"Aria nuova in cucina" di Nemesis
Data: 19/11/2004 11.41
Argomento: l'opinione


Una città e la sua squadra, un filo comune, lo stesso destino appeso fra speranze e delusioni.
La storia di Genova comincia sulla collina di Castello… e quella del Genoa in Via Palestro.
La Repubblica Marinara spadroneggia nei mari, e il Genoa domina in tutti gli stadi.
Dopo gli splendori del Rinascimento arriva la decadenza di dominazioni straniere, e il Grifone baratta la supremazia in cambio della mediocrità.
La congiura dei Fieschi è come il complotto fascista che ci tolse la stella, gli orrori della guerra sono il disonore delle retrocessioni; l'alluvione del 70 curiosamente avviene nello stesso anno della serie C; poi il boom, la crisi economica e forse oggi la rinascita, proprio come la Uefa, la notte del Cosenza e oggi Preziosi.
Il Genoa è sempre in pista, e la sua gara non può essere altro che i 110 a ostacoli: per la precisione i metri sono 111 e gli ostacoli sembrano montagne.



 

 

 

Dopo innumerevoli trasferte a Canossa, un campo ostico dove non si vince mai, c'è la sensazione di un futuro in discesa, e vista la facilità con cui abbiamo fatto 30 goal, esiste perfino il sospetto che i campi di calcio siano piani inclinati, e che noi si giochi dalla parte giusta.
Sono un portatore sano di ansia, e l'essere Genoano è un'aggravante, ma compenso la sindrome inconscia con la ragione e la geometria.
Alcuni scienziati hanno stabilito che a Milano, passeggiare per strada equivale a fumare.
Essendo un accanito fumatore di Genova, rovescio l'equazione e me la godo così: fumare, equivale a passeggiare, e oggi come minimo avrò fatto 12 Km, però con il filtro.
Ecco la regoletta che preserva dagli sconvolgimenti: invertendo l'ordine degli addendi, il risultato non cambia; e allora caro Serse, mandi pure in campo chi vuole, si giochi con la 4 o con la 3, in casa o fuori, il sabato o il lunedì, l'importante è che il risultato non cambi.
Più complicato è far quadrare la proprietà transitiva: Preziosi è contro Carraro, ma ora sta con Galliani, il quale però sta con Carraro; i conti non mi tornano, ma si sa che nel calcio i conti son tutti in rosso.
Anche Della Valle vuole la testa di Galliani ma, dico io, la sua è forse migliore?
Preziosi è tranquillo, la sua rivoluzione l'ha già fatta al Genoa e, a differenza di Robespierre, lui la testa ce l'ha ancora sul collo.
Ha rovesciato la Società come un calzino, tanto che sembrava di essere all'Isola dei Famosi: ogni settimana usciva qualcuno; e se oggi rialziamo la testa è perché, come insegna Beautiful, anche i morti a volte risorgono, e quindi abbiamo buone speranze per Cozza che invece è vivo e vegeto e semmai soltanto un po' depresso.
Nell'aria però, si avverte un vento diverso, come se improvvisamente il derelitto Genoa fosse diventato il fenomeno da baraccone.
Ci trattano bene, ci ossequiano.
Per i cronisti di Sky siamo la squadra più forte, gli altri allenatori se la fanno sotto, sui giornali ci chiamano "corazzata", e il progetto prima deriso diventa oggi un fiore all'occhiello: per noi una gardenia, per lor signori un rododendro.
Che dire di Milito, da oggetto misterioso a oggetto del desiderio, corteggiato da mezza serie A e, ahimè, anche da Moggi?
Quando arrivò a Genova fu presentato con un unico filmato "disponibile": un suo rigore sbagliato. Ma la nemesi storica esiste davvero, e mentre il Principe ne infilava 7 su 7, in una Tv locale recitavano 7 pater ave gloria di penitenza.
Che pensare di tante nazionali del mondo che chiedono al Genoa di poter convocare i suoi giocatori: chiamate, chiamate, Makinwa, Milito, Gemiti, Lazetic risponderanno.
Restiamo attoniti di fronte ad arbitri imparziali, che ci danno i rigori se ci sono e non annullano i goal se sono validi, e Brighi e Tagliavento sembrano gli orchi delle fiabe dei bimbi, troppo cattivi per essere veri.
Che effetto assistere ai salti di gioia di chi riesce a non perdere con il Genoa, che stupore scoprire le tattiche degli altri per tentare di pareggiare con noi.
C'è aria nuova in cucina, tutti ci vogliono e quasi ci coccolano, e assistiamo stupiti a quanta gente affolli la fermata del carro dei vincitori: tutti aspettano che passi, nessuno vuol rischiare di perdere questo "tram chiamato desiderio".
Eppure, l'eco delle ironie e delle battutacce sul Genoa ancora rimbalza tra le valli e gli strapiombi della nostra memoria; non siamo abituati ad essere riveriti, e troppe lusinghe possono apparire sospette.
Non vorrei che, alla prossima sconfitta che prima o poi (meglio poi) fatalmente arriverà, qualcuno con la faccia seria se ne uscisse a dire:  "s'è rotto il giocattolo".
Storie già viste, situazioni già vissute, e per questo accettate un consiglio: mettete l'elmetto agli anticorpi e vaccinate le orecchie.
Nel frattempo, la Gea tace ma ci guarda.

Nemesis







Questo Articolo proviene da Genoadomani
http://www.genoadomani.it

L'URL per questa storia è:
http://www.genoadomani.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1242