Anno nuovo ... stessa musica: la 20° giornata di B
Data: 11/01/2005 23.17
Argomento: dalla redazione


Il Grifone supera bene l'impatto con le prime due insidiose giornate del 2005, lanciando (o meglio) confermando gli importanti segnali di fine 2004.
La vittoria contro il Piacenza proietta il Genoa sempre più in solitudine, visto che Torino, Perugia ed Empoli non sono riuscite a tenere il passo.
Il tutto mentre uno strepitoso Verona raggiunge l'Empoli. Incredibile se si pensa al distacco che c'era solamente 2 mesi fa tra queste due squadre.

La classifica, ora, è omogenea e lineare, senza particolari fratture tra le varie fasce. L'unico vero solco l'ha tracciato proprio il Genoa che, calendario alla mano, ha la possibilità di effettuare già a Gennaio un allungo molto importante.



 

 

 

Crollo improvviso ...

Ammettiamolo che domenica scorsa, quando il tabellone del Ferraris ha segnato il vantaggio del Torino a Bergamo, in molti abbiamo pensato che la squadra granata si stava ritagliando definitivamente il ruolo di “inseguitrice” più pericolosa del Genoa.

Difatti, per venti minuti, il Torino ha giocato una partita da grande squadra, mettendo in soggezione un Albinoleffe che faticosamente stava cercando di uscire da una profonda crisi.

Dopo il vantaggio del solito Marazzina, e soprattutto dopo lo spavento per l’infortunio di Conticchio (per fortuna senza conseguenze), la squadra di Rossi si è sciolta improvvisamente, manco ci trovassimo al Tropici, piuttosto che tra le Prealpi lombarde.

Ai giocatori granata, guardando Davide Possanzini, sembrava che Adriano avesse sbagliato città e campo di gioco . Lui e Testini hanno semplicemente annichilito il Toro, realizzando una rimonta ineccepibile, condita da tre pali clamorosi.

Grande occasione persa dai Granata per restare a -3 dal Genoa e creare un minimo di distacco tra le prime due e la terza.

Amare le parole di Ezio Rossi: “appena pensi di volare e ti alzi da terra di dieci centimetri, arrivano le bastonate”.

E’ il sintomo di una squadra che è tra le più forti del campionato, ma (escludendo le prime 5 giornate “esagerate”) non riesce a dare una vera continuità alla sua stagione.

C’è chi scrive che, delle 5 sconfitte del Toro, in 3 casi (come domenica scorsa) non c’era Codrea in campo. Ma sinceramente pensare che l’assenza del bravissimo ex-rossoblu basti per giustificare certi crolli improvvisi, credo sia eccessivo e fuorviante sui veri problemi della squadra.

 

A suon di gol, tanti gol ...

Ecco il secondo momento d’oro del Verona.

Come certamente ricorderete, c’era stata una prima fase di grande rimonta degli scaligeri, proprio nel periodo in cui ci avevano fatto visita al Ferraris, dimostrando di essere una squadra vivace e dal bel gioco. A cavallo tra ottobre/novembre la squadra di Ficcadenti era risalita dalle ultime posizioni sino a ridosso della zona playoff.

Poi la fase calante di dicembre, con risultati altalenanti ed i giocatori più importanti che tiravano il fiato.

Ora siamo alla 4° vittoria consecutiva, con un attacco “atomico” che ha raggiunto proprio quello del Genoa a quota 41.

Trascinatore dei gialloblu il ritrovato Erjon Bogdani che, grazie alla doppietta di domenica contro il Catanzaro, si è instaurato in vetta alla classifica dei cannonieri con 14 reti, delle quali nessuna su rigore.

Ma la forza del Verona è certamente un centrocampo che sta girando a mille, col rientro determinante di Italiano, la “corsa” inarrestabile di Behrami e le geometrie di Mazzola. Inoltre, quando Adailton gioca come domenica scorsa, la squadra di Ficcadenti può battere chiunque.

L’exploit del Verona, è un tipico esempio dell’imprevedibilità del calcio. Di quanto la “fortuna” di azzeccare certe scelte si riveli fattore a volte fondamentale quanto la “programmazione” mirata.

Quest’estate la rosa del Verona fu composta in pochi giorni, e sembrava che la squadra scaligera fosse destinata ad una “via crucis”, piuttosto che ad un campionato di calcio. Lo stesso Italiano era dato per sicuro partente ed ora è uno dei migliori “acquisti”.

Il calcio è bello anche per questo.

 

Scusi, ma lo sa che lei è stato espulso? ...

Approfitto del divertente episodio che ha avuto come attori l’arbitro Squillace di Catanzaro ed il centrocampista dell’Ascoli Monticciolo, per parlare di un’altra squadra tra le protagoniste di questa ripresa del campionato.

Siamo al 14’ del secondo tempo e Monticciolo realizza il vantaggio (definitivo) per la sua squadra con un potente tiro. L’esultanza è forse eccessiva e l’arbitro estrae il cartellino giallo e poi (tra lo stupore del centrocampista bianconero) si dirige verso il centro del campo per far riprendere il gioco.

Chissà se Monticciolo, in quel momento, avrà avuto un “flashback” e sarà ritornato indietro negli anni a quando, da bambino riusciva a farla franca dopo una classica “marachella”.

Sì, perché era già stato ammonito nel primo tempo e l’arbitro si era clamorosamente dimenticato di averlo fatto. Ma le “bugie” hanno le gambe corte ... o meglio la memoria lunga del guardialinee, che si è accorto di tutto e, dopo un minuto ha richiamato il direttore di gara. Così, l’eroe del giorno è dovuto uscire mestamente dal campo.

L’Ascoli, comunque, conferma di essere una squadra compatta, una vera realtà del campionato, come aveva fatto vedere anche al Ferraris, punita da un punteggio troppo severo.

Battere la Salernitana di questo periodo non è facilissimo, soprattutto dopo la botta psicologica di essere stati in vantaggio per 2 a 0 ed essere raggiunti appena rientrati dagli spogliatoi.

Ma la reazione della squadra della coppia Silva-Giampaolo è stata rabbiosa ed il 3 a 2 è giunto (appunto con Monticciolo) dopo appena 4’.

L’Ascoli è la squadra (assieme a Modena e Vicenza) che in casa ha vinto di più dopo il Genoa (7 gare contro le 8 del Grifone), ma a differenza di emiliani e veneti, il ruolino di marcia in trasferta non è catastrofico e conta di 2 successi, 4 pareggi ed altrettante sconfitte.

Ritengo quella al “del Duca” una delle trasferte più impegnative per il girone di ritorno del Genoa.

 

Un gesto stupido e tanti imbecilli ...

Non centra con la Serie B, ma diciamo che un piccolo cenno avevo già deciso di farlo venerdì mattina, dopo aver appreso del “saluto romano” di Paolo Di Canio nel Derby della Capitale.

E’ certamente un gesto idiota, che dovrebbe sorprendere visto che a farlo è stato un giocatore di 37 anni e non un “pivello” esaltato per la vittoria in una stracittadina.

Ho sempre pensato che ad episodi di questo tipo non fosse il caso di dare troppo peso, di fare troppa pubblicità, proprio perché trattasi di gesti gravi ma, tutto sommato talmente insulsi da essere meno dannosi degli squilli di tromba mediatici che lo hanno seguito.

Si arriva così ad esibizioni ancora più deprecabili, come quella che hanno “partorito” le menti della frangia estrema dei tifosi interisti. L’immagine si commenta da sola e credo sia stato veramente mortificante, per le migliaia di milanesi che erano allo stadio, il dover essere accumunati ad un “saluto” così stupido.

 

Alla prossima ... :-)

 

ruttolibero

 







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