Il Genoa, onusto di antica gloria, brancolava nel buio, nella ricerca di una via di uscita. Disastro economico; una schiera di giocatori che non prometteva rilancio; un possibile fallimento che si profilava - e che, chissà, forse qualcuno aspettava. Trattative ansiose per una mano amica ...
... che in Genova non si protendeva. La porta della serie C spalancata.
Quanto tempo è passato? Ben pochi anni!
Oggi il Genoa è tornato in serie A.
Oggi il Genoa festeggia questo ritorno ma anche una nuova speranza: quella di ottenervi uno stabile avvenire di rispetto.
Come è potuto avvenire, in sì breve tempo, tanto cambiamento?
E’ stato un "foresto", come a Genova chiamiamo chi viene da fuori, non importa da dove. E’ stato un foresto, che ha deciso di prendere nelle sue mani il timone di una barca che imbarcava acqua e pian piano l’ha portata in bacino, ricalafatata, riarmata e rimessa in navigazione.
Rendiamo onore ad Enrico Preziosi. Gli dobbiamo riconoscere la dedizione, la volontà, i sacrifici , l’entusiasmo, la persistenza. Aggiungo: la gioia con cui tutto questo egli ha fatto.
Forse oggi qualcuno potrebbe pensare che sia stata impresa facile. Potrebbe non rammentare le alterne vicende legali compresse in un’estate; potrebbe dimenticare gli assilli della situazione interna e del parco giocatori. Ma lo stesso campionato che siamo riusciti a concludere vittoriosamente ha dimostrato poi che non basta avere a disposizione giocatori validi, che profondere denaro non garantisce il successo. Occorre invece tutto un insieme di componenti. No davvero: non è stata impresa facile.
Come sostenitori appassionati, esprimiamo la nostra riconoscenza.
Come cronisti distaccati, annotiamo che, qualunque cosa ci riserbi l’avvenire, Enrico Preziosi nella lunga storia del Genoa ha oramai un collocazione che resterà memorabile.
Vir