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l'opinione''Tutto è relativo'' di Franci
02/08/2013

 

La teoria della relatività non è dominio esclusivo della fisica ma può trovare applicazione anche in altri campi. Anche in quello calcistico.Ci pensavo ieri sera, alla festa per Marco Rossi. Se c'è un calciatore che può impersonificare l'attaccamento e la dedizione ad una maglia, questo è lui.

 


Eppure, a pronunciare il suo nome in presenza di un fiorentino, come minimo c'è da aspettarsi che sputi a terra in segno di disprezzo. E non ci sarebbe proprio alcunché da criticare: fu proprio dall'azione legale - assolutamente legittima - proposta da Rossi ed un suo compagno che iniziarono per la Fiorentina le vicissitudini che la portarono in C2 e ad essere Florentia Viola.

Neppure a chiedersi cosa diremmo noi di Marco Rossi se avesse compiuto identico passo - ribadisco, assolutamente legittimo da parte sua - nei nostri riguardi.

Potrebbe rispondere con cognizione di causa Omar Milanetto, costretto a lasciare la società dove probabilmente, come Rossi, avrebbe desiderato finire la carriera, e inviso, anzi odiato, da una parte della tifoseria - peraltro la stessa che con magnifica sensibilità ha organizzato la serata in onore di Rossi - non per il suo coinvolgimento a torto nella vicenda del calcioscommesse, come erroneamente sono portati a credere i più, ma per quel "zitti, bastardi" pronunciato all'indirizzo della Nord subito dopo il gol di Boselli.

Tutto è relativo: il momento di delirio maggiore, dell'apoteosi, si è trasformato nell'inizio della fine. Nella fine, tra l'altro, di un amore.Perché Milanetto amava - e forse ama tutt'ora - il Genoa ed i genoani amavano Milanetto. Seppure di un amore non fatto di sensazioni forti come per Rossi o per Criscito, ma un amore ragionato, non passionale.

Tutto è relativo, nel calcio.Ci pensavo oggi, durante la visita al Museo, quando sono capitato nella Sala dei Trofei mentre scorrevano le immagini della vittoria a Wembley nel Torneo Anglo-italiano. Sullo schermo il gol in stupenda acrobazia di Montella e poi la sua corsa con le braccia nell'atteggiamento dell'aeroplaninoper cui è divenuto famoso come Skuhravy per la sua capriola. Personaggio tra i più odiati dalla tifoseria rossoblù, non tanto per il suo passaggio tra le fila di quelli là - anche se la legge Bosman già esisteva, i calciatori non avevano certo la voce in capitolo tale da poter eventualmente rifiutare come hanno oggi - ma per aver saltellato alla presentazione quando partì il coro "chi non salta è...".

Alla luce della vicenda Zuniga, fischiato e sputazzato per non aver voluto saltellare alla presentazione quando è partito il coro "chi non salta è juventino", quando pure la Juve non è ancora la nuova squadra di appartenenza, viene da pensare quale vita avrebbe fatto Montella, in quella che sì era invece divenuta la sua nuova squadra, se si fosse rifiutato di partecipare alcoro.

Ancora ieri sera, nella pur toccante ed ispirata lettera indirizzata dai tifosi a Marco Rossi, si è fatto cenno al businness e all'ipocrisia che reggono ormai il mondo del calcio. Eppure sono i tifosi per primi, forse inconsciamente, che questa ipocrisia fomentano quando giungono ormai a pretendere, tra le altre cose, che il calciatore che realizza una rete contro la ex squadra, non festeggi. Addirittura, dovrebbe rifiutarsi di battere un eventuale rigore. Se abbassa quasi la testa in segno di contrizione, resta pur sempre "uno di noi", perché in fondo è un professionista; se esulta, passa immediatamente nella sfera dei traditori e non ci sono vincoli di professionalità che tengano.

Come dicevo, tutto è relativo.

Franci

 



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"''Tutto è relativo'' di Franci" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 20/08/2013


relativita'
di sekkio (sekkio@mac.com) il 20/08/2013 18.06

la teoria della relativita' non riguarda alcun che' di relativo...e' una delle teorie piu' rigorose che vi siano...sorry sul resto d'accordo





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