FINALMENTE!
Data: 29/05/2005 12.10
Argomento: il Grifone in campo


GENOA            3

(Stellone 48', Stellone 52', Milito 76')

CATANZARO  1

(Corona 90')

I conti cominciano a tornare……..

Il GENOA ci mette un tempo a "depurarsi" dalle scorie d'inaspettate difficoltà casalinghe e, probabilmente anche, a "metabolizzare" a dovere gli schemi di un inusuale 3-5-2.

Poi tutta la squadra ed i due campioni che abbiamo davanti impongono le gerarchie ad un "riottoso" Catanzaro.

 



Cosmi, in effetti, fa di necessità virtù. 

Deve fare a meno sia di Zanini sia di Gemiti, che sarebbe stato adattissimo a questo tipo di partita (peccato il ginocchio dopo la caviglia: evidentemente è la sua annata no) ed allora s'affida a questo schema nel quale, peraltro, si evidenziano un Marco Rossi che parte da dietro ed un Tedesco molto più "incursore" del solito.

Il clima di Marassi, a quanto pare, non solo non intimorisce più gli avversari, ma li esalta. Giocatori poco avvezzi alle grandi platee evidentemente cercano in tutti modi di mettersi in mostra e, spesso, danno il meglio di se. Ieri sera però il GENOA non poteva sbagliare e per i grintosi calabresi alla fine è stata notte fonda.

Tedesco, dicevamo, sino a quando è rimasto in campo ha offerto una prova encomiabile per l'impegno, manca forse ancora un po' quella brillantezza che lo aveva reso grande protagonista nello straordinario girone d'andata, quello in cui abbiamo costruito quasi per intero questa promozione in serie A che, oramai, ci può sfuggire solo per una catastrofe.

Mi piace sottolineare tra i cori della Nord del secondo tempo, quello dedicato proprio a Giovanni Tedesco, peraltro già sostituito nell'intervallo a causa dell'ennesimo infortunio subito in una delle sue tante spregiudicate incursioni in avanti, quelle in cui non si tira mai indietro.

Mi è sembrato giusto che la tifoseria abbia dimostrato una volta di più il suo equilibrio sostenendo il Capitano in questo momento di momentanea difficoltà  e soprattutto non dimenticando i suoi meriti ed il suo contributo fondamentale al raggiungimento dell'obiettivo.

Non si è capito bene l'eccessivo nervosismo con cui le squadre sono rientrate negli spogliatoi alla fine del primo tempo.

Sottil e Corona sono quasi venuti alle mani, scintille che, viste da fuori, si potevano evitare, però per giudicare occorrerebbero più elementi.

Certo Corona ha dimostrato per tutta la gara una "particolare" animosità. Francamente non ho capito anche il senso di quel suo gesto ai compagni dopo il secondo splendido gol di testa di Stellone, sull'ancor più splendido assist del brillantissimo Marco Rossi, con il quale incitava i compagni a riprendere rapidamente il gioco facendo capire che la partita non era chiusa e che avrebbero potuto ancora ribaltare la situazione.

Non so quanti lo hanno notato. Nessuno si aspettava certo un Catanzaro rinunciatario, ma quell'atteggiamento "stile Liverpool" del suo centravanti, almeno a me, ha lasciato qualche perplessità visto che, oramai, loro non possono più vincere ne la Champion ne altro.

Sia chiaro non dobbiamo neppure dimenticare che il Catanzaro, con quel pareggio imposto al Toro qualche settimana fa, ci ha sicuramente spianato non poco la strada, se non altro dal punto di vista psicologico (con due punti in più il Toro avrebbe affrontato queste ultime partite con ben altro animo e noi di converso….....).

A parte quindi il comportamento ed il gesto "isolato" di Corona, dettagli direbbe qualcuno, il pubblico, anche per questo, ha applaudito con calore Nocerino  che simpaticamente ha voluto salutare e rallegrarsi con i suoi ex tifosi (e chissà che non rientri alla base ora che è diventato più esperto e maturo dopo un anno di "gavetta" a Catanzaro).

Alzi una mano chi non ha provato brividi lungo la schiena quando l'impianto di illuminazione del Ferraris è andato in tilt.

Esagero volutamente un po', me ne rendo conto, ma un pensierino alla responsabilità oggettiva della squadra ospitante con partita persa a tavolino in caso di black out devo confessare d'averlo fatto.

Sarebbe stato un'enormità perdere la seria A per un guasto tecnico ed a pensarci bene non so nemmeno quanto sia giusta quella norma (perché, nella malaugurata ipotesi, non ripetere la partita? E se qualcuno, interessato, con un colpo di mano manomettesse l'impianto? O.K. è un po' troppo "diabolico", lasciamo perdere).

Sorvoliamo anche sul gol subito: al 90 mo e sul 3-0 una minima disattenzione possiamo concederla.

Salutiamo invece l'esordio del giovane Pisacane (preferito al "reo" Sartor finito in castigo, pardon in Tribuna, dopo lo sciagurato svarione col Cesena) che ha sostituito un brillantissimo Baldini crollato a terra, a 20 minuti dalla fine, per un guaio fisico.

Il ragazzo, uno dei più promettenti della squadra di Vincenzo Torrente, arrivata brillantemente in finale all'ultimo Torneo di Viareggio, si è guadagnato applausi a scena aperta per la "verve" dimostrata e per alcuni spettacolari interventi (tra l'altro si è fatto apprezzare anche per la freddezza dimostrata in una situazione, quasi, anche se non proprio, tipo alla "Sartor", dalla quale se ne uscito con un intelligente appoggio di petto a Scarpi).

L'ultima notazione credo sia giusto dedicarla al "Principe" Milito che è tornato al goal (finalmente, anche per lui) dopo aver propiziato, con uno splendido assist (non l'unico della partita), il primo gol di Stellone.

Di Milito sono particolarmente piaciuti tre "tiracci", uno più bello dell'altro, che a portiere battuto hanno sorvolato la traversa di un soffio (uno addirittura l'ha colpita),

Questo è un grande giocatore che non vediamo l'ora (e non solo lui) di "misurare" con la serie A, fresco e riposato dopo le meritate vacanze estive.

La matematica afferma che, oramai, "ci" basta la vittoria nell'ultimo incontro casalingo col Venezia.

La logica (difficile che il Toro perda altri punti anche in casa) ed il cuore dicono, però, che a Piacenza il pareggio non servirebbe a niente per cui, per una volta, si può e si deve giocare solo per vincere, con l'animo sgombro e sereno e, diciamocela tutta, per "toglierci al più presto il pensiero".

A Marassi la grande festa per la promozione la faremo ugualmente, meglio ancora se alla fine, magari, saremo primi. Conta però molto di più tagliare il traguardo ed alzare le braccia in segno di vittoria.

Questa volta, infatti, le squadre ad esultare, con la medesima gioia ed entusiasmo, potranno essere due anziché una sola e credo, immagino non da solo, che sarà bello davvero andare in A a braccetto con l'EMPOLI un'altra squadra che, come il GENOA, questa promozione se l'è meritata alla grande.

Ed ora, ovvio, tutti a Piacenza!

Giancarlo Rabacchi

 







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