Una serataccia
Data: 06/06/2005 12.03
Argomento: dalla redazione


Sono sempre stato, sono e temo continuerò ad essere un ingenuo.
Non mi vanto certo, lo dico solo come premessa a quello che segue, per dare una chiave di lettura al mio modo di vedere le cose, di concepire il tifo, il calcio e lo sport in genere.

 



Sia chiaro che non la voglio fare poi tanto lunga.

Lo dico perché mi ha addolorato, forse ancora più della mancata festa per la promozione, costatare come per molti le colpe sarebbero del "perfido" Inchini, dei giocatori del Piacenza che hanno "preso" soldi da chissà chi, dal fatto che si poteva "ungere" e chi più ne ha più ne metta.

Per me la verità è che gli errori si pagano e noi, ancora una volta, n'abbiamo fatti troppi.

Guardiamo in faccia alla realtà e scrolliamoci di dosso i fantasmi tipo "Ravenna" una volta per tutte.

Troppi errori dicevamo, inutile, dannoso e controproducente sarebbe in questo momento approfondire. Ce ne sarebbe un po' per tutti, esclusa solo la stragrande maggioranza dei tifosi (la presenza dei soliti "imbecilli" è purtroppo fisiologica) che hanno sostenuto la squadra come sempre nel modo migliore e più civile possibile.

Tutti gli osservatori neutrali danno per scontato il semplice rinvio della festa.

Resta un ostacolo, il Venezia, non impossibile da superare.

Evitiamo dunque processi e recriminazioni e pensiamo a quello che veramente conta: raggiungere l'obiettivo.

La conquista della serie A darà poi un colpo di spugna a tutti i veleni.

Al prossimo anno penseremo a tempo debito (e vale a dire "dopo", anche se il più presto possibile).

Ora sostegno a Cosmi ed ai giocatori.

Quest'anno quasi mai hanno sbagliato due partite di fila.

Hanno più spesso dimostrato di saper reagire ai momenti difficili.

Contiamo più che mai sul loro orgoglio (Cosmi non può macchiare il suo curriculum fallendo la serie A con un organico del genere; i giocatori ci tengono e sanno quanto vale una promozione, non parliamo poi della Società).

Allora "rassegniamoci"a vivere ancora una settimana di passione, Genoani sino in fondo, come diceva più di uno ieri sera uscendo, un po' abbacchiato, dal "Garilli".

Giancarlo Rabacchi

 







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