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il Grifone in campoDue rigori inutili…
09/03/2014

 

Chievo Verona      2     (5’pt.e 48’st Paloschi su rigore)

Genoa                    1     (43’ st. Gilardino)

 

 

Il fallo di Motta su Lazarevic

 

 

Il Genoa “restituisce” al Chievo i tre preziosi punti ricevuti lo scorso anno, sicuramente non apposta ed involontariamente (nonostante le ingenuità ed i non pochi errori commessi).

 

 


Le formazioni:

Chievo (4-3-1-2): Agazzi; Frey, Bernardini, Canini, Rubin; Guana, Rigoni, Guarente; Hetemaj; Stoian, Paloschi. In panca: Puggioni, Squizzi, Claiton, Kupisz, Lazarevic, Radovanovic, Obinna, Aldrovandi, Pellissier, Troiani e Costa. All. Corini

Genoa (3-4-3): Perin; Antonini, De Maio, Marchese; Motta, Sturaro, Cabral, De Ceglie; Konatè, Gilardino, Fetfatzidis. In panca: Bizzarri, Albertoni, Sculli, Antonelli, Cofie, Calaiò, Portanova, Matuzalem e Centurion. All. Gasperini

 

 

Una partita strana quella di Verona dove capita tutto all’inizio ed alla fine.

 

Se, come piagnuccola spesso Mazzari, l’Inter è squadra a cui quest’anno i rigori a favore si fischiano con una certa difficoltà, il Genoa è quell’altra  a cui, invece, si fischiano con frequenza e senza porsi troppi problemi.

 

Gervasoni, che pure ha graziato un Cofie in un paio di occasioni dopo averlo ammonito, sui rigori è stato inflessibile, anche all'ultimo istante non ha avuto esitazioni e la palla decisiva è finita sul dischetto dove il solito Paloschi con noi fa festa alla grande.

 

  

Probabilmente a Verona oggi i due rigori contro ci potevano stare entrambi, c’è da dubitare, però, che li avrebbero fischiati contro una grande, per esempio a caso la Juve, specie quello decisivo, come ricordato, all’ultimo istante di gara.

 

Va detto anche che tutte e due le volte i nostri non si sono coperti di gloria, visto che, a detta di molti, le due azioni stavano finendo nel nulla e Konatè e Motta , anziché aggrapparsi agli avversari, avrebbero fatto meglio a disinteressarsene, meglio ancora accompagnare l'azione.

 

Insomma due rigori inutili il che, se possibile, brucia ancora di più.

 

La sconfitta, sia pure di misura, è certamente immeritata, è il Genoa che ha fatto la partita dominando l’avversario, ma purtroppo, non riuscendo a capitalizzare le tante favorevoli occasioni create, alcune sbagliate dai nostri e nelle altre si è incappati in un Agazzi molto bravo e reattivo, qualche volta anche abbastanza fortunato.

 

Gilardino ha incrementato i suoi gol all’attivo, cui tanto giustamente tiene per guadagnarsi il passaporto per il Brasile, ma la sua bramosia del gol lo ha tradito al 31’ pt., quando in posizione di fuori gioco ha deviato, peraltro molto bene, un bel tiro di Motta che, probabilmente, sarebbe finito in rete anche senza la sua deviazione che ha determinato l’annullamento di una segnatura davvero bella e spettacolare.

 

Detto che, oramai, il nostro rischia di diventare un campionato a due, mi riferisco alla sfida con la ciclistica per il primato cittadino, c’è da sperare che oltre a questo ci possa levare qualche soddisfazione, magari, perché no, già domenica prossima nella partita casalinga contro i “Gobbi” alla quale il Gasp pare tenere in modo particolare visti i non pochi titolari che non voluto rischiare a Verona tenendoli a riposo in panca con se.

 

Chiudo sottolineando la prodezza del Gila che, con quello di Verona, ha raggiunto quota 11 nel tabellino dei marcatori della Serie A e la ragguardevole quota di 171 in carriera (sempre nella seria maggiore).

 

L'illusione di Alberto Gilardino. Ansa

 

Bello il suo gol realizzato all’88’ con un colpo di testa su calcio d’angolo, una vera prodezza per come era riuscito a difendere la posizione e a colpire in torsione.

 

Con quel gol il Genoa nel secondo tempo aveva ampiamente legittimato il pari, invece, ancora una volta, gli ultimi istanti di gara ci sono stati fatali ed i rossoblù tornano a casa senza nemmeno un punto.

 

Giancarlo Rabacchi

Per le foto si ringraziano il Secolo XIX e la Gazzetta dello sport



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