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il Grifone in campoAlla ricerca del meglio
21/10/2013

 

 

 

Genoa C.F.C.                                    2

(22’ I t. Gilardino; 5’ II t. Gilardino)

 

Chievo Verona A.C.                        1

(3’ II t. Bentivoglio)

 

 

Applausi a Gasperini al suo entrare in blusa bianca, che risponde. Pioggia.

 

I Clivensi si presentano in completo grigio chiaro: presagio di una partita scialba. Il Genoa vince il campo e si schiera spalle alla Nord.

 

 

 


Cinque minuti di belle azioni rossoblù che arrivano fino alle ali, specie Santana, fermato al 3’ minuto dal fuorigioco oltre che dal fallo avversario: sovviene il bel gioco di un tempo. Il Chievo chiuso in difesa contiene.

 

Passato questo momento, si crea equilibrio e anzi una prevalenza si delinea a favore dei grigi, con alternanza di qualche pericolo per i portieri: una impegnativa respinta bassa e corta di Perin; un minaccioso forte tiro fuori del Chievo, a sinistra di Perin; un diagonale alto di Santana, fuori; un’ efficace uscita bassa di Perin che anticipa un avversario al vertice sinistro dell’area di rigore.

 

Improvviso, al 22’, gol di testa di Gilardini su centro di Marchese: un gol perfetto per tempo, movimento in elevazione, forza e precisione.

 

Al gol di vantaggio del Genoa segue una accentuazione della supremazia di manovra del Chievo.

 

Al 32’ Estigarribia del Chievo sbaglia malamente una buona occasione.

 

Nel finale del tempo i Clivensi protestano: credono che spetti loro un rigore per un atterramento sotto porta, non senza delle ragioni.

 

La ripresa si apre con un clamoroso errore del terzino destro del Chievo al 2° minuto, che svirgola e manda la palla in corner. La prima battuta va ripetuta perché l’arbitro, Mazzoleni da Bergamo, si ferma a redarguire qualche giocatore a causa di quelle spinte sotto porta che gli arbitri vedono soltanto prima che la palla sia in gioco; dopo di che, nei corner, spinte libere. Il calcio d’angolo ribattuto viene captato di testa dai difensori e i giocatori del Chievo intavolano un vertiginoso e perfetto contrattacco di 70 metri che prende il Genoa spiazzato: a  Biondini sfugge un controllo e Bentivoglio segna il pareggio con un forte tiro ravvicinato in corsa che batte sotto la traversa, rimbalza a terra e sotto la rete. Il classico gol che sappiamo beccare da corner a favore.

 

La reazione del Genoa è subito fortunata: la respinta di Bentivoglio di un forte tiro in mischia di Marchese rimbalza su Gilardino e va in porta. Anche in questa occasione i giocatori clivensi protestano ma non ne capisco il motivo.

 

Il rimanente della partita è una serie di tentativi del Chievo di riottenere la parità, conditi da una serie di errori. Perin prende una serie di palloni spioventi. In questa lunga fase di sofferenza sta il precipuo significato della gara.

 

A questo punto si è riascoltato dai nostri magnifici sostenitori il possente antico grido: Genoa, Genoa!, finalmente senza apporto di tamburi ma solo a voce, come serve per la maggiore efficacia. E il Chievo non passa. 

 

Il Genoa ha reagito soltanto con qualche contropiede e negli ultimi minuti ha avuto anche occasione di segnare il terzo punto.

 

L’arbitro Mazzoleni ha arbitrato mediamente non male ma non senza errori. Perfetti, mi sembra, i due guardalinee.

 

Del Genoa ho apprezzato in modo particolare Antonini ma voglio qui trascurare i singoli. Importante è stata la tenuta della difesa centrale.

 

Siamo in cospetto di un’opera di costruzione di un gioco sensibilmente diverso, non si usano più continui lanci alti in avanti ma si cerca l’avanzata in collegamento e l’azione aperta sul fronte d’attacco. Se ne sono visti sprazzi iniziali, se ne è distinta l’intenzione, in qualche caso ha funzionato; ma mediamente la manovra è stata principalmente in mano ai Clivensi, i quali possono ben affermare che avrebbero meritato il pareggio.

 

La conclusione non può essere che questa: abbiamo visto due squadre imperfette, impegnate, anche accanitamente, in una partita equilibrata, di scarso livello, con pochi episodi interessanti.

 

Ma se metto Genoa e Chievo sullo stesso piano, vale a dire di equilibrio e anzi di scarsità, come si prospetta il loro avvenire ?

 

Molto differente !

 

Il Genoa possiede giocatori di talento e sta costruendo un’efficienza che certamente non mancherà. Il Genoa è destinato a migliorare.

 

Per il Chievo, penso che non ci sia niente di peggio che costruire senza capacità di risolvere. Ho visto in Pelissier e Paloschi un’avvisaglia di declino.

 

Sono preoccupato per la sorte del Chievo.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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