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dalla redazioneG come Garbutt
28/04/2010

 

Quando Preziosi all'indomani di una brutta sconfitta ha allungato il contratto di Gasperini, si è guadagnato ai miei occhi più considerazione di quando ha portato Milito e Motta.
Ho infatti sempre apprezzato il comportamento dei presidenti delle squadre inglesi che non cambiano gli allenatori quando perdono, ma li cambiano in base ai progetti della Società.


 


Ricordo un’intervista di Tuttosport verso la fine degli anni '60 col presidente del Manchester, che era retrocesso nella serie inferiore non molto tempo dopo aver vinto la Coppa dei Campioni.
Il giornalista del giornale italiano chiese al presidente come mai non avesse cambiato l'allenatore secondo il costume italico, visto che era retrocesso. E il presidente rispose che quello era lo stesso allenatore che aveva vinto la Coppa dei Campioni e non c'era motivo di cambiarlo per una retrocessione sia pure inaspettata.
Questione di maturità gestionale.
Si diventa una grande squadra comportandosi come il presidente del Manchester, e non banalmente comprando grandi giocatori. Se bastassero i grandi giocatori, tutti quelli che hanno soldi farebbero grandi squadre, e invece non è così.
Sono necessarie altre qualità che hanno a che fare più con la personalità e la cultura che con il calcio in senso stretto.
*
Tutto questo mi fa pensare che Preziosi abbia in testa un obiettivo. Non so quale, ma si comporta come se l'avesse, da vero presidente.
Una volta, anni fa, ad un'Assemblea degli Azionisti, ci disse che noi (presenti in sala) ci preoccupavamo dell’acquisto di giocatori, ma lui pensava a ben altro, e che comprare giocatori (avendo i soldi) è la cosa più semplice che ci sia. Ve ne compero quanto volete, aggiunse, ma io ho in mente la Società, che per ora non è come vorrei.
Da quella volta la Società Genoa ha fatto passi da gigante.
E’cresciuta l'organizzazione interna, indispensabile per gestire una squadra ad alto livello, e quest'anno la dirigenza ha anche acquisito esperienza europea.
Per questo motivo ritengo che questa che sta concludendosi sia stata un'annata oltremodo positiva, perché l'esperienza non si impara a tavolino e nemmeno con i discorsi.
Bisogna guadagnarsela operando sul campo, cosa che il Genoa ha fatto grazie alla partecipazione alla EL.
Archiviata questa preziosa esperienza, adesso forse al Genoa si sta pensando ad altre cose, ad altre esperienze da fare per crescere ancora e diminuire il dislivello abissale che ci distanzia dalle grandi squadre italiane, che da sempre sono presenti nel calcio internazionale.
Dislivello che non si colma semplicemente con i piazzamenti in classifica, ma con un lavoro in profondità sulla struttura societaria.
Anche Spinelli era riuscito ad arrivare quarto! E poi in Europa ha anche figurato molto bene, meglio del Genoa in EL.
Ma poi come è finita? Con una retrocessione in B e con ben 12 anni nelle serie inferiori e il fallimento alle porte. Questo è l'inevitabile risultato quando si guarda solo ai punti in classifica e non alla struttura societaria.
*
Preziosi mostra la sua superiorità rispetto alle precedenti gestioni proprio perché concede minore rilevanza ai piazzamenti in classifica e più rilevanza alla crescita societaria.
Per affrontare una difficile impresa bisogna prima essere pronti, dicevano una volta.
Spinelli non era pronto, ha voluto provarci lo stesso e ha sfasciato il Genoa.
Preziosi forse vuole evitare di cadere nello stesso errore e prima di tentare imprese impegnative sta cercando di preparare  la Società a reggere l'urto.
Ha costruito uno staff tecnico di prim'ordine, con persone capaci non solo nel campo lavorativo ma anche di livello culturale notevole, che crescono giocatori bravi sia sul piano tecnico che comportamentale.
I giocatori del Genoa infatti non rompono gambe agli avversari, non sono rissosi, non si buttano per ingannare l'arbitro. Combattono in campo ma lealmente, all'inglese, a differenza della maggior parte dei giocatori italiani che sono famosi nel mondo per fare meschine sceneggiate.
Ma a quanto pare Preziosi sta ora facendo un altro passo avanti nell’organizzazione, parlando di campi di allenamento a Cogoleto. Sarebbe una gran cosa, che forse varrebbe anche di più di un'episodica partecipazione alle Coppe Europee.
In questo quadro operativo in grande fermento, si inserisce la continuazione del rapporto di lavoro con Gasperini, che nel caso restasse alla guida del Genoa come sembra, raggiungerebbe il quinto anno consecutivo.
Anche questo, nel dopoguerra, è un record.
E se tutto proseguisse come nelle intenzioni del presidente non c'è motivo che si interrompa.
E chissà che non sia un segno.
Mr. Garbutt era rimasto continuativamente (pausa bellica a parte) dal 1912 al 12927.
Gasperini comincia con G come Garbutt e da quando è invalso l'impiego dellìallenatore da parte delle squadre di calcio in Italia, il Genoa ha vinto i suoi campionati solo con un allenatore il cui nome cominciava con la G....

Franco Venturelii

 



 



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