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il Grifone in campoVittoria a sorpresa
18/09/2011

 

Lazio       1   (p.t. 10’ Sculli)

Genoa     2   (s.t. 53’Palacio; 71’ Kucka)

Arbitro: Orsato di Schio

Recupero: 2 e 6
Angoli: 6-2 per la Lazio
Ammoniti: Dias per gioco scorretto; Frey per comportamento non regolamentare; Kaladze per gioco scorretto.
Spettatori: 30 mila
 

Un Genoa “double-face sbanca l’Olimpico e si porta a casa tre importanti punti per la classifica ed il morale.

Cisse sconsolato (foto Alessandro Di Meo - Ansa)

 


Grande, piacevole sorpresa a Roma dove una Lazio molto accreditata dopo l’ottima partita di S.Siro con i campionati d’Italia del Milan affronta un Genoa che si presenta abbastanza in sordina dopo la prova casalinga non entusiasmante con l’Atalanta (che però oggi ha fatto fuori l’euforico Palermo di Miccoli…).

Non è stata una partita banale.

Infatti, dopo un discreto avvio, per tutto il primo tempo si è rivista la squadra rossoblù senza gioco, stimoli e senza soprattutto un’anima che cominciava a destare qualche allarme, almeno nei più precipitosi ed apprensivi.

La Lazio per contro appare irresistibile nel primo tempo, gioca in velocità, crea occasioni, va in gol con Sculli (che non esulta), sembra poter dilagare con gli irresistibili Klose e Cisse.

Ecco però che, come per incanto, nella ripresa è tutt’altra musica.

Malesani cambia assetto al Genoa, entra Jorquera e, quasi increduli, assistiamo ad un’altra partita, si vede un altro Genoa.

I biancocelesti accusano un vero e proprio crollo fisico e mentale, cedendo spazio e iniziative ai nostri.

Solo nel finale i laziali hanno un sussulto di dignità, con un sia pur abbastanza velleitario tentativo di riagguantare il pareggio.

Parliamo anche un po’ dei tanto temuti avversari.

Traballante, troppo, la difesa già dal primo tempo, nella quale lo stesso Marchetti non è apparso inappuntabile.

Per loro, quello l'anno scorso era un reparto molto solido, quest’anno ha già incassato sei gol in tre partite.

Peggio, se possibile, il centrocampo con un Matuzalem inesistente.

Reja alla vigilia aveva promesso più attenzione per la difesa e raccomandato ai suoi di non distrarsi, ma non è bastato, ora la posizione dell'allenatore diventa critica anche dopo l'aperta contestazione della Curva Nord, con il coro (tutto il mondo è paese) “Reja vattene”.

Nella ripresa, come detto, è un'altra musica.

Con l'innesto del cileno (aspettiamo, dai, per certi accostamenti..."il nuovo Pirlo") il Genoa, si ripete, cambia volto, pare trovare la famosa “quadra”, si muove con fluidità, da pure l’impressione di aver ritrovato l’entusiasmo, di credere finalmente nelle sue possibilità.

Il Grifo prende in mano il pallino e praticamente non lo molla più regalandoci 45 minuti di quelli che oltre a farti divertire difficilmente si scordano.

Un po’ di cronaca.

Il Genoa pareggia al 53' con Palacio che scatta su bell' assist del nuovo entrato Jorquera e infila Marchetti in uscita.

Al 56' Veloso sfiora il 2-1.

Reja a questo punto manda in campo Ledesma per Hernanes.

Violenta testata al 58' tra Biava e Ledesma (non si capisce cosa voleva fare l'argentino), i due giocatori restano a terra.

Il difensore, sanguinante dalla bocca, deve uscire, entra Diakitè, mentre Ledesma continua con una vistosa fasciatura alla testa.

Il Genoa oramai comanda il gioco, latita la lazio, al 66 Brocchi sprinta lungo metà del campo, ma poi tira fuori di poco.

Ora sono I biancocelesti a non avere più mordente ed il Genoa, che si era oramai resa conto di potercela fare, anche per il colpaccio (Malesani fa scaldare Pratto), raddoppia con Kucka su splendido assist di Palacio, nonostante Marchetti avesse provato a sventare un primo tentativo del genoano.

La Lazio oramai ha ceduto completamente l'iniziativa al Genoa tra i fischi dell'Olimpico.

Ci stanno le contestazioni, anche se, purtroppo, nel mondo del calcio “faziosità” e “violenza”, coniugate insieme, spesso non hanno limiti.

Non si può, infatti, non dare conto di uno spiacevole episodio avvenuto sugli spalti.

Un tifoso laziale ha colpito ripetutamente al volto un turista statunitense di 44 anni che applaudiva un'azione di gioco del Genoa.

Il fatto è avvenuto alla mezzora del primo tempo in Curva Nord. L'aggressione è terminata dopo diversi colpi, quando un altro sostenitore laziale ha scortato il turista all'esterno del settore.

L'aggressore, un tifoso laziale di 32 anni, ha tentato di far perdere le sue tracce cambiandosi la maglietta, ma questo non ha impedito alla Digos di individuarlo ed intercettarlo all'uscita. Le indagini sono state immediate e, nonostante il cambio di maglietta, hanno consentito l'individuazione del violento, grazie anche alle immagini delle telecamere a circuito chiuso dell'Olimpico.

Lasciamo andare queste miserevoli imbecillità, non senza la giusta ennesima riprovazione, per tornare alla cronaca dell’evento sportivo.

All'81' Lulic, che accusa problemi, lascia il posto a Stankevicius.

Un sussulto laziale un minuto dopo, Frey smanaccia via dalla traversa un tiro cross di Cisse.

Sei minuti di recupero, ai quali se ne aggiunge un settimo per un problema di Antonelli.

Al 93' Ledesma chiama Frey a una parata a terra.

Al 96' Diakitè ci prova di testa, ma la palla vola alta.

Finisce tra i fischi dei tifosi locali e le braccia alzate dei nostri che salutano i festanti genoani al seguito  regalando loro le maglie, il tutto con un Malesani esultante.

Non facile il giudizio finale.

Quale dei due sarà nel prosieguo il vero Genoa, auguriamoci quello del secondo tempo, senza ignorare ne sottovalutare il fatto che la Lazio giovedì era stata impegnata in EL, anche se in quell’occasione i biancocelesti avevano fatto non poco turnover.

Intendiamoci questo non vuole ne deve sminuire l’impresa odierna, non so quante altre squadre vinceranno all’Olimpico, probabilmente non molte, l’importante è continuare a lavorare per migliorare ed arrivare ad avere una maggior continuità di rendimento.

Auguriamoci che già mercoledì ci arrivi una bella conferma.

Alè Grifone!

Giancarlo Rabacchi

(foto da Gazzetta dello Sport)



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