Si è festeggiato nei giorni scorsi il cinquantesimo anniversario della definitiva annessione all’Italia della città di Trieste. Come noto, dopo il memorandum d’intesa italo-jugoslavo firmato a Londra il 5 ottobre 1954, il 26 dello stesso mese veniva sancita la divisione delle zone territoriali fra le due nazioni con il riconoscimento dell’italianità della città giuliana. Che cosa c’entra il Genoa con tutto questo?
C’entra eccome, sia pure in via marginale. All’epoca la Triestina militava con alterne fortune nel campionato della massima serie. La sua presenza era vista da tutti gli sportivi con sincera simpatia, al di là del fatto che la Società godesse palesemente di protezione politica. Sei anni prima, una sua retrocessione in serie B, venne annullata dalla FIGC con conseguente campionato a 21 squadre. Lo scorso anno il Presidente degli alabardati signor Berti, censurò in modo piuttosto colorito il ripescaggio del Genoa : questione di memoria corta…
Comunque il 31 ottobre 1954, cinque giorni dopo che la “colomba” era volata su Trieste, era in programma al vecchio stadio di Valmaura l’incontro Triestina-Genoa valido per la settima giornata del massimo campionato. Forse neppure il destino poteva stabilire una coincidenza così azzeccata : la città irredenta si sarebbe subito misurata sul piano calcistico, con la più gloriosa fra le Società di calcio. Tale privilegio spettò infatti al Genoa, sia pure per un incredibile coincidenza.
Questi i tabellini di quello “storico” incontro :
Triestina : Soldan, Belloni, Toso, Petagna, Ganzer, Dorigo, Secchi, Curti, Soerensen, Jensen, Sabbatella. Allenatore : Feruglio
Genoa : Franzosi, Cardoni, Becattini, Larsen, Carlini, Delfino, Frizzi, Pestrin, Carapellese, Dalmonte, Corso. Allenatore : Sarosi
La formazione giuliana appariva… di stampo attuale : ben quattro gli stranieri schierati. Grazie ad un indovinato escamotage i triestini accanto ai danesi Soerensen e Jensen potevano affiancare gli argentini Curti e Sabbatella, in un periodo in cui era consentito il tesseramento di un solo stranger. Successivamente l’allora sottosegretario agli Interni Giulio Andreotti, avrebbe posto il proibizionismo anche a quest’ultima possibilità; nasceva quindi il veto che portava il nome del futuro Capo di Governo.
La partita, comunque, finì in perfetta parità. Alla rete alabardata di Jensen sul finire del primo tempo, il rossoblù Giorgio Dalmonte, il popolare “roccia”, consentì ad un minuto dal termine di far partecipare pure il Genoa ai festeggiamenti. Dunque per il Grifone un punto prezioso ed un altro piccolo (e simpatico) record da aggiungere ai suoi precedenti, già numerosissimi.
Marco Colla