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dalla redazioneMorte di Baldini
26/11/2009

 

Ha terminato la sua vita mortale. Resta vivo nel ricordo di quelli che lo hanno visto con la maglia cerchiata.

 

Ci sono giocatori caratteristici, dallo stile tutto proprio, che, dai mille che un vecchio come me ha visto e dimenticato, persistono ad emergere nella memoria come attori della propria epoca. Baldini era uno di questi.

 

  


Bassetto, Baldini, Gei: tre giocatori diversi per un trio d’attacco di grande valore.

Gei il tessitore, Bassetto un longilineo di buona falcata, stoccatore dal tiro teso, liscio e preciso; Baldini un brevilineo di grande forza fisica, di buona corporatura, dallo scatto breve rabbioso, la girata secca e sopratutto il tiro di sinistro rapidissimo, violento. Bassetto e Baldini erano i due principali goleador della squadra: incalzante il primo negli spazi larghi, micidiale il secondo nelle congerie affollate.

 

Forse i genoani d’oggi non possono misurare la differenza da allora. Posso parlare così dei nostri competitori, in quanto era normale andare a veder giocare anche l’altra squadra. Si andava nella Gradinata Nord, ma a volte anche nella Sud. Ero nella Sud a godere, con i miei, quando Verdeal ci condusse alla prima vittoria contro i cerchiati.   

 

Baldini per me era il più sportivamente “odiato” (mi perdoni da lassù) di quella squadra. Ho detto qualcosa – per quel poco che posso dire – dello stile di gioco, ma quello che lo permeava era il suo carattere morale. La sua tecnica era aggressiva, la sua vivacità impegnava a fondo il suo marcatore; era giocatore sanguigno, persino eccessivo nella sua dedizione, e aveva la polemica nel suo romagnolo sangue. Era il più maledetto dei sampdoriani.

 

Nei derby, prima che i giocatori entrassero in campo (allora entravano  liberamente) appariva dal sottopassaggio, che si apriva in un angolo, il suo testone lucido, a raccogliere gli applausi e le berciate delle opposte tifoserie; e dava l’impressione di goderci di quelli come di queste.

 

C’era una grandezza, come da gladiatore, in questo eccesso di sfrontatezza.

 

Poi, da anziano, si trasferì al Genoa.

 

Fu un passaggio stupefacente. Proprio lui!

 

Il motivo fu razionale. Il Genoa da tempo era deficitario nel ruolo di centrattacco (ah, se ne avesse avuto uno grande, al fianco di Verdeal!) e invece, nella sua  linea mediana, che era il reparto più forte della squadra, era cresciuto un nuovo talento, il giovane Fusari. A quel tempo le formazioni erano stabili, le rose erano sui 14 giocatori, a campionato in corso non avvenivano trasferimenti. Avendo tre bravi mediani laterali in forza, il Genoa convenne allo scambio tra due anziani: Baldini-Bergamo.

 

Baldini, con la maglia rosso-blu, mi diede sempre l’impressione di un pesce fuor d’acqua. Non quagliava. Lui era di altra pasta.

 

Ma fu beffardo il destino. Sentite cosa va a succedere.

 

Prima partita di campionato: Genoa-Lucchese, un caldo pomeriggio settembrino. Fusari, avanzando tutto solo a metà campo col pallone, ci mette il piede sopra e cade a terra senza rialzarsi. E’ partito il ginocchio. Carriera finita!, salvo qualche apparizione sporadica a distanza di un anno. Baldini segna il suo primo gol rossoblù con una cannonata delle sue che rimbalza sotto la traversa. Applaudiamo il campione ora nostro, senza prevedere che il campionato del Genoa sarà malamente segnato dalla mancanza di un buon mediano laterale e la squadra retrocederà in serie B.

 

La militanza di Baldini in rossoblù non fu gloriosa ma impavido andò a battere dal dischetto il gol del pareggio nel derby successivo: apprestarsi a calciarlo lascia il tempo per pensare, il passato fa pressione, ma un vecchio combattente non si lascia turbare.

 

Ora il combattimento è finito. Malgrado tutto con rispetto, addio, Giuseppe Baldini il volitivo.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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"Morte di Baldini" | 1 commento
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Bravo Vittorio
di RABAX il 28/11/2009 09.06

bel pezzo ed opportuno.

Sono a mio modestisimo avviso proprio questi i valori migliori dello sport, che non escludono il massimo d'impegno contro l'avversario, ma anche rispetto.

Auguriamoci di vivere anche questa sera una bella serata di sport, magari a lieto fine... 





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