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il Grifone in campoResa alla distanza
27/01/2008

 

A. C.  Milan                            2

(23’ II t. Pato; 37’ Pato)

 

Genoa  C.F.C.                        0

 

 

Rientro dal vedere la partita alla televisione al club, dato che, come sapete, appartengo ad una cittadinanza pericolosa e attentatrice dell’ordine pubblico che le nostre autorità democratiche hanno cura di tenere a freno e di impedire di seguire la squadra.

 

Ho televisto un Genoa molto attento alla protezione difensiva. La nostra squadra per l’intero primo tempo ha contenuto gli attacchi rossoneri, moltiplicando le marcature e occludendo gli spazi; ma ha cercato anche la controffensiva, con tanta efficacia che i principali pericoli per lo 0-0 permanente all’intervallo erano stati uno per parte: ...

 

 

 


   ...un tiro di Pato, su un pallone arrivatogli da rimpallo, con respinta non facilissima di Rubinho in mezza uscita, e un tiro ciccato da Sculli su un’azione collettiva complessa. Un forte tiro di Borriello nell’angolo basso più vicino è stato parato dal portiere australiano del Milan, così come doveva fare.

Il primo tempo è caratterizzato dall’azione del Milan manovrata e insistente a centrocampo, con prolungati palleggi a mantenere la palla, e dalle risposte del Genoa veloci e ficcanti, puntate alla profondità; ma il Genoa sa anche contrapporre palleggio a palleggio, manovra a manovra, in modo alquanto brillante. 

Subito all’inizio di ripresa il Milan dà un giro di vite. Il Genoa manifesta stanchezza per il laborioso gioco difensivo svolto e non riesce più a sostenere il suo attaccante Borriello, oramai isolato, nè a mantenere la palla nel campo avversario. Gli attacchi dei rossoneri sono pressanti, che arriveranno al gol appare inevitabile. C’è la richiesta in particolare di un calcio di rigore per mani di Konko, su cui non vi posso dire perché io ero a Genova. A metà tempo il gol arriva: lo realizza il giovane Pato di testa da vicino, cosa non difficile, contro la nostra difesa oramai inevitabilmente sbandata. 

1-0. Scompare dagli schermi la figura intravista di van der Borre che si scaldava: 

Figueroa! Figueroa! (Stiamo allenando un panchinaro, ex nazionale argentino, a tifare per la squadra avversaria).

E Figueroa entra subito, come tutti al nostro club avevano previsto nella circostanza. E subito viene atterrato da una “cravatta” al limite dell’area avversaria. Purtroppo l’arbitro Rocchi da Firenze non vede e non ci concede questa estrema possibilità di pareggio. I giocatori del Genoa non sono più schierati in istretta copertura e la punizione arriva fulminea. Pato brucia il tempo alla difesa e scappa nel vuoto verso Rubinho, il quale esce dall’area, viene superato da pallonetto, tenta la parata e riceve l’espulsione.

Il Milan non ha più difficoltà a controllare la partita e segna ancora con Pato, che, partito forse in fuorigioco, davanti a Scarpi si vede parare ma non trattenere il primo tiro e può comodamente riprendere la palla a porta vuota.

Il Genoa ha fatto quanto di meglio ha potuto, fino a quando ha potuto, coscente di una sua inferiorità: come si è visto, lasciare spazi aperti ai velocisti del Milan non poteva esserci propizio.

Vittorio Riccadonna



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