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l'opinione''Allo stato dell'arte'' di Nemesis
27/06/2008

Il mercato del Genoa aggiorna la realtà in tempo reale, e l’ora legale gli fa un baffo nonostante Palazzi.

C’è frenesia nelle movenze di Preziosi e, se ultimamente sembrava più un ragioniere, adesso inventa puzzle affascinanti incastonando le giuste tessere, con la speranza che non gliene avanzino.

Verrebbe da dire che il Presidente ha uno spirito “ultrà”, se non fosse che proprio i più irriducibili di loro lo sminuiscono e lo ridicolizzano.

 

 


Nel loro insieme comunque, i Genoani sono maturati e nessuno ha battuto ciglio per la cessione dei migliori.

Anzi, quando l’Inter ha nicchiato per Konko, si è sparso il panico tra chi pregustava l’utilizzo dei dobloni.

Questo perché ormai si dà per scontato che nessuno sia insostituibile, che si debba monetizzare un’occasione e che sia improbabile la duplicazione di un’annata eccezionale.

La parola d’ordine degli acquisti è stata “meno scommesse e più certezze”, e la solidità della rosa promette orizzonti concreti e intriganti.

L’altro problema risolto, il più drammatico, riguarda il tormentone che imperversava su tutti i siti rossoblu: “ci vuole più qualità”… cantava il coro, e il maestro ha cambiato l’80% del gruppo inserendo ottimi baritoni per il controcanto e fantasiosi tenori per gli acuti.

Il tutto, con la vaga sensazione che possa arrivare la chicca finale, perché la speranza di una sorpresa galleggia inconfessabile nel brodo primordiale del Genoano.

Se Mesto e Modesto e Palladino erano obiettivi di Preziosi, il loro reciproco interesse blucerchiato ne ha moltiplicato la voglia, perché il troppo orgoglio è una brutta bestia ma a volte conduce a risultati esaltanti.

Interessante la strategia delle alleanze: si confermano quelle con Juve, Reggina e Napoli, nascono quelle con Fiorentina Parma e Bari, si irrigidiscono i rapporti con Inter e Piacenza, si normalizzano con il Palermo mentre, il termine Crotone, continua a esercitare un’attrazione subliminale ma, ormai per fortuna, solo nominale.

Appare monco il dialogo con l’estero, dove pure i buoni giocatori costano meno e le giovani promesse sculettano nell’aia, ma la palizzata nazionalista di Gasperini non concede deroghe ai giochi di prestigio e al decalogo tattico.

Si discute sui contrasti fra Allenatore e Presidente, sicuramente plausibili, ma se la mediazione possibile è la squadra che si sta formando, il sacrificio di un Cigarini vale l’indulgenza plenaria… “per mille secoli almeno… ma noi non ci saremo”.

Per i più accaniti, c’è sempre la speranza che Preziosi approfitti delle vacanze di Gasperini in Brasile, e gli faccia trovare a Pegli un Turco o un Russo… ma con il nonno Crotonese.

Non mi è chiaro se Figueroa dovrà essere il reagente che valorizza la nuova catena chimica, o se invece sarà lui a doversi esaltare per un dialogo impossibile prima: classico esempio di problema con due soluzioni, entrambe giuste.

L’importante è che ci sia lui, e non vecchie cariatidi o eterne carneadi sostenute dalla pompa del nome.

Il futuro sorride e, gli innegabili problemi di amalgama in un collettivo tanto diverso, saranno lo stimolo di Gasperini che già al suo primo anno genoano non si era fatto intimorire dalle novità.

Anzi, prevedo una crescita tattica in quegli elementi incompiuti, un giusto equilibrio tra la fantasia e il disordine, tra l’egoismo e la geometria, fra il voler vincere e il non dover perdere: e per i più cocciuti... tutti a ripetizione da Sculli, che sa la lezione ed è il cocco del Mister.

Dovessi esprimere un timore, non riguarderebbe il rendimento della squadra, ma il solito inafferrabile concetto di equità che questa Federazione non sa garantire.

Interessi dilatati e sudditanze endemiche potrebbero solo sfiorarci o, in caso di risultati troppo esaltanti, ridimensionarci al ruolo previsto dalla geopolitica.

L’arbitraggio di Roma – Genoa rimane il massimo esempio di un delitto perfetto dove non c’è stato neanche il morto, per non parlare delle partite arbitrate da Saccani, perse in partenza.

Ma poiché è troppo presto per mettere il carro davanti ai buoi, mi godo questa lunga vigilia e ci metto dentro le frustrazioni di 50 anni: Meroni per il Peirò mai visto, Pruzzo per un Musiello imprevisto, Macalli sbiadito e malvisto, il finto bonifico previsto, il Castedisangro e l’anti*****… basta, mi fermo, non resisto, se continuo vi rattristo: confidiamo nel prossimo acquisto.

Nemesis



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"''Allo stato dell'arte'' di Nemesis" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 28/06/2008


Caro Nemesis
di RABAX il 28/06/2008 07.47

è sempre un grande piacere leggerTi e lasciarsi andare sulle ali della Tua fantasia, ma anche e di più della Tua concretezza (ricordo come esempio il Tuo perentorio invito al Berlusca per Borriello ...”sgancia la grana, poche storie”....).

Quello che ammiro grandemente è anche quello che, tra le righe credo d'aver intuito, e cioè che il Tuo grandissimo amore per i colori rossoblù non annulla la Tua indipendenza di giudizio.

Credo sia il modo migliore, forse anche l'unico, per conquistarsi non solo la simpatia dei più, ma anche e soprattutto quel bene enorme che è la credibilità.

Ed anche l'imprevedibilità per cui è sempre con grande interesse che ci si accinge a leggerTi.

Tutto quasi sempre abbastanza scontato, purtroppo, quando ci si accinge invece a leggere le opinioni di chi ha scelto d'essere, sia detto con simpatia, sempre allineato e coperto si sia collocato, diciamo così a " destra" come a "a sinistra".

Non la faccio troppo lunga, ma se ai primi non si può non riconoscere un’evidente base di coerenza, come non immaginare la "vita un po' da bestia" degli altri.

Si quelli che, caschi il mondo, irriducibili “sminuiscono e ridicolizzano” il nostro Presidente, “ultras” pure lui, con la differenza che, più che al faro ed alla fede, la guardia lui la fa ai suoi soldini.

Vita un po' da bestia dicevo nel senso che se per esempio le cose poi dovessero “girare” cosa faranno: esulteranno solo in cuor loro e fuori continueranno a “sminuire” (certo che "fregare" Mesto all'oramai ex "furbissimo" Poliremo, ma però “solo” in comproprietà, belin…).

E se le cose, tocchiamoci, non dovessero andare: godranno in cuor loro e fuori faranno signorilmente manfrina o "sbracheranno" senza ritegno che loro ce lo avevano detto che Mesto a metà, il Palladino dai Gobbi, ecc., ecc.

Come al solito mi dilungo e me ne scuso, in sostanza volevo solo dire, argomentandolo un niente, che nel variegato arcipelago del tifo rossoblu la genoanità che ammiro e che mi piace è un po' di più è quell’espressa da Nemesis (e scusami se non aggiungo grazie. d’esistere), un po' meno quella degli altri che, sia chiaro, però, contenti loro…..





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