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l'opinione''Grazie'' di voce sommessa
10/11/2010

 

Se lo cerco lo trovo il ricordo della mano di mio padre che stringeva la mia su per la scala al termine della quale il verde del prato e il rossoblù delle bandiere sono entrati nella mia vita, e questo ricordo nonostante tutto basta per farmi tornare al Ferraris mentre la svolta che ha colto Gasperini di sorpresa, e questo è la prima nuvola nera all’orizzonte, apre uno scenario complesso.

 

 


Per quello che abbiamo sentito la decisione di Enrico Preziosi non sarebbe razionale ma istintiva: fin qui non sono in gioco la sua buona fede né il suo forte legame con il Genoa, anche se suona stonato il racconto del primo contatto con Ballardini con l’imbarazzante contraddizione fra i due, dopo il Chievo sì, dopo il Chievo no anzi vabbé, in qualche modo…

Però i motivi di preccupazione sono altri, tanti, forse troppi.

 

Intanto l’accenno allo spogliatoio: alcuni giocatori dispiaciuti, altri che fanno finta di esserlo, altri contenti. Filtra così un quadro che mostra gli effetti della campagna distruttiva condotta da bravi giornalisti e autorevoli internauti.

Quanto sia destabilizzato l’ambiente sembra quindi un problema delicato da affrontare, tra una vecchia guardia che non ha più ragioni di essere e qualcuno dei nuovi ora messo (imprudentemente?) in discussione.

 

Più stringente e critica la questione dell’immagine del Genoa nella comunità dei giocatori e dei procuratori, immagine in questi anni molto cresciuta e diventata la chiave per ottenere il gradimento di atleti che non lo rilasciano a chiunque.

L’essere rientrati nei ranghi delle società gestite con la pancia e delle panchine a termine può rivelarsi un problema veramente spinoso, sia nell’immediato per il possibile degrado delle motivazioni di qualcuno che ha un miglior mercato sia nel futuro.

 

Perfino più insidioso un altro aspetto, che riguarda i nemici di Preziosi.

Non illudiamoci che abbiano deposto le armi: sono solo stati confusi dal progetto (che hanno contrastato con l’irrisione), dal gioco e dai risultati (che hanno minimizzato con la mistificazione) e da Gasperini (che hanno indebolito con la denigrazione).

Ora se il cammino del Genoa dovesse trovare degli intoppi i loro assalti al Presidente, non più protetto dallo scudo che tutto questo ha rappresentato, troverebbero migliore accoglienza in un ambiente che non ha capito e non approva la sua decisione di esonerare l’allenatore.

Il rischio (grave) è quello di veder alimentare una contestazione (suicida, ma a certi personaggi non importa) mentre è revocato in dubbio tutto quello che era stato l’oggetto del rinnovato orgoglio rossoblù per una riconquistata “diversità” positiva.

 

Enrico Preziosi ha dimostrato di avere coraggio e grinta in frangenti difficili, e qui sta il fondamento di ogni speranza in questo passaggio molto stretto.

Purtroppo quella che per una breve stagione era sembrata l’intuizione geniale che avrebbe saldato il Genoa ai suoi sostenitori e garantito il suo futuro, la Fondazione, è in dissolvenza e quelli che dovevano essere suoi bastioni, la proprietà del 25% delle azioni della società e soprattutto il diritto di prelazione, diventano argini di sabbia quando non si è perseguito l’obiettivo di farla crescere ben oltre le poche migliaia iniziali di soci.

Così oggi il bel Museo non servirà a nulla se ci saranno ore complicate, specialmente dopo che essa ha perduto ogni barlume di indipendenza nel momento in cui il Genoa CFC S.p.A. ne ha di fatto preso in mano la gestione.

 

Alla fine, Gasperini.

Lui più di tutti ha dato al Genoa valori tecnici e morali in accordo con le origini e con la secolare tradizione: chi come me vede nei risultati il mezzo e nell’orgoglio di fare ancora la storia del calcio il fine non può che rimpiangerlo, ricordarlo e dirgli grazie.

 

voce sommessa

 

 

 

 



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"''Grazie'' di voce sommessa" | 7 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 14/11/2010


Franco
di RABAX il 14/11/2010 11.01

l'ho già scritto, ed il suo commiato un po' me lo conferma, voglio pensare che, oltre al dispiacere di lasciare il suo lavoro, Gasperini si fosse un po' anche innamorato di questi colori.

Capita, e non è la prima volta.

Tanto per fare un esempio ricordo un altro piemontese, Riccardo Sogliano, uno da cui hanno imparato il mestiere in tanti (Corvino, Capozucca, Marotta, ecc.) e che, in allora, non aveva certo problemi a trovare ingaggi anche importanti e che, capitato qui, al Genoa ha lasciato il cuore.

Non entro nel merito, è stato bravo il Sogliano Direttore sportivo, meno forse quello che ci ha provato nella parte del dirigente, ma quanto si è speso, magari senza esiti eclatanti, anche per provare in tutti i modi di dare una mano al Genoa Società in grave difficoltà.

Probabilmente questa squadra, questi colori e questa città hanno un qualcosa di speciale che ti prende.

Genova per noi cantava nel 1998 un altro piemontese, Paolo Conte... 

Ci ricordiamo:

Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.

Eppur parenti siamo un po'
di quella gente che c'è lì
che in fondo in fondo è come noi, selvatica,
ma che paura ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte e non sta fermo mai.

Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un'idea come un'altra.
Ah, la la la la la la

Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l'annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po' randagi ci sentiamo noi.

Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia...
e intanto, nell'ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.

In un'immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise...

Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.



caro Rabax
di Abbadie56 il 14/11/2010 04.50

prima di fare illazioni  sulle decisioni di Preziosi ci pensarei molto a lungo, perchè di solito ci azzecca.
Vedi la decisione di allontanare l'inutile Figueroa. Molti l'hanno contestata ma alla fine ha avuto ragione lui. Figueroa in Argentina ha giocato ancora meno che nel Genoa e lo scorso campionato è finito in B.

Inutile controbattere alle critiche fatte a Gasperini, sono discorsi tra sordi.
In questi casi meglio stare ai numeri, che non sono opinioni e hanno un valore incontestabile.
Il Genoa nei tre campionati di A fatti con Gasperini ha ottenuto un bottino di punti complessivo mai ottenuto nel dopoguerra.
Quando ci sarà un allenatore che farà più punti in tre anni consecutivi, si potrà dire che ha fatto meglio. Fino a quel giorno, silenzio e pedalare.

I giornalisti locali si sono sempre lamentati di Gasperini, lo hanno sempre criticato e soprattutto non hanno mai capito come giocava perchè non conoscono il calcio europeo.
Hanno elogiato per anni Novellino che giocava con un modulo alla portata di un deficiente, il 4-4-2, e non sono mai riusciti ad andare oltre.
Pensa che già Del Neri, per fare qualcosa di più e di meglio del banale 4-4-2, spesso non lo capivano.

Comunque circa i giornalisti italiani, l'unico che ha avuto il coraggio di inquadrarli per quello che sono è stato Mourinho.
Poi, dopo averli sotterrati nel letame vincedo tutte le competizioni, ha mollato la Champions appena vinta nelle mani degli interisti, e in segno di spregio non ha voluto tornare a Milano nemmeno per farci una pisciata. Grande!

Gasperini l'unica vera delusione me l'ha data nel dopopartita di Genoa-Chievo.
Sentendo le dichiarazioni di Preziosi, spregiative nei suoi confronti, avrebbe dovuto sbattergli le dimissioni in faccia e andarsene subito da Genova.
Un grande si comporta così.
Gasperini non lo ha fatto. Forse per non perdere i soldi del contratto. O forse perchè non è un grande.

abraços

  

 

  





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