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il Grifone in campoSfruttato il turno favorevole
10/11/2008

 

Genoa        4   (st. 9' Milito, 28' Milito, 35' Sculli, 45' Milito)

Reggina     0

Il Genoa sconfigge l’ultima della classe, incamera tre punti e raggiunge quota venti.

Milito, con una tripletta, conquista la vetta della classifica cannonieri, oramai un appannaggio per i centravanti del Grifo.

 

 

 

 


Una vittoria finalmente abbastanza tranquilla, si fatica un po’ nel primo tempo, poi la Reggina resta in dieci ed il Genoa straripa grazie a Gasbarroni che, fresco d’ingresso, si procura il rigore che sblocca il risultato.

Poi ci pensa, come al solito, Milito, che messo a segno il rigore con la consueta sicurezza, si regala un gol di testa (sinora mai considerata la sua specialità) con uno splendido anticipo sul difensore calabrese, quindi, dopo altri, altrettanto su di un piatto d’argento, per il suo amico Palladino che non ne ha approfittato, regala l’ennesimo passaggio gol a Sculli che, invece, “consuma” e ringrazia e, poi, chiude alla grande con un gol, per lui il terzo della giornata, in mezza acrobazia.

Il tutto, ovviamente, dedicato a Maradona che, “bontà sua”, ha deciso, inopinatamente, di lasciare a riposo il Principe che si “vendica” con una tripletta.

Tra l’altro, quella d’oggi a molti non è parsa la prova migliore del "delantero" argentino, lecita la domanda: cosa potrà mai fare questo straordinario attaccante nelle giornate migliori?

Gasperini ci presenta l’ennesima nuova formazione, fa riposare Criscito e Sokratis e lancia subito Palladino per sorprendere la Reggina all’inizio e si tiene “caldo” Gasbarroni in panchina per il secondo tempo.

Non riesce il “blitz” iniziale, ma funziona, invece, il guastatore ex parmense che subentra nella ripresa e si guadagna rapidamente il rigore che sblocca il risultato ed apre la strada alla mini-goleada.

Il Mister riprova la difesa a tre, dove ancora una volta giganteggia Biava e gioca con la solita autorità Ferrari, mentre Bocchetti si concede ancora qualche “licenza poetica” di troppo.

L’ex palermitano continua a ben impressionare, anche per la prestanza fisica e la vitalità, pure se è riferimento che potrà non piacere a molti, ma questo pare proprio avviato ad una longevità tipo il non molto simpatico, per la verità, Weirwood.

Sesta vittoria casalinga consecutiva per il Genoa ed una cosa che non succedeva da oltre settant’anni (1929 - 1930).

Abbiamo avuto un arbitro “double face”, all’inglese all’inizio, quando fischiava raramente per poi diventare severissimo con espulsione, ammonizioni e rigore.

Logiche le sostituzioni, nell’ordine Gasbarroni, VDB e, a risultato largamente acquisito, Olivera che, evidentemente, Gasperini vuol provare a recuperare a tutti i costi.

Raramente sbaglia (mi viene in mente Zetulayev), dunque speriamo che abbia visto bene anche qui, altrimenti a gennaio bisognerà pensarci.

Preziosi, dopo il brillante campionato scorso, aveva promesso un Genoa ancora più forte, nonostante le cessioni “eccellenti”.

Non è ancora dato sapere dove questa squadra potrà arrivare, comunque, di certo, si può senz’altro già dare atto al Prez d’aver mantenuto il suo impegno.

Ora ci aspettano due trasferte “complicate”, meglio dire due sfide di “cartello” tra le squadre che esprimono il miglior calcio del momento: che piacere sedersi a pieno titolo nel “salotto” buono e sentirsi rispettati e temuti.

Alè!

Giancarlo Rabacchi



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"Sfruttato il turno favorevole" | 13 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 12/11/2008


Franci, dimenticavo...
di Abbadie56 il 12/11/2008 22.35

questa idea che qualcuno pensi che tu ce l'abbia con l'allenatore, vorrei sapere chi te l'ha messa in testa.

Io di certo non l'ho mai pensato.
Tu fai a volte delle critiche all'allenatore. Ma fare delle crtiche a qualcuno non significa avercela con lui.
Se poi le critiche sono pertinenti, a maggior ragione.

L'unica critica che tu facevi al Gasper e che io non condividevo, manco a dirlo era quella relativa al motivo per cui non faceva giocare sappiamo chi.
Ma ne abbiamo parlato così tanto che non è il caso ti tornare sull'argomento.

Quindi: nessuna meraviglia da parte mia se mi dici che apprezzi l'allenatore.
Non c'era motivo, per me, di pensare il contrario.

 



Franci
di Abbadie56 il 12/11/2008 22.19

Condivido tutto quello che hai scritto: frasi, concetti, parole e punteggiatura.
Ma non mi meraviglio.
Ti ho sempre detto che basta togliere dai piedi Figueroa per ritrovare subito conformità di vedute.(a dire il vero ci sarebbe da togliere dai piedi anche le vittorie rubate dell'Italia, che tu difendi a spada tratta, o mi sbaglio?)
*
Mi ricordo anche Frizzi, che giocava ala e terzino indifferentemte, e copriva tutta la fascia da un'area all'altra, alla faccia degli allenatori che dicono di aver inventato il giocatore universale.
...E dire che i tifosi dicevano che giocava all'ombra... uno dei tanti giudizi ingiusti.
Frizzi è stato uno dei giocatori di maggior rendimento della storia del Genoa, oltre che un ottimo realizzatore. Lo dico senza tema di smentita.

Gandolfi, che qualche anno fa ho avuto la fortuna di conoscere e di frequentare, lo aveva conosciuto già nei ragazzi del Torino. Mi ha raccontato svariati aneddoti su di lui.
Per esempio, nei primi anni del dopoguerra era arrivato secondo in tutta Italia, in un Torneo organizzato da un giornale sportivo (non ricordo bene) nel corso del campionato, per chi batteva meglio i rigori.
Arrivò secondo dietro il mitico Martino, argentino della Juve. Quando poi nel Genoa ebbe un quarto d'ora di gloria per la quasi infallibilità nel calciare i rigori, non si era trattato dunque di un caso. C'era un precedente illustre.
Ma la cosa che proprio ignoravo è che Frizzi da giovane giocava anche mezzala.
Si trattava quindi di un vero e proprio jolly, pronto a far fronte a tutte le situazioni.
Questi -e non solo i fuoriclasse- sono i giocatori che mi piacciono. Non lasciano mai la squadra in braghe di tela.
*
Non mi meraviglio che tu sapessi giocare in tutti ruoli della difesa, visto che hai avuto Sarosi come "maestro".
Saresti stato ideale anche per Gasperini che , giustamente secondo me, vuole addestrare i suoi giocatori a giocare in ruoli diversi, perchè nel corso di una partita le situazioni cambiano e se hai giocatori "rigidi" vai per cartone.

Il terzino faccia il terzino a me veramente non entusiasma gran che. Forse non la capisco bene.
Se si trova davanti un attaccante mi sta bene che faccia il terzino. Ma se l'allenatore avversario cambia e mette, che so, un mediano al posto dell'attaccante, bisogna che il terzino sappia anche fare qualcosa d'altro. In caso contrario devi farlo uscire. E non sempre ò possibile fare sostituzioni.
*
L'ultimo campionato del Mondo dove si sono viste squadre dedite al gioco d'attacco, è stato quello del '54, il primo mostrato in tv. Così io ho avuto la fortuna di vederlo.
Uno spettacolo unico, per me.
Mi incantò al punto che quelle squadre sono rimaste nel mio cuore: la Grande Ungheria, l'Uruguay e il Brasile, che erano le tre più forti. Ma anche la Germania (che rubò il titolo, ma era tuttavia una gran bella squadra) e l'Austria -l'ultima grande Austria prima del rapido declino, erano belle a vedersi.

Dopo di allora cominciò a svilupparsi sempre più il calcio difensivo:
Fino al 1954 prevale nelle squadre l'idea di far meglio dell'avversario. Dopo comincia a prendere campo la mentalità di impedire di giocare all'avversario.

Da tenere presente che fino alla modifica del fuorigioco, si giocava con le mezzeali subito dietro ai tre attaccanti -e quindi in pratica con 5 attaccanti- ma il fuorigioco era a tre, per cui era relativamente facile difendersi dai 5 attaccanti.
Al punto che le partite erano diventate così monotone che venne chiesta la modfica del fuorigioco stesso.

La squadra che dopo il 1954 ha praticato di più il gioco d'attacco è stato il Brasile. Ma anche lui ha divuto passare dall'amato 4-2-4 al 4-3-3 in fase difensiva perchè rischiava di farsi bucare in contropiede.

Con qualsiasi modulo giochi, conta coprire bene tutto il campo da gioco se no ti fottono.
Una volta era solo lItalia specializzata nel contropiede.
Oggi tutti sanno farlo bene.
Non lo chiamano contropiede, ma riaprtenza: e questa è l'unica differenza. La sostanza  è la stessa.
*
 Anche io mi aspetto di lottare per l'Uefa fino all'ultimo. Se poi riusciamo anche ad andarci, festeggio.
Ma non mi nascondo che il gruppo dei "magnifici 8" che la Gazzetta dello Sport ha magnificato, è costituito da squadre tutte forti.

Ho visto due o tre volte la Lazio e ti assicuro che è una squadra ottima. Mi è piaciuta alla grande. E anche lei ha un attaccante argentino che mi incanta.
Napoli e Udinese le abbiamo viste nello scontro diretto: sono molto forti. Il fatto che noi abbiamo ben figurato mi ha dato la carica, ma è pericoloso pensare di essere migliori di loro.
Milan, Inter e Juve sono tre corazzate, su questo non ci piove.
La Fiorentina, pur facendo bene e nonostante ci abbia battuto, è quella che finora mi ha colpito meno rispetto alle altre.
Si tratta comunque dell'elite del calcio italiano. Manca solo la Roma.
Se tutto gira bene, si può finire sicuramente in Uefa....e chissà, magari anche in Champions.
Ma se tutto dovesse girare storto (squalifiche, infortuni, arbitraggi negli incontri chiave) potremmo anche finire ottavi, e sarebbe da accettare, visto il livello delle squadre in lizza.

Il discorso, comunque, per me va visto sull'arco di più campionati. E non fissarsi su un campionato.
Se tutti gli anni ti piazzi fin da subito nel gruppo dei "magnifici 8", prima o poi le cose girano in modo che non solo finisci in Uefa, ma potresti anche finire in Champions.

abraços

 



Franci calciatore e Franci tifoso (x ABBADIE)
di Franci il 12/11/2008 10.19

sì, la combattività era la mia caratteristica...C'era da dubitarne? Una volta, rientrando negli spogliatoi dopo un terrificante primo tempo in cui ne avevamo presi 5, prima ancora che l'allenatore potesse aprire bocca, mi rivolsi ai compagni (ero capitano) esortandoli più o meno a darci una botta a bersi lo "sciroppino di rosa bello caldo" perchè avevamo poco tempo per studiare come avremmo potuto farne noi 5 a nostra volta. Ma ero anche "incredibilmente" corretto: duro, deciso come è d'obbligo per chi gioca dietro ma corretto. Ho sempre, e quando dico sempre, è proprio sempre, tirato alla palla e mai alle gambe. In tutti gli anni in cui ho giocato, ho avuto una sola espulsione. E non per gioco falloso ma perchè ho ritenuto di invitare un arbitro, con una colorita metafora, a meglio  impiegare le sue domeniche anzichè andar per campi a rovinare quella di ventidue persone. Non ho mai vissuto dunque l'emozione del "cartellino di rosso colorato" in faccia, non essendo all'epoca ancora in voga, dovendomi accontentare del meno scenografico dito indice che indicava la via degli spogliatoi accompagnato dal perentorio "fuori!". Quanto al ruolo, stopper è riduttivo: sarebbe più opportuno indicare un più generico "difensore", come del resto era per molti a quell'epoca, in cui non c'erano ancora esasperate specializzazioni ma era richiesto un certo eclettismo nell'interpretazione del ruolo di difensore appunto. In genere, ad esempio, il terzino sinistro era tale per il semplice fatto che era mancino. Ma se in squadra mancini non ce n'era, un difensore comunque da schierare in quel ruolo l'allenatore lo trovava...Ti suggerisce nulla l'accoppiata Becattini-Monardi? Eppure Becattini è l'icona del terzino sinistro per eccellenza del Genoa. Per cui, in definitiva, ho giocato terzino, indifferentemente destro o sinistro, stopper e libero. E qualche volta, quando c'era cioè da annullare - meglio: cercar di annullare - la mente pensante della squadra avversaria, anche con la maglia numero 6 di mediano dedito unicamente a quel compito: contrastare l'avversario standogli attaccato con l'unico intento di impedirgli di giocare. Non è colpa mia se era l'epoca in cui "el tersin ch'el fassa el tersin..." non era solo una frase da riportare col sorriso sulle labbra come indicativa di un calcio che non c'è più o c'erano ancora allenatori che, nello spogliatoio, ti dicevano "oggi dobbiamo giocare tutte e due in dieci: tu devi solo non farlo giocare...". Forse è per questo che, in una sorta di nemesi calcistica, fossi allenatore farei praticare un gioco persin ossessivamente offensivo. Allorchè una volta ebbi occasione di esprimere l'opinione che giocherei con cinque attaccanti - come usava un tempo - dal gruppo di persone con cui stavo parlando si levarono risatine di scherno e cori di disappunto: "belin, ma allora a centrocampo vai sotto", "così ti riempiono come una cima..." ecc. Al che risposi a mia volta con un sorrisino dicendo che forse avrebbe avuto più problemi l'allenatore avversario a sciogliere il dilemma "e come c...o le fermo cinque punte?". Modi di vedere il calcio. Così come è altrettanto vero che mai ho voluto tentare la carta del "mister" proprio per questa visione particolare. Come la definirebbe Zona, "arcadica"...

Quanto alla tua domanda, penso questo: da Preziosi mi aspettavo che allestisse una squadra in grado di competere per arrivare alla UEFA, non che vi arrivasse obbligatoriamente. Ciò che, a mio avviso, è stato abbondantemente fatto. Poi, in corso d'opera, visto che una delle quattro che avrebbero dovuto giocarsi il poker di posti Champions - segnatamente la Roma - ha palesato e sta palesando difficoltà, ho pensato e penso che il quarto posto sia "libero", a disposizione di quella delle quattro/cinque squadre immediatamente a ridosso (nelle quali ci metto anche il Genoa) che meglio saprà far fruttare le proprie qualità tecniche e meglio saprà sfruttare le condizioni favorevoli: arbitraggi, fortuna propria e sfortuna altrui, la compattezza dello spogliatoio, l'annata monstre del singolo - in genere un attaccante - od un campione genuino che si eleva per le sue qualità non comuni e, perchè no, le capacità di chi sta in panchina, oltre alle rituali varie ed eventuali. Per due di queste voci, siamo ben messi: specificatamente alla voce "campione" e, anche se ti sorprenderà, alla voce "allenatore".

Ma la fortunata congiuntura di fattori astrali deve sincronizzarsi addirittura al di là dei limiti del perfetto!





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