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l'opinione''L'odissea di un post'' di Nemesis
11/06/2007

 

Cari amici di tastiera, io sono un post che vaga da due anni nel Web, inespresso e senza pace.

Mi sono smarrito e sono rimasto impigliato nella rete, come una stella marina, perché il trionfo che celebravo andò a male come uno yogurt e solo adesso trovo la ragione di esistere e di raggiungervi.

Porto con me i coriandoli e le luci della festa, ma questa serie A è poca cosa rispetto al significato dell'evento.

Infatti, la vera vittoria è il riscatto dalle atroci sofferenze che ciascuno ha vissuto a modo suo, ma sempre pagando un esoso pedaggio.

 

 


Io reco la mia deferenza alle notti insonni, alle viscere aggrovigliate, alla bile invecchiata 12 anni in fusti di rovere, alle damigiane di lacrime accatastate in solaio mentre i lanzichenecchi del calcio banchettavano a champagne.

Questa vittoria è per voi, e nonostante voi ce la godiamo.

Avete instillato una goccia di veleno al giorno per inquinarci, rendendoci inconsapevolmente immuni.

Al terzo gong la commedia è finita, e come un sipario che si srotola in scena, nella gabbia napoletana è apparso il sigillo all'impresa: "Carraro infame" recitava l'enorme striscione, e ora si può dire che il padre di tutti i tiranni ha fallito la missione.

Anche al sig. Iachini occorre dedicare una dozzina di rose scarlatte, e quando i petali appassiranno gli resteranno le spine.

Io sono un post, ma ho un'anima e una memoria.

Ho accumulato umiliazioni snervanti, ogni giorno in attesa del nuovo sberleffo che chiunque si sentiva in diritto di infliggerci, perché moltiplicare lo scempio sembrava il passatempo preferito.

Ho trattenuto milioni di parole che avrei voluto scrivere, perché neppure un foglio Word vergine poteva contenere tanto sdegno, e finalmente oggi m'insinuo tra fili e cavi, oltrepasso i modem, e prendo vita sui monitor accesi dei sopravvissuti.

Chi a Genova pretendeva l'egemonia ha inquinato i pozzi, e ha provato a convincerci che la serie A non poteva esistere, per noi, come fosse un'astratta convenzione o un'illusione ottica.

"State lì, arrendetevi" - ci dicevano - e se del bastone conoscevamo la durezza, della carota potevamo solo intuire la dolcezza.

Sì, grazie Preziosi, grazie Gasperini, grazie alla squadra, ma un grazie grande quanto il mondo va ai Genoani che hanno resistito nell'ultima trincea sull'abisso.

Io volevo essere un post di gioia e mi accorgo di portare rancore, ma non c'è perdono verso chi non è pentito, perché quando serviva una parola arrivava un'ingiuria, o un sospetto, o uno scherno.

In questa babilonia del calcio, Genoa e Napoli hanno inventato il loro esperanto, e sul prato del Ferraris si son viste scene di tripudio condiviso, con gli inviati nazionali sbalorditi e la retorica del vincitore e dei vinti fatta a brandelli, perché a Marassi hanno vinto tutti: presidenti in lacrime e giocatori in mutande, abbracci fra sconosciuti e corse pazze sull'erba che fu.

La consapevolezza della serie A sarà un dolce divenire, un lento rendersi conto che Tv e giornali parlano di te in modo diverso, con più rispetto, accorgendosi che esisti.

Arriveranno altri campioni perché Preziosi non è Fossati e mai ci dirà "bambole non c'è una lira": ha già le mani in tasca, una sull'amuleto e l'altra sul portafoglio.

E i Genoani si abboneranno in tanti perchè questa volta l'ascensore punta al cielo, e chi non vuol volare scenda subito o mai più.

Io sono un post e mi sono smarrito nella rete, ma il mio viaggio è quasi finito.

Porto con me le scorie di taglienti malizie e un campionario di fatali assurdità, ma oggi trovo pace e m'installo nella memoria, per chi ce l'ha.

Se i children hanno visto ieri il big-bang del Genoa, molti ragazzi scopriranno presto il mistero della serie A; e mentre gli anziani sospirano per lo scampato rischio di morire in B, le rotative dell'album Panini scaldano i motori e rinnovano l'almanacco.

Le ultime righe di questo messaggio non possono ignorare lo snodo decisivo: l'unità dei tifosi.

Chi non si sente di dire "grazie" taccia pure, ma collabori per azzerare il passato.

Il Genoa non è di nessuno anzi, è di tutti quelli che hanno sofferto: e  ora che c'è da godere, è meglio farlo tutti insieme.

Click.

 

Nemesis



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