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il Grifone in campoLa forza della qualità
25/04/2011

 

Genoa C.F.C.                       4

(9’ I t. Floro Flores; 40’ Palacio; 9’ II t. Palacio; 17’ Floro Flores)

 

Lecce C.                               2

(4’ I t. Di Michele; 30’ Di Michele)

 

 

Contro un Lecce ammirevole per impegno, ha prevalso la nostra squadra che ha messo in campo un impegno quasi altrettanto intenso insieme con una organizzazione e una qualità individuale di livello superiore.

 

 


Questa differenza si è fatta sempre più evidente nel corso della partita e se all’inizio le prospettive dei pugliesi si sono aperte alla dimensione di un successo per loro di grande importanza, col procedere del confronto non hanno più avuto la possibilità di sostenerle. Per meglio dire, qualche possibilità l’avrebbero anche avuta, ma la difesa rossoblù ha saputo fare barriera e spuntare tutti i loro attacchi finali. Parte del merito di questa buona difesa conclusiva va ancora una volta al portiere Eduardo.

 

Come nella precedente partita contro il Brescia, la superiorità del Genoa è emersa soprattutto nella ripresa.

 

L’attesa sconfitta interna del Bari ha poi reso scabrosa la situazione dei giallorossi e si prevede per l’incombente derby pugliese un ambiente molto caldo.

 

Anche noi ci avviamo ad affrontare la nostra partita stracittadina, il cui livello di passione potrà toccare differenti estremi in conseguenza della situazione di classifica che avrà generato il prossimo turno di campionato e in particolare la partita di Genova.

 

Il Genoa dal canto suo esce da queste gare contro squadre pericolanti col massimo onore sportivo. Alcuni nostri sostenitori non ne sono del tutto contenti. Invece noi osiamo sostenere il primato della sportività nelle competizioni, come strumento per la creazione di una compagine sociale valida in tutte le sue componenti e per il rispetto del proprio blasone.

 

Lascia una certa amarezza constatare che non sempre e dovunque la stessa sportività in Italia viene applicata e che tale mancanza conduce ad esiti complessivi che sanno di iniquità e che potrebbe dare la falsa impressione che impegnarsi sportivamente contro gli uni possa diventare fonte di ingiustizia a favore degli altri. Non è così. La strada giusta è una sola.

 

Ci rimane la sicurezza che anche nel nostro prossimo derby la nostra squadra metterà la massima volontà di vittoria. Ne siamo certi, perché un caso diverso sarebbe grave e foriero di scollamenti.

 

L’arbitro Russo da Nola si è comportato senza infamia anzi con un nuova particolare lode. Ecco di cosa si tratta.

 

Sapete che quando l’arbitro interrompe il giuoco per un incidente ad un giocatore, deve poi rimettere in giuoco la palla lasciandola cadere nel punto in cui si trovava al momento dell’interruzione. La palla, dice il regolamento, è in giuoco appena tocca terra. Da parecchio tempo è invalsa una moda abusiva: l’arbitro  “suggerisce” ai giocatori di lasciare il governo della palla a una delle squadre, quella che ne era in possesso. Allora di vedono i giocatori starsene vicini all’arbitro passivamente e la palla viene lanciata lontano verso la difesa della squadra indicata dall’arbitro come prescelta e solo a questo punto l’azione di giuoco riprende, da lontano. Dico che si tratta di un abuso in quanto nego all’arbitro il diritto di suggerire ai giocatori il modo di giuocare e quello di sottrarre loro il diritto di impossessarsene appena tocca terra. Inoltre si tratta anche di una infrazione al principio delle minime interruzioni, in quanto viene frapposta una seconda interruzione dello svolgimento del giuoco.       

 

Ebbene: l’arbitro Russo per due volte dopo aver interrotto il giuoco per un incidente ha valutato, liberamente e secondo regolamento, in giuoco la palla appena dopo averla rimessa: la palla ha toccato terra e subito è ricominciata l’azione.

 

Il futuro ci dirà se è stata un’intelligente iniziativa personale dell’arbitro Russo o se invece la casta arbitrale sta finalmente riconoscendo una bruttura.

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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