Un pareggio non basta: perduto il primato
Data: 15/05/2005 14.01
Argomento: il Grifone in campo


Genoa 3

(18’ p.t. Rossi; 11’ s.t. Caccia; 35’ s.t. autorete Bocchini)

Cesena 3

(5’ p.t. Masini; 9’ s.t. Masini; 41’ s.t. Confalone)

Fuori dal Ferraris, ci ritroviamo, piuttosto allibiti, a darci spiegazioni e consultare il calendario. Non ci sembrava possibile che la posizione di capolista tanto salda avesse un termine. Certo è singolare...

 



... questa serie di mancate vittorie in casa, iniziata dopo due faticati successi venuti nel finale su discussi calci di rigore. Non dipende solo dal caso: qualcosa non funziona.

A campo di gioco ancora vuoto, il pubblico fischia già; i fischi diventano assordanti quando entrano sul prato i giocatori del Cesena per il riscaldamento. Non so se questa nuova abitudine di fischiare gli avversari sia molto qualificante, per una tifoseria dalle antiche tradizioni; non so neppure se abbiano uno scopo e se siano utili a raggiungerlo. Anche questa volta, se un effetto l’hanno avuto, hanno aumentato, e non diminuito, l’accanimento degli avversari.

Un lungo striscione steso nella gradinata nord chiama Cosmi allenatore per il prossimo campionato. Non solo per una simpatica manifestazione di affetto: la tifoseria organizzata aveva già manifestato di voler far pesare le proprie preferenze. Verso un allenatore che potrebbe volerci lasciare, ad onta di tante dichiarazioni? Contro la direzione sportiva della società nelle sue decisioni tecniche?

Avevo giudicato questa col Cesena la più difficile delle partite rimanenti. La gara conferma subito tale pessimistica previsione. Anche se la nostra difesa è schierata con maggior acume tattico rispetto alle partite precedenti, il Genoa conferma subito una difficoltà a fronteggiare in casa squadre schierate a una sola punta. Le incursioni dei bianconeri sono veloci e pungenti. E fortunate: vanno in gol subito, infilando la porta vuota in ribattuta al termine di un’azione che a tutti sembra viziata, meno che all’arbitro e al guardalinee. Il fatto genera nervosismo e sembra che il gioco debba sfuggire dal controllo dell’arbitro Preschern (si dovrebbe pronunciare alla tedesca?), il quale esibisce una straordinaria tolleranza verso entrate che lasciano a terra gli uomini colpiti, mentre il gioco prosegue. Sarebbe l’arbitraggio all’inglese! Invece i giocatori mantengono per tutta la partita il massimo accanimento ma nessuno trascende veramente. Ne deriva una gara veloce, appassionante, sempre viva, divertente, se uno ha il fegato di divertirsi nella sofferenza, e in definitiva, al di là dei singoli errori di valutazione, l’arbitro ha avuto coraggio ed ha favorito lo sviluppo del gioco fischiando il minimo. Le poche ammonizioni sono state giustissime; della sua tolleranza ha beneficiato anche Stellone, già ammonito per simulazione al 27’, quando ha fermato di mano al 44’ nell’area avversaria.

Il Genoa si riprende, piano piano si impone. Sfiora il pareggio con la testa di Stellone che anticipa Indiveri in uscita, al 16’: la palla esce di pochissimo. Pareggia due minuti dopo, udite udite, su calcio di punizione dal fondo battuto di seconda da Lamouchi raso terra e toccato in gol da Rossi sul primo palo, con ottimo scatto. Per il resto, la supremazia non produce azioni penetranti.

Ma l’inizio della ripresa è terribile: per due volte il Genoa si salva quasi miracolosamente da gol che sembravano fatti, mancati da Masini e Piccoli (qui bravo Gazzoli in uscita). Allora Cosmi fa due cambi: al 9’ entrano Lazetic e Caccia. Non hanno ancora potuto giocare che Masini ha segnato il suo secondo gol riprendendo un rimbalzo dalla traversa. Ma un minuto dopo Caccia in mischia scaglia il pallone irresistibilmente in rete, con una cannonata di mirabile precisione. Caccia ricama e comincia il miglior periodo del Genoa, che attacca sotto la nord con poco costrutto. Oramai quasi inaspettato arriva il gol del 3-2 a una decina di minuti dalla fine, per una svirgolata di Bocchino pressato da Caccia in area di porta. Purtroppo il Genoa non riesce a tenere: qualche giocatore è sfinito, la mediana si sfilaccia e non fa opposizione, la lunga avanzata di un mediano avversario genera la segnatura del pareggio definitivo e il finale ci trova in confusione.

I fischi riservati al Cesena prima della partita, all’uscita dal campo li ricevono i nostri giocatori.

La squadra ha fatto cattiva impressione in ogni reparto. Certamente dovrà far meglio nelle prossime occasioni, se vorremo amministrare i 4 punti di vantaggio sul Torino. Preoccupa l’involuzione in atto, ma sarebbe assurdo pensare che non possiamo ritornare alla vittoria.

Vittorio Riccadonna

 







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