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il Grifone in campoNon c'è fango che tenga
20/11/2011

 

Genoa         1 (st.  41’ Veloso)

Novara        0

 

Il Grifone batte in extremis il Novara con un bel destro del mancino Veloso e dedica la sofferta vittoria alla città martoriata dall’alluvione.

 

 

 


Come da titolo, copiato dalle magliette indossate dai nostri giocatori per il riscaldamento quasi a sottolineare la voglia di riscatto di tutta la città ferita dall’alluvione.

Giusto ricordarsi di quanto accaduto perché il calcio è sport e divertimento, ma la vita a volte è fatta d’altre situazioni di ben altra portata e spessore che non possono e non devono essere archiviate con disinvoltura, ma richiedono, oltre al doveroso cordoglio, la solidarietà e la partecipazione la più larga possibile.

Veniamo alla gara.

Malesani, senza Kaladze schiera Granqvist in difesa e preferisce Constant a Kucka. Tesser, che non conquista i tre punti da sette gare, rinuncia a ben quattro titolari e lancia in coppia con Meggiorini il bomber storico della Novara, Rubino.

Non è un bel Genoa, a parte alcune individualità.

Granqvist per esempio giganteggia con eleganza e lascia una gran bella impressione.

E’ sempre più un piacere godersi le giocate di Palacio, davvero un campione e quanto corre.

Si conferma Frey autentico baluardo difensivo che da una grande sicurezza ai compagni ed a tutti noi.

Ultima citazione per il solito instancabile Capitan Rossi che si prodiga con la consueta encomiabile abnegazione, starordinario nel raddoppiare in fase difensiva.

Il Genoa ha buona qualità, penso per esempio a Veloso (la bella foto in home, desunta dalla rosea on line, evidenzia il nuovo profilo del ragazzo al quale - oltre il resto -  si devono fare anche i complimenti per la nuova "siliette") che poi deciderà la partita, ma specie il ritmo blando del primo tempo provoca più di un mugugno sugli spalti: tutte vedovelle inconsolabili?

Nella ripresa la squadra, sia pure in inferiorità numerica per la precedente espulsione (rosso diretto) a metà primo tempo di Antonelli, inizia con il cipiglio giusto e mette alle corde gli avversari, ma non riesce a concretizzare.

Poi qualcuno comincia a sentire la fatica e tira un po’ il fiato e la squadra soffre.

Ci pensa la nostra "comproprietà" Meggiorini che, dopo aver ostentatamente ignorato il cartellino giallo, quando finalmente l’arbitro riesce  a sbandierglielo sul muso, lui non trova di meglio di mandarlo con un plateale gesto a quel paese.

L’incauto non ha neppure la pazienza e l’accortezza d’attendere che il giudice di gara volti le spalle e si allontani: ingenuità e leggerezza enormi, inevitabile il rosso, prologo all’infausto, ed onostamente abbastanza severo, epilogo per la matricola novarese, squadra non male, tosta e dotata di una gran corsa, insomma un soggetto da non sottovalutare.

Malesani felice per i tre punti procede garrulo e sicuro di se, ma, almeno per quanto visto sinora, a parte gli  scontri di Roma con la lazio e di Torino contro Juve (rispettivamente vice e capolista ed, in effetti, non è mica poco), per il resto non si è ancora davvero visto un gran calcio.

L’uomo una certa buona sorte se la porta dietro, almeno per quanto vissuto oggi, dote questa non trascurabile per un condottiero.

Conclusione spesso ci si lamenta per la mala sorte, meglio, dai, se, per una volta, sono gli altri a farlo.

Giancarlo Rabacchi

Per la foto si ringrazia la Gazzetta dello Sport



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