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dalla redazioneSogno di una Notte di Mezza Estate
06/07/2008

 

Stanotte non mi va di commentare una campagna acquisti ancora in atto, né di fare discorsi strettamente tecnici, più consoni semmai agli addetti ai lavori.

Io sono un tifoso, e come tifoso amo sognare. Specie di questi tempi.

In cosa consiste il sogno?

Presto a dirsi.

 

 

 


Partiamo dalla notizia di Milito che dichiara di voler tornare al Genoa e dal fatto che Forestieri il prossimo anno potrebbe trovarsi nel Genoa, e il gioco è fatto: tra un anno il Genoa potrebbe presentare un trio di "angeli dalla faccia sporca": Milito - Figueroa - Forestieri, che potrebbe non aver nulla da invidiare al leggendario trio Maschio  - Angelillo - Sivori, che per primo ispirò l'appellativo di cui sopra, a metà degli anni '50.

 

Due le obiezioni: i soldi che ci vorrebbero per Milito, e le difficoltà col modulo per farli giocare tutti e tre insieme.

Il problema "danaro" è tutto di Preziosi e io non ci metto becco, ma sul discorso tecnico ne ho da dire, eccome!

 

Gasperini conosce il calcio e sicuramente conosce come giocava il leggendario River Plate degli anni '40, una delle più grandi squadre della storia del Football di tutti i tempi.

Palla rigorosamente a terra, difensori costruttori di gioco, un centromediano metodista di gran classe regista del gioco difensivo -Yacono- un centrocampista a tutto campo e goleador -il leggendario Labruna- un trio di attaccanti mitici: Munhoz, Pedernea e Loustau.

Più un particolare fondamentale: che i giocatori di quel River Plate sapevano giocare in molti ruoli diversi, in modo che la squadra era  sempre ben equilibrata in campo, perché chi si trovava in difesa sapeva difendere, e chi si trovava in attacco sapeva attaccare.

 

Perché ho affernato che immagino che Gasperini conosca come giocava  il River Plate di Pedernera e Labruna?

Per il semplice fatto che anche Gasperini vuole difensori costruttori di gioco, vuole la palla a terra, e vuole giocatori che sappiano giocare in ruoli diversi.

Le sue idee di base sono esattamente le stesse che erano alla base del gioco del River, squadra diventata leggendaria per aver  praticato per anni uno dei giochi di attacco più spettacolari mai visti.

 

E' appena il caso di ricordare che il termine "maquinha" -dal quale derivò l'italiano "macchina da gol"- era stato creato proprio per magnificare lo spettacoloso e irresistibile gioco d'attacco di quella squadra entrata nella leggenda.

 

"Altri tempi" è il commento scontato di chi, in effetti, non sa cosa dire.

Altri tempi un accidente!

Si può benissimo giocare con tre attaccanti a patto di avere dietro grandi centrocampisti e soprattutto difensori capaci di mantenere le distanze in campo e di costruire gioco, in modo che il pallone arrivi ai centrocampisti quando non sono ancora soggetti a marcatura, e possano così giocarlo con profitto per innescare il gioco d'attacco con creatività.

 

I difensori, per una squadra impostata sul gioco d'attacco, sono fondamentali.

Anche il Brasile di Pelè, che ha vinto tra il '58 e il '70 tre Mondiali su quattro, aveva potuto sviluppare il suo gioco spettacolare e ricco di gol, grazie a leggende del Football come i difensori laterali Djalma Santos e Nilton Santos, dei quali si raccontava  che giocassero intere partite senza mai buttare un pallone fuori campo!

Il River aveva Nestor Rossi, altra leggenda del Football di tutti i tempi, e Yacono padrone assoluto della sua metà campo.

 

Con centrocampo e difensori di questo tipo- tutti capaci cioè di costruire gioco- gli attaccanti vengono a trovarsi di conseguenza nella condizione di essere sempre innescati dalle retrovie per lanciarsi verso l'area avversaria.

E se gli attaccanti sono del livello di Milito, Figueroa e Forestieri, gente capace di puntare sempre il difensore e  di saltarlo in dribbilng, ecco che il gioco è bello che fatto.

E si tratterebbe di un gran bel gioco, per noi.

 

Io non ho visto il leggendario River, ma da adolescente al bar del mio quartiere ne ho sentito parlare dagli adulti che lo avevano visto giocare a Torino nel 1949 (incontro in memoria della scomparsa del grande Torino).

E ho sentito dire le cose che ho riportato.

Da parte mia, poi, ho visto giocare la grande Ungheria di Puskas e il Brasile di Pelè.

 

Si può giocare così, come si gioca in paradiso?

Si,  può.

A patto di avere i giocatori adatti, soprattutto in difesa.

Perché per fare un gioco d'attacco, ci vogliono grandi difensori, questo è il punto!

E poi la giusta mentalità.

Una mentalità portata al gioco d'attacco e a fare sempre più gol di quanti se ne prendono.

 

Quell'Ungheria e quel Brasile prendevano molti gol, ma ne facevano sempre di più di quelli che prendevano.

"Non preoccuparti se prendi dei gol", diceva Puskas guasconamente a Grocis, il portiere, prima delle partite importanti, "io ne faccio almeno uno di più di quelli che prendi!"

E con questa mentalità entravano in campo tranquilli e fiduciosi nei loro mezzi.

 

Ma i gol subiti non erano colpa della difesa, così come non erano merito dell'attacco i molti gol fatti,

Era la squadra a contare, non i singoli reparti o i singoli giocatori.

Meglio ancora: il modo come la squadra stava in campo, con un perfetto equilibrio tra i reparti.

 

Quelle due grandi squadre segnavano più gol di quelli che subivano perché erano impostate per vincere dando spettacolo.

Credevano in questo modo di giocare e avevano la mentalità adatta per svilupparlo.

E ci riuscivano.

 

Ci sono squadre che hanno vinto dei Mondiali e nessuno le ricorda più, perché il gioco da loro messo in mostra era insignificante, subito dimenticato come si dimentica un film opaco il giorno dopo averlo visto.

Ma l'Ungheria di Puskas e il Brasile di Pelè  -al pari del River di Pedernera- saranno ricordate per sempre come "squadre-spettacolo" da chiunque ami il gioco del Footaball.

 

Se Preziosi avrà abbastanza risorse da investire in grandi difensori e grandi centrocampisti, Gasperini  tra un anno potrebbe davvero mettere in campo tre attaccanti come Milito, Figueroa e Forestieri. 

Il nostro allenatore ha le idee giuste e saprebbe come fare.

L'unico problema potrebbe essere costituito  dalla mentalità di un ambiente che da troppi decenni vede un calcio di bassa lega, dove difendersi per non prendere gol è l'unica risorsa da disperati in cerca di salvezza.

 

Potrebbe non essere facile, in queste condizioni, passare dalla mentalità difensiva di chi ha paura di perdere, a quella offensiva di chi vuole invece attaccare per vincere.

Una specie di rivoluzione copernicana.

 

Ma io stasera non ho voglia di pormi problemi.

Mi va di sognare!

E sogno un Genoa alla "River Plate" anni '40, con il "trio degli angeli dalla faccia sporca" Milito - Figueroa - Forestieri a dare spettacolo.

E con una speranza: che anche Preziosi abbia lo stesso sogno.

E il resto mancia!

 

Franco Venturelli

 



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"Sogno di una Notte di Mezza Estate" | 2 commenti
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Caro "Vecchio marciatore"
di Abbadie56 il 07/07/2008 23.47


io ho sogni e tu hai sospetti.
Io mi abbandono e tu sei vigile. 
Nessuno dei due sbaglia, credo, perchè nella vita ci vogliono entrambe le cose.

Tu pensi che Di Vaio rientrasse perchè così voleva il modulo di Gsperini.
Io invece penso che Di Vaio rientrava perchè dietro di lui non c'era uno come Branco capace di spingere e costringere gli avversari sulla difensiva.

Tu dai importanza ai moduli, io, confortato dalle dichiarazioni di Resembtink rilasciate molti anni fa, do più importanza ai giocatori.

Resembrink disse che tutti elogiavano la grande Olanda per il modulo di gioco che aveva presentato, ma tutti sbagliavano.
La verità era un'altra.
La grande Olanda era così grande perchè aveva grandi giocatori che vincevano tutti gli scontri diretti, e che avrebbero quindi vinto con qualsiasi modulo.
 
Se il Genoa avesse avuto lo scorso anno giocatori capaci di vincere gli scontri diretti, sarebbe stato il terzino avversario a dover marcare Di Vaio e non Di Vaio a dover arretrare.

Quando si parla di calcio come stiamo facendo noi, i discorsi filano come piace a noi, ma quando si è in campo cambia tutto e si fa solo quello che gli avversari permettono di fare.

Il Genoa col 3-4-3 di Gaseprini ha subito un sacco di reti.
La teoria è che con il 4-4-2 ci si difende meglio.
Hai presente quanti reti ha poreso il Genoa di Cosmi che giocava col 4-4-2?
Una quantità enorme, al punto da giocarsi una promozione che era già acquisita.

I discorsi, come dicevo, a tavolino quadrano sempre. In campo poi le cose vanno diversamente perchè ci sono gli avversari, coi quali bisogna fare i conti.

Nella finale del '54 Puskas ha voluto giocare nonostante avesse la caviglia a pezzi.
Gasperini lo avrebbe lasciato fuori, probabilente. E ora l'Ungheria avrebbe un Mondiale che invece non ha vinto perchè  nessuno ha avuto il coraggio di lasciare fuori squadra Puskas.

Puskas era un mio idolo ed io ero ben felice quando l'ho visto in campo. Poi ho capito che le squadre è bene che le facciano gli allenatori e non l'opinione pubblica.

Anche Donadoni ha fatto la squadra impostagli dall'opinione pubblica.
Poteva lasciar fuori due creativi come Del Piero e Cassano?
Se lo avesse fatto lo avrebbero tacciato di presuntuoso e di nemico dei giocatori di classe, come accade con Gasperini.

Così Del Piero e Cassano hanno giocato, ma non hanno fatto niente.
Due palle al piede della squadra che è stata eliminata.
E Donadoni è stato giustamente giubilato.
La prossima volta -se ci sarà- imparerà a fare di testa sua.

Se uno occupa un psto di responsabilità deve decidere di testa sua. Se non lo fa, vuol dire che non è all'altezza del ruolo che ricopre.

Per il resto sono d'accordo con te: l'animo umano è insondabile e anche io non saprei cosa dire.

 



Angeli e sogni
di vieux_marcheur il 07/07/2008 17.12

Carissimo Abbadie, studiato percorritore delle trame di gioco del passato, il grande insondabile misterioso inconoscibile problema è l'animo umano. Qui la nostra sapienza si ferma, io non so giudicare, non so valutare cosa sia, cosa pensi, cosa prometta un uomo. Azzardo. Cerco di indovinare. Dubito. Ognuno pesa con una sua bilancia le tesi conflittuali del misterioso calcio e si orienta su un piatto o sull'altro. Tutti sanno più di me. Io sono lontano dai campi, dalla conoscenza degli attori. Posso solo immaginare. Ricordo. Sospetto. So che le mie opinioni sono fumo.

Io vorrei tanto che il tuo sogno possa mai essere possibile. Ma ecco il mio sospetto.

La "cara sucia" di Sivori-Maschio-Angelillo avrebbe mai potuto approdare alla scuola di un Gasperini?

A un Sivori, oppure a un Mendez, si potrebbe chiedere quello che è stato chiesto a Di Vaio?  (Forse Di Stefano, "saeta rubia", sarebbe stato all'altezza).

Un Gasperini non avrebbe schierato centrattacco Kocsis perché più aitante, e Puskas in panchina pronto ad entrare sullo 0-1?

Dici giustamente della necessità di un centrocampo molto tecnico, ma forse Cigarini (non ne so assolutamente nulla) era forse troppo un tecnico leggero?

Sospetto che tu sia caduto in una contraddizione in termini. Le squadre che citi, che erano grandissime, giocavano in modo diverso dall'unico modo di giocare al calcio considerato dal nostro allenatore, fino a sacrificare l'innesto di buoni giocatori.

Ma è un sospetto solamente. Spero di essere smentito presto.

Ti abbraccio, carissimo, sapremo e vedremo.

  





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