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il Grifone in campoCoppa Italia: alla fine, Toni
21/10/2010

 

Genoa-Grosseto 2-1                        

(6’ II t. Freddi; 38’ II t. Toni, rigore; 14’ II t.suppl. Toni)

 

(una partita che vale il biglietto)

 

 

    Il sole di un cielo autunnale terso ci accompagna verso il campo poco affollato. Non c’è ressa alle biglietterie né intorno. Gradinata sud e tribuna superiore chiuse: non sono necessarie. All’inizio della partita però la gradinata nord è ben presente e sarà ancora una volta partecipe dell’impegno dei nostri giocatori in questa gara di eliminazione, dal fascino agonistico particolare. 

   

  


    La formazione del Genoa è pensata per dare spazio a giocatori finora meno impegnati, come altre volte in passato in questa competizione. Come conseguenza inevitabile, difetta il giuoco d’assieme. Invece il Grosseto, in maglia bianca, si distingue per manovre congegnate in rapidità e dobbiamo riconoscere la superiorità degli ospiti nel giostrare a metà campo. Giocano con quattro difensori fissi, molto bravi di testa, e quattro mediani. Gli attaccanti si troveranno ripetutamente, nel corso della partita, lanciati verso il gol facile, ma purtroppo per loro ogni volta mancheranno il bersaglio in modo dilettantesco o il nostro Scarpi chiuderà loro la traiettoria.

 

    Nell’intervallo, siamo sullo 0-0, con occasioni fallite da ambo le parti; il gioco è stato divertente, ci sembra, malgrado sorprendano le difficoltà per il Genoa.

 

    Il patatrac che dà sale alla partita avviene poco dopo la ripresa ed è un piccolo capolavoro: una giusta punizione presso il vertice destro della nostra area di rigore viene calciata da Allegretti, il cui nome non ci è nuovo: un tiro forte e molto alto, con potente effetto a ricadere proprio a fil di traversa. Scarpi riesce ad alzare la palla contro la parte bassa della traversa con la punta delle dita e sul rimbalzo si trova pronto e solo Freddi, che non trova difficoltà a spingere la palla in porta.

 

    Ora il Grosseto, che per molti minuti ancora mantiene una superiorità di gioco e rende pericoloso il suo attacco leggerino, deve far fronte agli attacchi del Genoa, che ha uomini in avanti di ben altro peso; quando poi resta chiuso in difesa, si difende bene. Alla fine, per merito particolarmente del piede di Rudolf l’ungherese, arriva un benedetto rigore (gli ospiti hanno protestato) che ci salva e si giocano i tempi supplementari.

 

    I quali ci vedono prevalere e si concludono proprio al penultimo minuto con la deviazione sottomisura, in mischia, di Toni, sotto la traversa.

 

    L’arbitro, Peruzzo da Schio, ha cercato di applicare la linea del minimo intervento ma non mi è sembrato maturo. Troppo spesso gli scontri sono stati duri, con giocatori che rimanevano a terra, e le sue decisioni non sempre azzeccate.

 

     Usciamo dallo stadio che è buio ed è venuto freddo. A casa subito, a ristorarci.

 

     Il calcolo economico finale è singolare: minuti di gioco 120 diviso euro 10 = dodici minuti di gioco per euro.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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