La passione per il Genoa ... in un film
Data: 08/12/2004 08.35
Argomento: dalla redazione


Un film che parla di due “genovesi” trapiantati a Roma, uno dei quali ha una passione sfrenata per il Grifone ... che sfocia nella necessità di rivedere più volte la registrazione di Genoa – Oviedo ...

 

Sarà proiettato ancora per pochi giorni, presso il Cine Teatro Instabile di via Cecchi a Genova, il film "Forse sì...Forse No...”, presentato in anteprima nazionale lo scorso giovedì 2 dicembre, alla presenza di una rappresentanza della Società rossoblù che ha assistito alla proiezione.



 

 

 

Protagonista del lungometraggio, l’attore genovese Niki Siri (nella foto), tifoso sfegatato del Vecchio Balordo, trapiantato in Brasile dove è divenuto una star nell’ambito delle telenovele. L’attore ha anche fatto visita al “Signorini”, dove ha incontrato alcuni esponenti della dirigenza e della squadra, ricevendo in dono dal difensore Thiago la sua maglia autografata.

 

 

Il Film è l'opera prima del giovane regista abruzzese, 29enne, Stefano Chiantini. “Nato come corto”, racconta Nicola Siri, “il film, dopo circa due anni di lavorazione, è cresciuto per volere del produttore Gianluca Arcopinto, fino a diventare una commedia di costume molto divertente, un film sui giovani e i genoani che riesce persino a nominare i sampdoriani e a mostrarne i gagliardetti”.

Su questa battuta continua Simona Maranci (della Vertigo 2000), per aggiungere: “Partiamo con un film sui genoani ma vogliamo che sia chiaro che qui al Cine Teatro Instabile sono benvenuti tutti, quindi aspettiamo anche i sampdoriani”. Per altro Siri ammette di aver invitato Massimiliano Olcese, noto sampdoriano, omettendo la questione genoa e promettendogli una serata da non perdere.

 

La trama del film: (from www.filmup.com)

 

Nicola, Angelo e Ennio, trent'anni, si trovano a dividere un appartamento a Roma. Nicola, grande appassionato di calcio e tifoso del Genoa, passa la maggior parte del tempo davanti alla televisione, riguardando sempre con lo stesso entusiasmo la registrazione dell'esordio in Europa della sua squadra: Genoa -Oviedo, partita del 1991. Ma il tanto atteso goal della vittoria viene eternamente oscurato da un black out elettrico. Ennio, il padrone di casa, occupa il tempo nella gestione-manutenzione dell'abitazione. Il suo carattere ossessivo e la mancanza di un vero e proprio impegno lo spingono a interessarsi e a intervenire nella vita degli altri, provocando più danni che benefici. Angelo, l'ultimo arrivato, è un ragazzo serio e tranquillo, che si divide tra lo studio e la sua ragazza, Valentina. Un poco alla volta verrà risucchiato dall'inerzia dei suoi conviventi e della routine casalinga

 

La recensione: (from www.filmup.com)

 

 Ennio (Luciano Federico), voce narrante nel film, e Nicola (Nicola Siri) sono entrambi genovesi e si ritrovano a condividere un appartamento nella capitale. Il terzo inquilino, dalla vita apparentemente più inquadrata, è Angelo di Avezzano (Alessandro Tiberi), studente universitario fidanzato con Valentina (Cristiana Capotondi).

 Ennio, inoccupato e per niente in cerca di una qualsivoglia occupazione, si adopera per integrare gli umori dei coinquilini cercando di far convergere passioni differenti. Allo scopo viene inventato un nuovo gioco: il fantacalcio-scopa, nato dall'amore di Nicola per il Genoa e di Angelo per le carte. La finale del torneo, che vede Angelo e Nicola contendersi la vittoria, porterà il primo a saltare l'unico esame in programma ed il secondo ad innervosirsi a tal punto da non voler terminare l'incontro.

 Il gioco diviene il simbolo della loro storia: un susseguirsi di tentativi di risalita senza esito, divertenti sì, ma goffi ed inconclusi nel loro desiderio di sfuggire alla noia di un assorbente ed apatico ritmo domestico.

 Forse sì... Forse no... è un film che parla della perenne ed ingombrante incertezza di una generazione predisposta all'attesa. Di qualsiasi cosa come di niente. Un'attesa che si fa vita. I nuovi Vitelloni, più cenciosi e di certo meno gaudenti, ce l'hanno fatta a partire, ma il perché manca. Roma o Genova o Avezzano, non c'è nessuna differenza, solo la precarietà di chi smarrisce le proprie radici senza metterne altrove.

 

ruttolibero







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