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il Grifone in campoIl Grifone picchia forte a Udine
24/02/2008

 

 

Udinese C.                             3

(28’ Di Michele, rigore;  39’ I t. Di Michele, rigore;  27’ II t. Floro Flores)

 

Genoa C.F.C.                         5 

(9’ Leòn;  43’ I t. Sculli;  9’ II t. Borriello;  33’ Borriello;  40’ Borriello)

 

 

 

 

Cerco di smaltire l’eccitazione collettiva che ha contagiato anche me, povero spettatore televisivo, e non è tanto facile, per ragionare sulla partita e sul suo risultato infrequente.

 

Una partita equilibrata e vivace; un risultato di otto gol che deriva da errori difensivi (nostri) e da folgoranti prodezze di attaccanti (nostri).

 

 

 


Sapevamo che l’Udinese ha un trio d’attacco di qualità e che esso è particolarmente pericoloso negli spazi larghi. Al Genoa spettavano due compiti antitetici: o tenerlo lontano sostenendo una gara d’attacco, o levargli gli spazi chiudendosi. In fondo, niente che non sia congeniale al nostro giuoco, fatto di compattezza, movimento, collaborazione, vitalità.

 

Impostata la gara nel modo più aperto da entrambe le squadre, presto si nota la maggiore pericolosità dei friulani, che filtrano spesso attraverso la metà campo e lanciano in spazio aperto i loro Quagliarella o Floro Flores. Il Genoa, per intenzione o necessità, ripiega e si dispone a un controllo più stretto, lasciando ai bianconeri maggiore iniziativa. Ma intanto ha scoccato la prima folgore: l’improvviso, violentissimo tiro di Leòn dal vertice dell’area entra sotto la traversa.

 

La difesa sotto pressione, come succede, commette errori. Da un pallone perso in area nasce un calcio di rigore contro, per una caduta un po’ causata e un po’ voluta – difficile in televisione farsi un’opinione sicura. Di due rimbalzi sulle braccia, il secondo provoca un altro rigore, ineccepibile: nel salto di Bovo, a braccia alzate, non c’è intenzione specifica di toccare la palla per ottenerne effetto di giuoco (Bovo neanche la guardava più) ma c’è intenzione generica di opporsi alla palla centrata sottoporta. Sui due tiri, due volte Rubinho viene spiazzato, forse per il muoversi troppo presto.

 

Qualcuno al Club mi ricorda che Orsato da Schio era stato l’arbitro di una certa partita a Pescara – questi genoani hanno memoria da elefante.

 

A questo punto il Genoa dimostra la sua forza. Si riporta avanti, riequilibra il giuoco e trova il pareggio con Sculli che ha il merito di trovarsi sottoporta a rimbalzare la palla in rete, essendosi il portiere Handanovic fatto superare da un traversone, su cui Borriello precedendo il suo marcatore era saltato sembra sfiorando la palla – e questo dubbio genera commenti fini, giacché se l’avesse toccata avrebbe, con questo atto, messo Sculli apparentemente in fuori-giuoco. Si discute su questioni di casistica. Se Borriello avesse avuto un singolo capello più lungo e il pallone fosse avuto una carica elettrostatica tale da attirarlo e provocare il contatto, per questo contatto per così dire passivo l’arbitro avrebbe dovuto fischiare il fuori-giuoco?

 

Mi si domanda anche: se, secondo un altro dubbio, la palla precedentemente fermata da Bovo col braccio fosse stata diretta ad un udinese in fuori-giuoco, dare il rigore sarebbe stato corretto?

 

Ma su tali inquetudini è inutile soffermarsi. Atteniamoci al concreto. Cioè, a metà partita: 2-2.

 

Il secondo tempo vede il Genoa più in sella. Ed estrae un’altra grande stoccata, con una girata quasi in dietrofront, da fermo, di Borriello, dopo un fine palleggio capzioso al limite d’area.

 

La difesa del Genoa assiste scettica alla grande rincorsa di Dossena dell’Udinese, che invece riesce a raggiungere il pallone e centrarlo di sinistro di prima. La palla spiove brodosa in area di porta. Rubinho non provvede. Floro Flores sormonta Criscito e di testa mette in porta. Vantaggio sfumato, con nostro generale dispetto.

 

Rimpolpato l’attacco con Di Vaio, il Genoa si ripresenta in avanti. Vediamo, su angolo a nostro favore, una respinta di testa fiacca, frontale (come non si dovrebbe fare) verso un Borriello libero che si era sottratto dalla mischia. Bravissimo, Borriello: stop di petto efficace, tiro secco tenuto basso che buca la mischia. Prodezza è stata tenerlo a terra, altrimenti non sarebbe entrato.

 

Ora il Genoa ha in pugno la vittoria. Anzi Borriello arriva di testa anche sul pallone del quinto gol, quasi in tuffo.

 

Terminiamo la partita a testa alta, così come l’abbiamo condotta.

 

Che bel viaggio di ritorno, mentre io scrivo, stanno facendo i nostri 500 genoani, da Udine!

 

 

Vittorio Riccadonna

 

    

  



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