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dalla redazioneSulle orme di Culiolo?
03/09/2008

 

Giorni fa mi ero impegnato a scrivere due righe sul Genoa prima di partire per il Brasile, senza immaginare nemmeno lontanamente di incappare in una giornata di straordinaria intensità emotiva come quella di lunedì 1° settembre, destinata forse a restare storica.

 

Tutti a Genova attendevano il colpo dell'ultima ora da parte dei nati nel 1946 -compresi molti genoani ormai rassegnati a vedere sempre andare a finire le cose in un certo modo- e invece...

E invece ecco che a sorpresa capita l'avvenimento che potrebbe cambiare il corso della storia calcistica di questa città, ma non solo...

Il colpo, ma guarda un po', lo fa il Genoa, nella persona del suo presidente Enrico Preziosi!

E Diego Milito ritorna, di sua volontà, nel posto delle fragole che lo aveva visto tirare i suoi primi calci nel continente europeo, con la maglia rossoblù.

 

 


Cosa abbia significato questo ritorno per i tifosi genoani è cosa ormai nota. Dire che ha scatenato entusiasmi mai dimenticati, è persino poco.

C'è di più.

 

C'è la conferma che il presidente Preziosi, anno dopo anno, cerca di migliorare il livello tecnico della squadra e la speranza è che non si fermi mai.

Il progetto societario, nei confronti del quale in molti -presenti anche tra quelli che oggi esultano- erano piuttosto scettici, se non increduli, sembrerebbe dunque esistere davvero!   

E questa  è la notizia più bella.

*

Che dire della campagna acquisti appena terminata?

Che nei miei ricordi più lontani, c'è una piazza De Ferrari anni '50, dove in pieno luglio tifosi genoani sparsi in gruppetti stanno oziando in trepida attesa prima della  scadenza della fatidica mezzanotte -ora di chiusura dei trasferimenti- lo sguardo puntato sulle finestre della sede del Genoa, nella speranza di sentir arrivare la notizia dell'acquisto dell'ultima ora.

Notizia che regolarmente non arrivava mai. Perché soldi non ce n'erano e nessuno regalava niente.

*
In quella stessa piazza De Ferrari mi sono trovato lunedì sera dopo la chiusura dei trasferimenti, in compagnia di un gruppo di amici genoani, per festeggiare la scintillante conclusione della nostra campagna acquisti.

 

E quando verso le 22.00, i cellulari hanno cominciato a portarci la terribile notizia che il trasferimento di Milito era in pericolo, confesso che -dopo aver chiamato tutti  i giornalisti di nostra conoscenza per avere chiarimenti-  alla fine abbiamo telefonato addirittura al presidente Preziosi.

Il quale, con voce rotta dalla stanchezza, ci ha detto di stare calmi, per una volta, che tutto si sarebbe aggiustato.

*

Certo che ne sono cambiate di cose da qualche anno a questa parte, rispetto ai tempi bui!

Per ricordare una campagna acquisti sostanziosa e determinante ai fini del campionato, devo andare con la memoria all'estate del 1961.

 

Eravamo in serie B.

A quei tempi non c'era internet e le poche cose si sapevano dalla radio.

O bisognava procurarsele da amici che avevano "conoscenze" importanti.

Ricordo che mi trovavo in macchina fermo ad un semaforo.

Si avvicina l'auto di un amico e mi urla:
"Abbiamo preso 5 dall'Inter: Da Pozzo, Rancati, Giacomini, Firmani e Fongaro!!"

"Ma i giornali non dicono niente!", rispondo io.

"Fidati"-è la risposta dell'amico- "me lo ha detto uno che sa".

 

Con quella campagna acquisti a Natale eravamo già virtualmente in A, e finimmo il campionato con 11 punti di vantaggio sulla seconda!

 

Per una volta la Società aveva lavorato bene, ma c'è un però: che all'Inter i dirigenti del Genoa avevano dato solo delle cambiali.

E così due anni dopo, quando l'Inter chiese Peirò al Torino, e il Torino rispose:

"Va bene, ma voi procurateci Meroni"

il Genoa non potè far altro che calare le braghe e privarsi di Meroni, perché era l'unico modo per pagare un debito che l'Inter aspettava di veder saldato dall'estate del '61.

 *

Adesso invece, con Preziosi, è tutta un'altra musica. Nessuno viene a pretendere nostri giocatori in cambio di debiti non pagati.

Preziosi paga, a quanto sembra. E sta comprando i migliori giovani in circolazione.

Per trovare nel Genoa un presidente che abbia fatto qualcosa di simile -in meglio a dire il vero, per ora- bisogna andare alla seconda metà degli anni '30 con Juan Culiolo.

 

Culiolo per anni comprò i migliori giocatori italiani, allestì uno squadrone e per due volte sfiorò la vittoria del decimo scudetto, sfuggita solo per pura sorte.

Preziosi non è ancora ai livelli di Culiolo, ma la speranza è che ne stia seguendo le orme.

*

Il cammino di crescita, però, credo che sia ancora lungo.

Avere buoni giocatori -come recitavano i teoremi di matematica dei tempi della scuola- è condizione necessaria, ma non sufficiente per essere vincenti.

Non sono le giocate spettacolari a far vincere con continuità, ma la solidità di squadra.

I giocatori che sanno stare in campo sono migliori di quelli che fanno giocate che non legano con l'economia della squadra.

 

Domenica ho visto Ronaldinho fare cose strepitose, da grandissimo giocatore.

Ma alla fine il Milan ha perso contro una squadra che veniva dalla B, messa bene in campo e con un gioco collaudato.

 

Quante volte è accaduto che una squadra meno dotata di talenti ma capace di stare bene in campo, abbia vinto contro una squadra piena di fuoriclasse!

 

E' rimasta nella storia del calcio internazionale la sconfitta, nel Mondiale del 1950, di un Brasile stellare di fronte all'Uruguay di Schiaffino, capace di coprire il campo per 90 minuti senza mai lasciare spazio al gioco fantasioso e straripante dei brasiliani...

E anche la grandissima Olanda del gioco totale, ricca di talenti "universali", ha perso il Mondiale del '74 contro una Germania compatta, capace di stare meglio in campo.

*

Voglio dire con questo, che non bastano i talenti, ma ci vuole anche un gioco collaudato.

Ma se tutti gli anni si rifonda la squadra e si riparte da zero, non si va in questa direzione.

 

Quanto tempo ci vorrà adesso al Genoa per trovare un gioco di squadra che oggi non c'è?

Non credo proprio che basti mettere in campo i giocatori di nostra preferenza, come molti vorrebbero, per ottenere subito i risultati.

 

L'Inter per anni e anni si è riempita di grandi giocatori, messi poi in campo senza una "logica di squadra" e non ha mai vinto niente.

Per vincere qualcosa ha dovuto mettere in piedi "calciopoli" e far fuori la Juve, esempio di squadra basata invece sulla solidità del gioco.

* 

Nell'aria cittadina, insieme alla sfrenata gioia per l'arrivo del "principe", si percepiscono già i veleni di vendette personali da consumare contro quello che per molti è il "nemico" del Genoa: l'allenatore.

A parte la banalità del prendersela con l'allenatore, c'è la pericolosità di un simile clima che sta montando.

* 

E' normale che un presidente, non potendo cambiare tutti i giocatori, cambi l'allenatore.

E' quello che accade sempre.

Ma accade dove?

Accade nelle squadre scadenti, con una Società squinternata,  e guidate da presidenti avventurieri che finiscono preda dei tifosi più esagitati.

 

Le grandi squadre, invece, di norma cambiano l'allenatore dopo anni di collaborazione e alla fine del campionato.

*

Ecco: oggi il Genoa è sicuramente squadra con una buona rosa di giocatori, ma devo ancora capire se sia anche guidato da una Società competente e da una vera presidenza. 

Oppure no.

 

E lo capirò dalle modalità con cui, un domani, il presidente cambierà l'allenatore.

Per questo, dicendo che Preziosi è sulle orme di Culiolo, ho messo per ora un punto interrogativo.

 

Franco Venturelli

 



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Grande Franco, la speranza di tutti e' che presto il ? si trasformi in !
di everton il 03/09/2008 19.44





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