RIMONTA SECCANTE
Data: 30/01/2005 23.01
Argomento: il Grifone in campo


Pescara 2

(37° p.t. Varricchio, 43° s.t. Job)

 

Genoa   2

(7° p.t. Milito, 27° p.t. Zanini)

 

 

 

E’ stata dura per la squadra del Genoa arrivare a Pescara, luogo dove si è svolta la prima trasferta del girone di ritorno. Non è stato facile nemmeno per i fedeli tifosi rossoblu. I quali, sfidando intemperie e distanze, non hanno voluto lasciare solo il Grifone nemmeno questa volta. Una giornata speciale per la nostra gente. A dieci anni e un giorno dal vile assassinio di Claudio Spagnolo, i giocatori volevano dedicare una vittoria alla sua memoria, ma non ci sono riusciti, per merito di un avversario che non si è mai arreso, ma soprattutto per l’essere ricaduti in errori che si pensava fossero ormai un ricordo d’inizio stagione.



Si è trattato di una partita dominata dalla capolista, che – ancora un volta – stava riuscendo a imporre la propria legge contro una squadra di levatura inferiore. Il Pescara è la tipica squadra di serie B, poca qualità e tanta grinta, che, però, grazie all’applicazione e alla guida sapiente del suo tecnico, si è messa nella condizione di riuscire nell’impresa di salvarsi. Tutto questo deve essere valutato con rispetto. Ma il Genoa, per questa categoria, ha un surplus di classe e, sia pure su un campo che lo penalizza più del suo avversario, aveva un solo compito : vincere.  Non ci riesce, e pazienza, ma un po’ di mea culpa deve essere recitato.

 

Dopo i dubbi della vigilia, a Pescara si gioca . La neve viene sgombrata dal terreno di gioco, che – a dire la verità – non si presenta molto bene. Il fango domina ovunque e, nelle zone dove non la fa da padrone, ci sono delle pozzanghere che frenano la palla in modo da rendere particolarmente faticosa la partita di chi è chiamato a giocare sulle fasce. Non ci sono sorprese nelle due formazioni in campo, gioca chi era previsto che giocasse. Nel Genoa esordisce il neo acquisto Sartor, nel ruolo di laterale destro di difesa, e rientra Tosto, dopo varie settimane d’assenza. Al centro della difesa, accanto a Sottil, c’è Baldini, preferito a Gargo in non perfette condizioni fisiche.

 

Prova subito il Pescara a prendere di sorpresa la prima della classe con una discreta azione, finalizzata da Varricchio. Ma ci mette poco il Genoa a lanciare il primo acuto. Siamo al 7° : Lazetic conquista palla sulla destra e porge a Milito; scambio tra il Principe e Caccia, che gli restituisce il pallone filtrante in area. Diego è spostato sulla destra, ma con un astuto tocco con la punta del piede rende vano il tentativo di parata del portiere abruzzese. E’ un gol importante perché segnare per primi su un terreno così infame non è un vantaggio da poco. Il Pescara infatti è scosso e capisce che si mette male contro avversari che, pure nel fango, riescono spesso a dominare il pallone. Si registrano dopo il gol azioni che potrebbero portare il Grifone al raddoppio. Su una in particolare è Milito ad avere stranamente un attimo di esitazione che non lo porta né a tirare, né a passare ai compagni al centro. Su un’altra è Caccia a sparare sull’esterno della rete una palla che poteva essere sfruttata meglio. Gli abruzzesi provano a scuotersi, ma non creano eccessivi patemi d’animo al pacchetto difensivo genoano e c’è in pratica solo una conclusione di Del Nero degna di essere ricordata. L’affidabile coppia Tedesco-Brevi svolge il suo consueto e prezioso compito. Tosto riprende prepotentemente possesso della fascia sinistra. Zanini e Lazetic danno sempre l’impressione di poter creare situazioni di pericolo in ogni circostanza.

 

Al 27° il Genoa passa ancora, con una facilità quasi soprendente. E’ ancora un’azione combinata sulla destra tra Milito e Lazetic a far arrivare un pallone in area allo smarcatissimo Zanini, che – di testa – indirizza la palla sul secondo palo. 0-2…tutte le fatiche della vigilia sono dimenticate, ora sembra addirittura tutto troppo facile. Si ha la netta sensazione che gli ospiti possano chiudere la partita nella prima frazione di gioco. Peccato che Caccia s’innervosisca troppo a seguito di una gomitata di un avversario, forse non intenzionale, e che i nostri giocatori comincino a dare segni di leziosità.

E’ la mancanza di concretezza che ci porta, al 37° a perdere assurdamente un pallone sul limite destro del campo; se ne va Minopoli e mette  in mezzo, velo di Job e palla che arriva a Varricchio che batte prontamente. Il tiro non sembra irresistibile, ma è sufficientemente angolato e Scarpi viene battuto per la prima volta del 2005. Evitabile gol che rimette numericamente in gioco il Pescara.

 

Continua a non esserci partita nemmeno nel secondo tempo e il Genoa sembra essere sempre vicino alla sua terza marcatura, quella che avrebbe fatto stare tranquilli il suo tecnico e i suoi tifosi. Non ci sono occasioni da gol eclatanti, ma si verificano una quantità industriale di contropiede che meritavano maggiore attenzione e precisione.

Il Pescara, dopo la partenza di Calayo’, è abbastanza spuntato e Varricchio davanti è piuttosto solo. Simonelli allora butta nella mischia Giampaolo, vecchia conoscenza, sempre molto motivato quando gioca contro di noi. Si nota subito la presenza dell’anziano fantasista abruzzese, che da il là ad un’azione elaborata che porta alla prima parata della partita di Scarpi…siamo al 15° della ripresa.

Due cambi anche per Serse Cosmi al 20° : entrano in campo Rossi e Carparelli in sostituzione di Caccia e Zanini. Tutto procede secondo un copione che ha visto molte volte vittorioso il Genoa quest’anno. Gli avversari si limitano a crossare da tre quarti campo dei palloni che sono facile preda di Baldini e Sottil. Acquista sicurezza col passare del tempo anche Sartor sulla destra. E’ Rossi a dare l’illusione del sipario che si chiude su questa partita al 25°, avventandosi su un pallone sul quale sembra in anticipo il portiere, che però perde palla. La cui traiettoria, però, non è dritta. Rossi è costretto a decentrarsi, ma – sul recupero degli avversari – non riesce a passare una comoda palla a Milito arrivato a centro area.

A parte un tiro a candela di Minopoli, deviato da Scarpi in angolo, non si hanno dal Pescara segnali di pericolo, se non una fastidiosa (eccessiva) libertà d’azione concessa a Giampaolo.

Il patatrac avviene al 42°; ci sono responsabilità individuali, ma quelle corali sono maggiori, perché una squadra come la nostra non dovrebbe prendere gol così. Il primo errore è di Lazetic che, in posizione inconsueta – al centro del campo – s’incaponisce a cercare di giocare un pallone nel fango. Lo perde ai danni di Giampaolo, che veloce non lo è mai stato, ma non trova oppositori. Sartor lascia; un fallo di Brevi gli sarebbe probabilmente costato l’espulsione (essendo già ammonito); Tedesco non  è in zona; Baldini non ha la prontezza di fare un’ostruzione di schiena che gli sarebbe costata solo un’ammonizione. Poi c’è la beffa, perché la palla passa in mezzo alle gambe dell’accorrente Tosto e arriva in area a Job, che segna il gol di una seccante rimonta.

 

Restiamo primi ad otto lunghezze sulle seconde; i ragazzi stanno disputando un ottimo campionato; pur non essendo in un momento di forma fisica eccezionale, stiamo tenendo bene; la disagevole trasferta e le condizioni del campo hanno penalizzato più noi che i padroni di casa. Detto questo, sono stati buttati alle ortiche due punti molto importanti. Non si tratta di essere ingordi o di pretendere chissà cosa, ma – quando la sorte ti offre l’occasione di distanziare ancora di più le avversarie – è un peccato sprecarla. Tanto più che la partita si era subito sintonizzata sul canale giusto. Non è un caso, credo, che Mister Cosmi non si sia presentato in sala stampa alla fine della partita. La squadra si deve rendere conto che marciare a ritmo spedito nelle prossime quattro/cinque settimane potrebbe essere fondamentale per il sereno raggiungimento del nostro obiettivo.

Le note positive sono il rientro di Tosto e, tutto sommato, l’esordio di Sartor. Milito sembra nuovamente in ottima forma e Lazetic è inesauribile. Se il rientro di Stellone è vicino, siamo ben messi anche davanti. Domani potrebbe anche essere il giorno dell’arrivo di un ulteriore centrocampista. Però, al di là di questo, la squadra ha tutte le potenzialità per continuare a dominare il campionato. Ma i cali di concentrazione, comprensibili e umani, cerchiamo di destinarli ad una fase del campionato più tranquilla.

 

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