Un bel “paciugo”
Data: 09/11/2004 15.49
Argomento: dalla redazione


La “querelle” per l’elezione del presidente della Lega Calcio continua a tenere banco e, soprattutto, non se ne vede ancora la fine.
Provo a fare alcune considerazioni perché credo che queste vicende siano importanti anche per noi tifosi, anche se i più le seguono annoiati se non infastiditi.


L’approccio non mi parrebbe debba essere quello, francamente un po’ semplicistico, di chiedersi da che parte stà (termine che tra l’altro non amo) Preziosi.
Ancora meno intrigante sapere da quel parte “sta” invece Garrone e così via.
Ho letto in questi giorni un po’ qua e là qualche commento, alcuni autorevoli, altri un po’ qualunquistici o schierati per partito preso.
Una tra le firme più note non esclude neppure risvolti politici e segnala che il bersaglio finale del Presidente della Fiorentina sarebbe addirittura Berlusconi.
Insomma il povero Lucarelli è stato massacrato ma, pare, non sia il solo a pensare a certe cose.
Personalmente resto perplesso sull’eventualità che gli avversari di Berlusconi lo combattano anche attraverso il calcio professionistico e, quindi, faccio fatica a credere che ci si debba rifare a questi ipotetici retroscena per trovare la causa delle attuali difficoltà “elettive” della Lega Calcio.
Provo a ragionare nel mio piccolo e dire, per alcuni concetti ribadire, quello che questa non esaltante vicenda porta a pensare, lieto poi di leggere eventuali opinioni altrui, magari di segno differente.
La prima osservazione verte sul fatto che a questi particolari “personaggi” che sono i Presidenti delle squadre piacciono la ribalta, le interviste sui giornali ed in Tv durante i telegiornali, i talk show serali e compagnia cantante.
Insomma un po’ ci marciano pure.
Negli anni passati ci si “appassionava” sull’allargamento della seria A e della B, poi per la ripartizione dei soldi delle TV, la cosiddetta“solidarietà”  tra A e B, quindi l’avvio dei campionati e così riunioni su riunioni, interviste su interviste, insomma qualcuno il biscottino forse lo ha anche “pucciato”.
A tutti fa piacere sentirsi importanti, a loro sicuramente un po’ di più.
Scusate un po’ di narcisismo personale per ricordare quando, un paio di anni fa invitato presso una TV locale, mi sono trovato ad “intervistare” Gaucci” durante una trasmissione.
Capisco l’educazione ed il fair play, e magari lo ringrazio ancora, ma bisognava vedere come quel Presidente si compiaceva nel rispondere alle domande di un tifoso qualunque come il sottoscritto.
Non ricordo neppure più cosa gli avessi chiesto, probabilmente di Carraro e Company, Rivera, ecc., ma quello aveva proprio la voglia, il piacere di esternare, la definirei libidine” da microfono, come quella attuale libidine da “presenzialismo sui giornali ed in TV”.
Chiaro che sarebbe riduttivo fermarsi qui, a parte la politica (?), “sotto” evidentemente c’è ben altro
Come non ricordarsi di quel detto per cui, per spiegare le vicende della vita, se e quando si fa riferimento alle palanche difficilmente si va fuori strada.
Facciamo anche un minimo di cronistoria che aiuta, prima, in Italia era la stessa Lega che trattava con la Rai e vendeva il prodotto calcio a beneficio di tutte le società.
Con l’avvento della concorrenza (Mediaset) e soprattutto della pay Tv le dimensioni della torta sono aumentate e, di pari passo, sono aumentati gli “appetititi” ed è finita che poche squadre, le maggiori, si “pappano” quasi tutto e lasciano le briciole agli altri.
Da lì proteste delle squadre medio piccole di serie A e dell’intera serie B alla quale, a suo tempo, credo proprio Galliani ha “garantito” un contributo di solidarietà.
Il calcio da anni va avanti sostenendo costi molto superiori alle entrate, i conti economici delle società di A e più di B piangono, i debiti, in particolare verso lo Stato (per l’IRPEF) e l’INPS (per i contributi) crescono e restano insoluti, da tempo alcune società non si sa bene in quale modo riescono a sopravvivere, altre anche importanti sono già fallite, qualcuna, purtroppo, finirà per fare la stesa fine.
Il calcio si trascina zoppicando e si aggrappa a tutto per andare avanti, dove e sino a quando non lo sa, forse, nessuno .
E così, come a scuola gli scioperi si fanno prima degli scrutini, i pubblici servizi si fermano nelle giornate lavorative, ecc. (mi si perdoni l’accostamento, utile per capirci, ma che non vuol certo essere denigratorio per tutte quelle rispettabili categorie di lavoratori) chiaro che i Presidenti del Calcio non si lasciano scappare l’occasione del rinnovo delle cariche in Lega per ottenere qualche “briciola” in più.
La volta precedente Galliani era apparso più accorto, nel senso che la sua elezione era stata unanime per i suoi contatti “importanti” e la speranza di ottenere per sua “intercessione” aiuti, sovvenzioni, “spalmamenti” da parte del Governo.
Oggi che evidentemente su questo versante il margine è quello che è,  e magari ci sono state anche molte disillusioni, è saltato fuori il “conflitto d’interessi”.
Nella pentola che bolle non sfugga (è stato detto chiaramente dai “rivoltosi”), che ci sono clubs che, palanche o non palanche, avrebbero il “terrore” di mettersi contro a Galliani temendo ritorsioni.
Gli “altri” di questi tempi “piangono” e si chiedono se sia un caso che, da quando Garrone ha preso la strada di Firenze, certe compiacenze arbitrali sono svanite, anzi…e si rodono.
Noi, nel passato mazziati e….ora, almeno, siamo più rispettati, probabilmente per la posizione di classifica, ma chissà se tanto attivismo in Lega del nostro presidente è del tutto disinteressato.
Sarà stato casuale e magari solo merito loro, ma intanto le squadre dei Presidenti “contestatori” nella famosa estate calda dei ripescaggi, rinvio dell’inizio dei campionati ecc., sono poi finite quasi tutte in serie A.
Posso dirlo con totale franchezza, anche se dalle ultime vicende parrebbe (?) messa bene per noi, meno per gli “altri”, che questo non sarebbe certo questo il calcio che a me piace?
Ammetto che il naso qualche volta nella vita uno se lo deve anche un po’ tappare, ma se il calcio fosse effettivamente pilotato in modo così scoperto ed arrogante, come non rifiutare di brutto tutte queste situazioni?  Speriamo siano solo dubbi infondati e cattiverie gratuite ed interessate.
Come si vede il discorso corre, si allarga, datemi pure del bacchettone, ma non credo che solo al sottoscritto venga da domandarmi perché i Presidenti continuino a litigare tra loro e, soprattutto, a dannarsi per rincorrere sempre nuove entrate, ulteriori proventi, nuove agevolazioni?
Perché il calcio invece non decide una buona volta di mettersi sulla strada della ragione, del buon senso, della sana e corretta amministrazione?
Molti, sicuramente quasi tutti i Presidenti sono gente di successo che nella vita ha saputo creare ricchezza, sono uomini di valore a capo di aziende spesso ben amministrate.
Nel calcio evidentemente perdono invece la testa e danno cosi tanti cattivi esempi.
Le partite al sabato, ultima cavolata per ora rientrata, nasce sempre da lì è evidente, eppure il calcio, che senza soldi certamente non può sopravvivere, cosa sarebbe senza il calore e l’entusiasmo dei suoi tifosi?
Le vie d’uscita praticabili e ragionevoli ci sarebbero eccome: rose ridotte, tetto agli ingaggi, regolamentazione della figura dei procuratori, rispetto delle regole da parte di tutti, più equa ripartizione degli introiti per avere un campionato, magari non più il più bello del mondo, ma più equilibrato ed interessante e non con sempre le solite due o tre che a turno vincono tutto e gli altri a vivacchiare e “protestare”.
Speriamo anche di non vedere più artifizi contabili per sanare i bilanci, meno furbate e più serietà,  basta obbrobri come la legge spalmadebiti, poi bocciata dall'Europa.
In conclusione non vedo problemi ne di uomini ne di programmi, ma di filosofia di fondo e questo approccio non mi pare si sia sentito neppure sfiorare da nessuno dei litiganti.
Gianni Rivera potrebbe davvero rappresentare una “svolta” credibile, ma purtroppo sembra non  “piacere” ai padroni del calcio.
Sovviene quel detto che quando due parti litigano a lungo hanno torto entrambe; naturalmente mi auguro di essere smentito.

Giancarlo Rabacchi







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