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dalla redazioneUn portiere di settant'anni fa: Enrico Gualazzi
10/07/2018


La recente (e dolorosa) cessione di Perin offre il destro per un excursus anedottico nella storia dei portieri rossoblù. La difesa della nostra porta ha conosciuto nomi più o meno illustri: dai primordi di Spensley e De Prà fino alle prestazioni di Franzosi, Ghezzi, Buffon e Da Pozzo negli anni del dopoguerra e quelle più recenti di Martina, Braglia e proprio Mattia Perin. Ma qui vogliamo soffermarci su un rappresentante della folta schiera dei "minori" e riproporre una storia dimenticata: quella di Enrico Gualazzi e della sua prestazione contro la compagine argentina del Racing Avellaneda.


Il 16 febbraio 1950 si disputò al Ferraris un'amichevole tra il Genoa il Racing e a questa partita assistette anche un ragazzo genovese che all'epoca aveva solo 11 anni e che ancora oggi conserva intatto il suo amore per i colori rossoblù: Franco Piccolo, un apprezzato musicista (ha composto con Sergio Alemanno e Mauro Migliotti anche un inno del Genoa negli anni Settanta: "Paradiso rossoblù", ancora reperibile in rete (https://www.youtube.com/watch?v=gzzPF9PGvpU..."lo sentirai gridare fino in Kenya, Forza Genoa, forza Genoa...) e caro amico di chi scrive, che ha voluto ricordare con noi quell'evento.

"Franco, se non sbaglio ci fu una curiosa motivazione alla base dell'organizzazione di questo match?"

"E' vero. Il Genoa in quel campionato di serie A del 1949-50 si presentò con tre nuovi acquisti sudamericani: Aballay, Alarcòn e Boyè (da cui la filastrocca "siamo qui, siamo noi, siamo tre: Alarcòn, Aballay e Boyè", citata da Franco Venturelli (ABBADIE/ELVIS) nella premessa del suo libro "Genoa - Una leggenda in 100 partite"). Se i primi due possono essere tranquillamente annoverati nella folta schiera dei "bidoni", Mario Boyè si impose immediatamente come un fuoriclasse in grado di rinverdire i fasti dei suoi connazionali e predecessori Stabile e Verdeal. In sole 18 partite siglò ben 12 reti, ma proprio al massimo del suo fulgore, alla fine del gennaio 1950, dopo una sconfitta a Roma si imbarcò sull'aereo a Ciampino per volare inopinatamente a Buenos Ayres senza più ritornare a Genova. La causa di questa improvvisa decisione andrebbe ricercata nel più classico "cherchez la femme" che, nella fattispecie, era la moglie di Boyè, Rita, una donna affascinante che pare avesse a Genova una tresca, addirittura con un compagno di squadra del marito. Il Genoa ovviamente andò su tutte le furie e arrivò a minacciare una squalifica a vita per il giocatore. Tutto però si appianò con un indennizzo di 270.000 pesos e con un'amichevole riparatrice che si svolse appunto solo 20 giorni dopo la fuga".

"Cosa ricordi di particolare di quella partita?"

"In effetti conservo ancora nitidi ricordi di quel pomeriggio di ben 68 anni fa e li ho voluti rinfrescare recentemente con una conferma sui giornali dell'epoca. Io, come al solito, ero nella Nord e i Distinti erano in costruzione con l'edificazione dei due anelli che abbiamo conosciuto fino alla ristrutturazione a tre per i Mondiali 1990. La partita, al di là dell'episodio di Boyè, ebbe vasta risonanza: il Racing era campione argentino e venne a Genova nell'ambito di una tournée europea, guidato dall'allenatore, proprio Guillermo Stabile. La cornice di pubblico era davvero notevole e le cronache dell'epoca ricordano anche i vip che assistettero all'incontro: Fausto Coppi e Silvio Piola, il vecchio c.t. della nazionale, Vittorio Pozzo e il presidente della FIGC, Ottorino Barassi.

Mi è rimasta particolarmente impressa la prestazione di Gualazzi, il portiere del Genoa, che era stato acquistato dalla Cremonese proprio alla vigilia del campionato. Si trattava di un giocatore un po' discontinuo, che alternava prestazioni eccellenti a "papere" inattese. Si arrivò a parlare per lui anche di Nazionale. In quell'occasione fu impeccabile. parò anche le mosche, come si suol dire, e capitolò solo per un gol.

Alla fine accadde un episodio insolito: i giocatori del Racing, ammirati da cotanta bravura, portarono in trionfo il buon Gualazzi e suggellarono così il carattere davvero amichevole della partita a dimostrazione che l'incidente Boyè era ormai davvero chiuso".

E' bello ricordare anche un ulteriore rapporto fra il Genoa e la squadra argentina: infatti il Racing cedette al Genoa nel 2004 un altro grande attaccante, Diego MIlito.

Ma qui, come si usa dire, ci sarebbe tutta un'altra storia da raccontare...

Manlio Todeschini

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"Un portiere di settant'anni fa: Enrico Gualazzi" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 14/07/2018


Storia di trii centrali
di vieux_marcheur il 14/07/2018 15.55

Il nostro articolista ha toccato, con mano leggera, una partita importante nella storia delle nostre amichevoli internazionali, e mi sento stimolato nei miei ricordi.
Ai tempi, una squadra dall’Altro Mondo portava in Italia uno spettacolo nuovo, poi che il calcio non era omogeneizzato come oggi e ogni scuola nazionale aveva un proprio stile.
Il Racing Club de Avellaneda venne a Genova nel corso d’una tournée europea durante l’estate argentina col titolo di Campione di Argentina, vinto a ripetizione anche per merito d’un trio centrale d’attacco famoso composto da Simes, Bravo e Mendez.
Giustamente il nostro articolista ha sottolineato la grande prova del nostro portiere Gualazzi, ma la stella indimenticabile della partita fu proprio la mezzala Mendez, e qui la parola indimenticabile va presa nel significato letterale: un giocatore non imponente di fisico, dalle gambe arcuate, che percorse senza sosta tutto il campo con finte e dribbling che non trovavano arresto. Se qualcuno come me l’ha visto lo ricorda certo ancor oggi.
Si era qui all’inizio del 1950, quindi d’inverno, ma la giornata era bella.
Al trio d’attacco succitato e ancora splendido si avviciinava però il momento dell’eclisse: stava sorgento il nuovo astro di un altro trio d’attacco, questa volta composto tutto da giuocatori di nome italiano: Maschio-Angelillo-Sivori.
Stranamente qualcosa di simile pochi mesi dopo doveva conoscerlo la nazionale italiana, ad opera di chi? Ma della Svezia, naturalmente.
Alla IV Coppa Rimet, in Brasile, l’Italia detentrice nel priprio girone doveva battersi con la Svezia. Avversaro facile! Gli svedesi avevano escluso dalla propria nazionale uno dei più famosi trii centrali d’attacco che si ricordino: Gren-Nordahl-Liedholm, tutt’e tre passati al Milan, sostituendoli con giuocatori svedesi di Svezia – che cosa simpatica – però cosa potranno fare.
Invece l’attacco della Svezia ci fece 3 pappine e ci rispedì indietro per l’Atlantico. Il nuovo trio centrale della Svezia che imparammo a conoscere era composto da Palmer – Jeppson - Skoglund, e sostenuto alle ali da Carlsson e Nilsson, due rispettabilissime ali! Tutti i giuocatori suddetti ad eccezione di Carlsson ce li prendemmo poi in Italia, allora si andava così.
Scusate la divagazione.

Vittorio Riccadonna

P.S.

Rifiuto la qualifica di bidoni attribuita ad Aballay e Alarçón. Non erano all’altezza stratosferica di Verdeal-Boyé-Abbadie, come forse ci saremmo aspettati, ma Aballay ena un centrattacco prestante e buon tiratore e quanto ad Alarçón, dal suo fisico appesantito ha estratto giocate finissime che ancor ricordo col piacere che danno le cose belle, sia di piede che di testa (come un gol di testa che piegò la Lazio in una giornata di pioggia): era infatti detto cabeza de oro.
Quanto all’enigma della signora Boyé, mi asterrei, qui nella prima pagina di un sito che si picca di rivolgersi alla storia, dallo spacciare voci irriguardose che nulla hanno di storico.

Genoa-Racing 0-1
Genoa :
Gualazzi; Pellicari, Becattini (II t. Formica);
Castelli, Cattani, Bergamo;
Magni, Formentín, Aballay, Alarçón (II t. Bruno Dante), Baldini.
(Allenatore Manlio Bacigalupo).
Racing :
M.Graneros; H.García, J.García Pérez;
J.C.Fonda, A.Rastelli (II t. S.Ongaro), E.Gutiérrez;
J.C.Salvini, N.Méndez, R.Bravo, L.Simes, E.Sued.
(Allenatore Guglielmo Stábile).
Porta: 8’ II t. Mendez.





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