Dalla farmacia al pallone
Data: 08/01/2006 10.39
Argomento: dalla redazione


Se Vi va, leggete queste due righe, una storia che forse non tutti conoscono, che offrono alcuni interessanti spunti sul calcio di oggi e sulle sue prospettive……..

La storia, che sta vivendo un suo epilogo tutt'altro che esaltante, è quella del miliardario simbolo della città di Bologna, il Signor Idrolitina oggi malinconicamente travolto dai debiti del pallone.

Parliamo di Giuseppe Gazzoni Frascara ex presidente del Bologna calcio, ora finito nell'inferno, non solo calcistico, tanto che ha dovuto cedere il Bologna in fretta e furia  ad Alfredo Cazzola, gran capo del Motor Show.

Laggiù dicono che è come se fosse crollata una delle due torri.

 



E' una storia che sembrerebbe molto diversa dal solito. Sono tanti infatti i ricconi andati a gambe all'aria perché non ha retto un castello di carte truffaldine.

Lui, invece, giura di aver perso tutto per aver sempre, con un'onestà d'altri tempi, voluto pagare regolarmente le tasse.

Per essere in regola con il fisco Gazzoni si è infatti indebitato con le banche; lui ricorda che "altri hanno scaricato sullo Stato, io ho fatto fronte di tasca mia".

Fa una grossa differenza: con l'erario c'è chi è riuscito a rateizzare, magari non onorando neppure le prime scadenze, invece le banche non aspettano. Se vai in mora devi vendere la casa. E davanti ad un passivo gigantesco di 26 milioni di euro, ne devi vendere tante, anzi tutte.

E qui la lingua batte dove il dente duole.

Non a caso lui stesso si è inventato il termine di "doping amministrativo" per definire un "andazzo" che peraltro era in atto da anni.

Lui ne aveva fatto, ingiustamente isolato, una battaglia di principio: le squadre che, invece di pagare le tasse, si tengono i soldi per comprare dei giocatori ottengono sulle avversarie un vantaggio ingiusto con una concorrenza sleale che altera la classifica.

Concorrenza sleale, come quella del doping chimico e come quella della cessata ripartizione collettiva dei proventi delle televisioni.

Questo è uno spaccato significativo di cosa è diventato il calcio di oggi, inutile e dannoso far finta di ignorarlo come disinvoltamente ci provano in molti (giornali, TV e non solo).

Come non chiedersi ad esempio perché i "maggiorenti" (forze politiche, Governo, CONI, Federazione)  hanno permesso e per molti versi continuano a permettere tutto questo?

Il bello del calcio è sempre stata la sua imprevedibilità.

Oramai cosa può succedere d'imprevedibile? Chi può sognare che lo scudetto la vinca il Cagliari di Gigi Riva od il Verona di Bagnoli o, perché no, il nostro romantico e spesso poco fortunato Genoa?

Una volta certi miracoli potevano anche verificarsi, magari nell'anno dei mondiali quando i migliori giocatori un po' si risparmiavano per la rassegna mondiale.

Oggi non se parla nemmeno, anche perché gli stessi giocatori tengono di più al loro conto in banca che alla possibile gloria planetaria ed imperitura.

Chiaro che questo aspetto, che pure fa parte della nuova concezione di calcio inteso non più come sport, ma sempre più come "business" ha comunque un'importanza relativa, le "bugne" come detto sono ben altre.

Juve - Milan, Milan ed Juve.

Prima si dividono tra loro, si "pappano", la fetta più grande della torta dei proventi TV e poi, "sciniuria", vincono tutto, più o meno a turno (chissà che per "buonismo" prima o poi uno scudetto non lo regalino anche all'Inter).

Non giusto, non è bello. Di più le cose come possono andare avanti in questo modo? E soprattutto con quali prospettive?

Ed i maggiorenti del calcio? Sono intervenuti e stanno intervenendo o tardivamente ed in maniera discriminatoria (vedi doping amministrativo) od in modo pessimo (vedi caso Genoa). E purtoppo radicali cambiamenti di persone e di rotta all'orizzonte non se vedono.

Abbiamo già avuto modo di dire che il calcio per molti di noi è un po' come il fumo: nonostante tutto è difficile smettere, ma il fiato diventa sempre più affannato.

Il rischio incombente è che le nuove generazioni, come stanno già chiaramente orientandosi a fare, si allontanino verso altri sport.

C'è da dubitare che questo faccia muovere anche solo un pelo a persone preoccupate solo di difendere il loro cadreghino ed il loro potere assoluto (si lo sappiamo: lo abbiamo detto già tante volte che rischiamo di annoiare).

Gazzoni che ha sempre vissuto da protagonista: è stato l'industriale di marchi importanti come Idrolitica e Dietor, ecc., ora a sessant'anni è finito in "default" e per i debiti verso le banche non basta neppure il suo patrimonio personale.

Molti sono convinti che abbia dei soldi all'estero, ma lui, sconsolato, dice che, purtroppo, non è così.

A Genova in tanti siamo delusi per il fatto che la migliore, più seria e sana imprenditoria genovese e genoana da troppo tempo non si vuole più interessare al Genoa.

Non voglio offrire alibi a nessuno, ma francamente in questo contesto possiamo scandalizzarsi più di tanto se questi hanno qualche difficoltà a "mischiarsi" nel calcio?

Forse allora, comunque la si pensi e si valuti tutto quello che è successo nell'inenarrabile 2005, fin che durano, sarà bene tenerci ben stretti personaggi come il Joker, un vero amante, nonostante tutto, del calcio che gestisce per passione e non anche o soprattutto per i suoi affari.

Magari augurandoci che l'uomo faccia tesoro degli sbagli e riesca a riportarci, questa volta definitivamente, dove questa città e questa tifoseria si meritano.

Piccola parentesi dedicata a quelli che sono ancora sconcertati, che hanno forti dubbi su quello che è effettivamente successo, su qualcosa che non torna e che per queste ragioni hanno perso molta della fiducia che avevano e restano dubbiosi e perplessi.

Auguriamoci sia fatta presto chiarezza su tutto e su tutti, ma nel frattempo si vuole fare come certi loggionisti di altre sponde (tra cui un noto ristoratore di Galleria Mazzini) che pur di vedere allontanato il poco amato 9llino si augurano che la propria squadra continui a perdere? Non sarebbe comportarsi un po' come quel famoso marito…..?

Torniamo a noi per dire che, almeno stando alle tante lacrime di coccodrillo versate in giro, parrebbe ora che, anche il "Palazzo" cominci ad avere qualche "ripensamento" sulla collocazione del Grifone.

Da questo punto di vista non ci sentiamo troppo tranquilli, meglio come S. Tommaso toccare con mano per credere!

Certo che, per tanti versi, già in questo mese di gennaio si attendono segnali importanti ed univoci.

E Gazzoni? L'uomo che era stato il restauratore della fontana del Nettuno, con una laurea in economia a Oxford, il padrone di una TV locale, un finanziere vincente, persino l'aspirante sindaco di Bologna e che aveva toccato il cielo con l'ingaggio di Roberto Baggio, oggi tenta in qualche modo di trattare con le banche per evitare l'onta del fallimento.

Una storia (e tanti annessi e connessi) che invitano a riflettere.

Giancarlo Rabacchi







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