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Genoa CricketLo spirito del Cricket
24/07/2007

Ci siamo accostati a qualcosa di ancora sconosciuto a noi genoani di questa generazione,. Torniamo dalla città di Medicina, dopo il  campionato di serie C 2007 (30 partite in 2 giorni, compresse in circa 2 ore ciascuna),  pieni di impressioni e pensieri nuovi.

Esprimere queste impressioni e questi pensieri non è facile né contenibile in un singolo scritto. 

(Foto Quetzalcoat)

 


Rimandiamo per ora i dettagli tecnici (risultati, classifiche, formazioni), anch’essi problematici per neofiti come noi..

Già la sera della vigilia, all’arrivo all’albergo messo a disposizione degli atleti dalla Federazione Italiana Cricket, abbiamo sentito l’attenzione particolare verso di noi e l’effetto che facevano le nostre ammiratissime divise e il nome Genoa..

La mattina presto di sabato, giusto davanti all'impianto sportivo, per prime vedo  tre figure, che Mark mi indica: "quelli sono gli umpires, è il loro vestire caratteristico". Hanno pantaloni scuri, camicia bianca, un cappello bianco a larghe falde, l'aria solenne e distaccata. Camminano lentamente. Poi, a conoscerli, si riveleranno, dietro il loro intenso aspetto di autorità, cortesissimi. 

"Umpire" (non saprei come descrivere la pronuncia, qualcosa come "mpa") è l'arbitro: nella partita di cricket sono principalmente due. Anche nel calcio delle origini esistevano 2 umpires e un referee. Gli umpires erano subentrati ai capitani nel richiedere la concessione dei falli e inizialmente erano di parte. Il referee era l'uomo di riferimento nei casi in contestazione. Col tempo gli umpires nel calcio sono diventati i linesmen (guardalinee) e l’arbitro inglese ha conservato il nome “referee”; non molti decenni fa il regolamento calcistico lo definiva ancora come “giudice nei casi in contestazione”.

Ma non parlavamo di cricket?, direte voi. Già. Ma pensate alla differenza. In caso di una scorrettezza, sapete cosa succede? I due umpires si riuniscono, chiamano il relativo capitano, lo “informano di quello che è avvenuto” e lo “istruiscono sul modo d'agire”.  Spetterà solo al capitano intervenire verso il proprio giocatore…

Eccoci immersi finalmente nell’emozione della partita d’esordio. I due arbitri e il nostro capitano sono in mezzo al campo a parlare lungamente. Il nostro “scorer” (marcatore), Mr. Keiths, siede a un tavolino: a lui nessun giocatore si può neppure avvicinare!

Siamo sul Campo 3, col “pitch” di struttura reticolare sintetica stesa sopra l’erba-sabbia da campo di calcio adattato.

Il torneo si gioca con partite di due tempi (innings), con 15 serie (overs) di 6 lanci ciascuno. So che vorreste sapere qualcosa sulle regole, ma sono complicate, rimandiamo.

La partita contro i verdi del Castle, squadra della città di Fabriano: si rivelerà importantissima e straordinariamente emozionante. I nostri vincono il sorteggio e scelgono di andare al lancio nel primo tempo. Il lancio va fatto a braccio teso, senza “tirare” la palla, contro la piccola porta (wicket) all’altra estremità della corsia (pitch). A difendere la porta sta l’avversario colla mazza (bat) che conquista i punti per la sua squadra ribattendo la palla ma anche quando il lancio non è corretto (no ball) o peggio è largo (wide ball).

Dunque, i nostri lanciano e sbagliano molto. Poco allenati con palle regolari, emozionati la loro parte, anche per i vari proclami tipo “la storia vi guarda”, il fatto è che molti punti li regalano e poi gli avversari sono bravi. Il Castle marca nel primo tempo 117 punti, non pochi.

Nel secondo tempo sono loro a lanciare e noi ribattiamo con la mazza. Tutti siamo ad osservare il cartellone, che segna il procedere del punteggio, troppo lento. Sembra sempre più improbabile raggiungere gli avversari.

Il cricket è un gioco che vive di numeri. 

A bordo campo il nostro Paolo, sotto il sole già forte, diventa sempre più rosso, in viso e, sembra, sulla testa rasa. Esclama: dopo gli ultimi due campionati, dobbiamo venire a soffrire anche qui! Poveretto, non riesce a conformarsi al distaccato spirito albionico – qualcuno avrà pensato: "shocking!". Però è sofferenza atroce.

Mancano pochi lanci e siamo sempre sotto. Ora siamo arrivati a 110 e mancano  soltanto due lanci. Paolo rivolge le mani al cielo e invoca lo spirito di Dante Lopez. Penultima palla: ribattuta in pieno, fuori campo diretto! Sei punti per noi! E ora ci giochiamo l’ultima, l’ultimissima dei 90 lanci. Il nostro battitore la tocca ancora, riesce a fare una corsa scambiandosi col compagno (117!), si lanciano per la seconda, un avversario arriva prima e neutralizza. 117 pari. Sul tabellone scriveranno: TIE, in rosso. Paolo salta e commenta: è come aver pareggiato al 90’, e ringrazia lo spirito di Lopez.

Nessuno lo sapeva ancora, ma il Castle avrebbe poi vinto tutte le altre partite e il torneo stesso.

La seconda partita si gioca in un’ora di caldo infernale sul “lebbrosario”, come chiamano il campo 4. Questo ha il “pitch” migliore di tutti, poiché si tratta di uno  spiazzo esposto a sud, di grandi dimensioni, preparato in fretta appositamente e al centro ha la corsia con fondo di cemento ricoperta da uno spesso tappeto di fibra. Intorno però la gleba è gibbosa, sabbiosa e con più pietre che erba. Spira un fortissimo vento africano e per tutta la gara gli addetti al cartellone lottano per trattenere i cartelli e li rincorrono. Uno dei due tendoni che danno un po' d'ombra vola via. Sono arrivati i signori Gavarone da Genova, con due simpaticissimi bambini, e portano fortuna. Ogni tanto i bimbi vanno a chiedere quanto manca e la mamma li esorta alla pace. Gli avversari arrivano da aver appena finito un’altra partita e devono essere siano stanchi, così il nostro astuto Mark, vinto di nuovo il sorteggio, decide di andare alla battuta, spedendoli in mezzo al campo a cuocere lentamente. Vittoria facile per noi e ci sorride la fiducia di vincere il girone.

Dovremo giocare contro l’Euratom, squadra di Ispra, l’unica composta in grande prevalenza da bianchi. Si tratta di inglesi che sembrano poco impegnati, senza ambizioni, così come stiamo ad osservarli mentre cedono senza troppo resistere al Castle. Vinsero i primi 4 campionati senza una sconfitta, ma sono anni fa. Schierano giovanissimi e persone mature, in particolare un signore dalla larga circonferenza e dal trotto tranquillo. Si gioca in notturna sul Campo 1, che è un bel campo di calcio erboso e alberato, con palle bianche che prendono molto effetto. La corsia è disegnata direttamente sull’erba.

Mangiata un po’ di frutta , si scende in campo; ma ci accorgiamo che questi avversari, con tutta la loro rilassatezza, sanno giocare. Concluso il nostro turno alla battuta con un risultato medio, nel secondo tempo, dapprima lentamente ma poi con sempre maggior efficacia, rimontano pericolosamente. Il presidente della Federazione, Gambino, ai margini del campo, mi dice: questi i punti li fanno, dovete cercare di eliminarli. Siamo arrivati a 8 eliminazioni: ne mancano 2. Negli ultimi 3 "overs" sembra che riusciamo a tenere, ma alla terz'ultima fanno un fuori-campo. Penultima palla: ci rimane un punto di vantaggio. I nostri si stringono intorno al pitch. Il battitore avversario riesce a far filtrare la palla. Abbiamo perso. Passiamo dal primo al terzo posto.

Dunque, la prima giornata di cricket ufficiale della nostra storia si conclude con una vittoria, un raro pareggio e una sconfitta.

Sul campo a fianco, il Castle si è salvato dalla sconfitta con il Butterfly proprio nel finale. Non ci fossero riusciti, sarebbero passati loro dal primo al terzo posto.

Nella giornata di domenica ci ritroveremo nella rilassante collocazione spirituale di questo sport, assistendo distesi a due partite tranquille per differenza di valori. Vinciamo la prima e nella seconda siamo battuti dal fortissimo Modugno, che esce al settimo posto avendo ottenuto 4 vittorie e 1 sola sconfitta!

Le squadre della serie C non necessariamente sono di scarsa qualità: ma le serie  superiori sono impegnative per strutture e costi.

Usciamo dunque con molto onore da questo torneo, a cui ci siamo presentati con affrettata preparazione.

Nella gradevole cerimonia della premiazione, con pochi e concisi discorsi (assessore allo sport di Bologna, sindaco di Medicina ...) il presidente Gambino inquadra il torneo con ammirevole competenza. Afferma che senza dubbio le due squadre che si sono disputate la vittoria all'ultima gara, cioè Castle e Venezia, sono le più forti del torneo, ma, riferendosi al nostro girone, che nel determinare la classifica hanno giocato alcuni capovolgimenti di punteggio.  

Nel chiamarci al banco, dice: tutte le squadre sono uguali per noi  ma il Genoa è più uguale delle altre. Consegna al nostro capitano la prima coppa di cricket della storia, che attende il suo posto nell'erigendo Museo del Genoa.

Vittorio Riccadonna

il capitano del Genoa Cricket 1893 Abbas Farhat (Pakistan) con il coach Mark Jonathan Ebury esibiscono il primo trofeo vinto al
Campionato di Medicina (Bo) del 21 e 22 Agosto 2007
(Foto Quetzalcoat)

 



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"Lo spirito del Cricket" | 3 commenti
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Caro Vittorio
di Cladem il 28/07/2007 11.01

Una piccola precisazione: il capitano è Abbas Farhat, Pakistano. Tutto il resto è perfetto.





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