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dalla redazioneAddio De Prà
07/02/2011

 

L'abbiamo trovato in un fascicolo di "Genoa domani" nella sua "edizione" cartacea!

E' un pezzo d'autore: Giovanni Riccadonna, il  grande papà del nostro Vittorio Riccadonna (o, se preferite, vieux_marcheur). Quindi, diventa per noi un pezzo redazionale di cui siamo orgogliosi!

Questa è genoanità autentica.

 


     

 

      Nei giorni lontani della mia gioventù sei stato un faro di bellezza; eri l’eroe dei nostri discorsi, eri l’alfiere dell’eterno mito di Olimpia. Eri bello come un biondo arcangelo, audace, preciso, con un colpo d’occhio infallibile; avevi fatto della magica porta di calcio il tuo regno indiscusso.

    Oh De Pra, quante volte ho venduto i miei libri di studentino liceale per poter venire a vederti, per applaudirti! In quei giorni beati in cui non era mai in discussione il risultato, ma solo l’entità numerica della vittoria, e tu eri una bandiera nella nostra bandiera! Correva voce sulle gradinate, in quei tempi così diversi – ed il Campo allora era semplicemente del Genoa (Cricket and Foot-ball Club) – che una ragazza si era innamorata di te e ti seguiva in tutte le partite. Penso che sarà stata la stessa che poi hai sposato. Certo, benché ricca e potente, Genova era più piccola allora.

     

      Parlare ai giovani di te è difficile. Dal punto di vista tecnico nessun portiere, salvo Zamora, aveva i tuoi doni naturali. Specializzata poi in modo quasi sovrannaturale era la tua presa, e tu usavi spesso un accorgimento forse dettato da un poco d’innocente civetteria, ma di molto effetto – e comunque ineguagliabile – quando su veloci palloni destinati all’angolo alto della tua porta partivi all’ultimo istante e fulmineo alzavi ed abbassavi le braccia in una presa così ferrea che lasciava tutti quanti attoniti, e sgomenti gli avversari.

 

      Ti abbiamo tutti voluto bene e sei sempre stato un caro ragazzo. Alcuni hanno parlato di Combi, il tuo rivale di allora; ma anche se spettacolare, egli non ha mai avuto quella divina, imponderabile contenutezza, quella misura che tu mostravi in tutte le tue prestazioni e che si riassumono in una parola in fondo anche misteriosa: “la classe”. Eppoi chi potrà mai dimenticare le tue uscite, ed il tuo coraggio leggendario?

 

      La vita, impietosa, ti ha messo da parte – e forse avresti avuto diritto, anche nell’ambito della Società, a maggiori riconoscimenti. Ma per noi, anziani, sei sempre il caro “old boy” dei nostri bei tempi, un esempio per tutti gli sportivi e purtroppo – ormai – un eterno rimpianto, da aggiungersi agli altri. E’ proprio il caso di dire: “les dieux s’en vont”.   

 

      Addio, caro De Pra!

 

      Se i prati verdi ed i legni della porta hanno rappresentato quasi un simbolo, osiamo sperare che anche nei Prati Elisi avrai ricevuto un’accoglienza degna del tuo perfetto stile di sportivo.

 

      Addio, dolce amico dei nostri anni incantati. Ti salutano gli amici, veterani di mille battaglie, che non ti dimenticheranno mai.

 

      Addio!

 

                                                                        Giovanni Riccadonna

                                                                                 (1979)

 

 



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"Addio De Prà" | 3 commenti
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:-(
di quetzalcoatl_1893 (quetzalcoatl.1963@gmail.com) il 09/02/2011 08.40

davvero commovente





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