblico, con un bisogno quasi spasmodico di ottenere anche questa vittoria e con la fiducia, che è quasi sicurezza, di riuscire ad ottenerla; un sentimento che rischia di ottenebrarci il senso di una realtà, che insegna invece che tutte le partite sono difficili e tutte le vittorie sono incerte fino a quando non siano conseguite.

 

In attesa delle squadre lo stadio è già fervido di popolo, grida e canti.

 

La Triestina rispetta il cromatismo della sua divisa storica, soltanto inverte i colori: il suo rosso caratteristico lo sfoggia nei pantaloncini e la maglia è bianca. Il portiere Rossi ha una maglia a quarti secondo moda, dai colori rosa e nero tipo Palermo.

 

Il Genoa vince il campo e come di consueto negli ultimi tempi decide di schierarsi  nella metà campo a sud. Segno che tenta di risolvere la partita nella fase iniziale, e infatti così sembra accadere: la partita sembra spremere tutto il suo succo nel primo quarto d'ora. Subito azione della Triestina, che chiede il corner, sulla sinistra, già al 1'; e poi l'ottiene al 3'. Un centro da sinistra di Fabiano batte sul braccio di Testini poco dentro l'area: ancora un calcio di rigore a favore del Genoa, quanto meno dubbio. Milanetto trasforma a passetti – siamo al 6'. All'8' ancora corner per la Triestina e nella mischia Testini stampa la palla sulla traversa, a Rubigno fuori causa. Non passa un minuto che vediamo il primo fallo su Leon: la sua battuta è un pallone veloce e tagliato per la testa di Gasparetto. Siamo all'11': già 2-0 !

 

Ora cerchiamo di capire la partita, sapendo che segnare troppo presto non sempre dà  sicurezza di vittoria.

 

Il Genoa piace moltissimo, disegna sull'erba geometrie di scuola; la Triestina piace, combatte anche duramente per tenere la partita, ha persino a tratti una prevalenza di azioni; la prima parata del loro portiere avviene soltanto al 31'.  Lascia al centro dell'attacco, isolato, un Eliakwu potente, che ha gran capacità di difendere il pallone e di impegnare da solo la nostra difesa, priva proprio al centro sia di De Rosa che di Stellini. Più d'una volta un avversario filtra e si presenta di fronte a Rubigno in assetto di tiro: il nostro portiere è bravo a respingere in uscita, ma al 41' la palla schizza frontalmente fino al limite dell'area a Galeoto che, preso di sorpresa, la rimanda al volo in porta, col portiere ancora a terra.

 

Ma la Triestina trascinata dall'agonismo nel finale del tempo eccede anche in falli e li paga con l'espulsione di Testini, che scioccamente replica un intervento scorretto.

 

Dunque, ci presentiamo al secondo tempo con un gol solo di vantaggio ma un uomo in più, ed ecco che al 14' un fulmine di Di Vaio ridà al Genoa anche il punteggio di riposo di 3-1. Come già altre volte, Gasperini comincia a coprire la difesa sostituendo man mano tutt'e tre gli attaccanti iniziali. Il primo a uscire è Leon: entra Carobbio a gravitare in avanti, a tratti proprio da attaccante un po' atipico, mentre Milanetto retrocede il suo spazio d'azione.

 

I 10 della Triestina profondono tutto il loro ardore.

 

Al 37' il negro Eliakwu, su una palla persa da Milanetto e centrata dalla sinistra, anticipa e trafigge di testa Rubinho in diagonale, abilmente.

 

E infine eleviamo un piccolo monumento virtuale a Criscito, che al 48' salva la vittoria anticipando di testa in rischiosa acrobazia, pagata con un colpo in faccia, il triestino Piovaccari che stranamente solo davanti alla porta stava per scagliare la palla nella nostra rete.

 

Sarebbe stata una beffa, anche se rientrante nella logica del calcio. Nella mia sintesi ho trascurato le molte azioni pregevoli e le varie occasioni dei rossoblù, che senza dubbio hanno avuto tutti i titoli per vincere anche questa partita e li mantengono per quelle a venire.

 

Così sia.

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 

 

 



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"Superata anche la bella, indomita Triestina" | 3 commenti
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Costretto a casa
di RABAX il 15/05/2007 07.09

da un discreto mal di schiena (colpa del tennis?) ho insieme goduto e sofferto di meno, lontano dall'impagabile atmosferta che solo lo stadio ti sa offrire.

Ho iniziato soffrendo non poco per il calcio di rigore.

Spiego.

Mi è, infatti, venuto subito in mente il "decalogo" del Quetz collegato a quanto avevo scritto, in quel momento mi rendevo conto sciaguratamente, nel commento alla precedente partita e cioè....assente De Rosa squalificato? Nessun problema, vista la "forma" di Stellini e non mi ero fermato lì, infatti, garrulo, avevo anche osannato la decisione, immagino del Mister, di designare rigorista Milanetto....perché non ci avevano pensato prima?.........

Giuro di aver passato momenti difficili, prolungati dal lungo studio sulle movenze del portiere del nostro giocatore e poi via la grande liberazione palla a destra, Generoso Rossi a sinistra e dai!

Prima della gara interessante l'intervista ad Adailton.

Una "bugnetta" nera ed una cicatrice sopra l'occhio sinistro e, soprattutto, uno sguardo serioso, sparito, auguriamoci momentaneamente, il bel sorriso solare che ci ricordiamo, solo un accenno quando da studio gli hanno chiesto dei colori della mascherina.

Conclusione, prematuro, temo, il suo reinserimento nella "battaglia" di Bari, per quello che mi riguarda, forse, meglio un rientro soft nel 2° tempo col Pescara in modo d'averlo al meglio nelle ultime. due importanti partite con il Mantova ed il Napoli.

Ultima notazione il silenzio dello stadio negli ultimi dieci minuti: sembravano aleggiassero vecchi fantasmi, ma ancora una volta le cose non sono andate "da Genoa", verrebbe proprio da dire che questo è davvero....., ma avendo ben a mente sempre il famoso "decalogo" scusate, rischi non ne vorrei proprio più correre.

Alè! 

 





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