Chi buttiamo giù dalla torre?
Data: 27/08/2005 10.01
Argomento: dalla redazione


Cambiare Presidente?

A questa domanda risponderei con un'altra: quale? Precisiamo meglio: quello del Genoa o quello della Federcalcio?

 


 



Paiono discorsi tutt'altro che banali.

E' infatti di tutta evidenza la guerra "personale" di Carraro e della sua testa di legno Macalli contro Enrico Preziosi.

I motivi possono essere tanti e non è detto siano di spessore. Sicuramente i signorotti del calcio sono presuntuosi, arroganti e vendicativi.

Guai a pestare loro i piedi ed a provare a metterseli contro.

Il calcio è il loro orticello, si inchinano solo ai potenti, leggi Governo e le due o tre società che vanno per la maggiore e per il resto sovranità assoluta.

Chi, come evidentemente Preziosi, tutto questo non lo vuol capire o "peggio" non lo vuole accettare fuori dalle b.........come si è lasciato scappare il Rag. Macalli esultante dopo la "fulminea" (non si potrebbe mettere il naso un pò anche lì?) sentenza del TAR del Lazio che "intimava" alla FIGC di emanare i calendari.

Preso atto di questa sempre più conclamata situazione di "tirannide", di arbitrio, di questa pesante cappa che opprime il calcio (e che lo sta piano piano strangolando visto che consente anche una divisione dei diritti TV così iniqua) a Genova c'è chi teme fortemente che sarà dura per il Genoa rialzare la testa sino a che resta questo Presidente tanto osteggiato dal Palazzo.

Guarda caso, però, i Genoani, che hanno contestato per una vita tutti i Presidenti che hanno avuto nel passato, Enrico Preziosi invece lo adorano e lo sostengono con convinzione.

Ci ha provato la Federazione, anche con i suoi avvocati, a dire che per i guai del Genoa la colpa non sarebbe loro ma di Preziosi stesso.

Ci sono autorevoli firme del giornalismo che si meravigliano perchè a seguito di questa vicenda non ci sia stata e non ci sia la rivolta dei tifosi rossoblù verso il loro Presidente.

La ragione è che Preziosi si è guadagnato "credibilità" tra il popolo di fede rossoblù per più di una ragione.

Ha salvato ripetutamente il Genoa dal fallimento ed ha sempre mantenuto i suoi impegni e cioè alle parole ha sempre fatto seguire i fatti.

Sembra banale e scontato, ma raramente questo è avvenuto in passato con altri e,tanto meno, nessuno si illude che possa arrivare qualcun'altro all'altezza della situazione.

Ecco credo che sia proprio e semplicemente un problema di credibiltà che non è stata scalfita neppure in questa occasione, nella quale l'uomo potrà anche aver commesso degli errori, ma la stragrande maggioranza dei tifosi ha capito ed è sicura che le cose non sono andate affatto come le hanno volute far apparire.

Lo abbiamo capito oltre che dalle più o meno plausibili ( a seconda del punto di vista) giustificazioni date, dal modo pretestuoso ed unilaterale con cui Preziosi ed il Genoa sono stati giudicati.

Tutti abbiamo potuto toccare con mano come tutto fosse già preordinato, scontato, scritto, stabilito a monte.

Di più si è avuta la netta sensazione di una perfida vendetta consumata: mi hai fornito il pretesto ora è arivato il momento di regolare i conti.

Patetiche illazioni? Faziosità di parte?

Puo darsi, ma guarda caso l'esperienza insegna che il diavolo fa le pentole e non i coperchi ed ecco gli incredibili episodi dei dispositivi sbagliati e riscritti, delle mezze confidenze imbarazzanti, dei bigliettini maleducati e, peggio, indecenti ineggianti alla camorra.

Ma ancora di più la negazione di ogni minima garanzia per gli accusati, l'assenza di un vero dibattimento, di  un confronto, la sordità totale alle ragioni della difesa, la pena abnorme di una severità che ha impressionato tutti.

Tutto questo non è che la punta dell'iceberg di una credibilità zero della FIGC e dei suoi organi che deriva da anni di pastrocchi, di regole imprecise od inesistenti che hanno consentito scorribande di ogni tipo, rinvio dei campionati, squallidi compromessi, l'emissione di leggine tappabuchi imperfette ed incomplete,ecc., ecc..

In questo contesto di incapacità ed inettitudine dei massimi dirigenti del calcio chiaro che l'unico modo per fare andare avanti le cose in qualche modo è la prepotenza e l'arbitrio perchè mancano norme rigorose, ma serie, precise idonee a garantire il miglior svolgimento dell'attività sportiva e si sono, soprattutto, dimostrate carenti ed inadeguate le persone a cui è stata demandata la responsabilità di gestire il carozzone del calcio.

Queste stesse persone ora tentano di salvarsi ed emendarsi dei troppi errori compiuti, della mancanza di una vera politica sportiva instaurando la "tolleranza zero" e trasformando il Genoa nella vittima sacrificale.

C'è sicuramente bisogno di molta più serietà e severità, ma intanto per tutti e poi queste cose non le si possono certo accettare da questi squallidi personaggi.

La grande stampa nazionale le TV fanno tanti discorsi, tanti "processi" e da anni, ma raramente si affrontano i problemi veri, tante parole vacue e si finisce per giustificare tutto, accettare tutto, fin che la barca va.... tutti, in fondo, tengono famiglia.

La credibilità dei massimi dirigenti del calcio, se si ha il coraggio di dirlo con chiarezza, non esiste più e non basta certo il caso Genoa, gestito tra l'altro in modo tanto sgangherato, a farla riacquistare a chi oramai l'ha persa del tutto.

Qui spiace dirlo, e non ne voglio fare per carità un discorso politico, ma gravi sono anche le responsabilità del Governo che continua a dare appoggi e coperture a queste persone.

Ripeto non voglio qui fare discorsi politici tantomeno di parte, ma, se come appare probabile, visto l'esito delle votazioni degli ultimi anni, l'anno prossimo ci sarà un nuovo governo, ebbene auguriamoci che per Carraro & Company arrivi finalmente il momento di passare la mano.

Forse qualcuno penserà a Don Chiscette ed alle sue battaglie contro i mulini a vento, ma io fra i due Presidenti preferico mettermi dalla parte di quelli che giù dalla torre vorrebbero cacciare Carraro, Macalli e tutti quelli come loro.

Giancarlo Rabacchi  







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