''La contraddizion che nol consente'' di voce sommessa
Data: 25/01/2006 17.43
Argomento: l'opinione


 

"Non si può affermare e allo stesso tempo negare": così la logica sembra piegare i desideri condannandoli a restare, in tutto o in parte, sogni, e la "conciliazione" sembra essere la pietra tombale di ogni proposito di rivolta.
 


Dunque l'implicita contraddizione apparentemente non consente di accettare un accordo che mette al riparo il Genoa da altri colpi di mano e apre la via ad un risarcimento di fatto (che lascia però impunito chi ha prevaricato), e "contemporaneamente" di schierare il Genoa con la sua storia, la sua tradizione, la sua gente e le sue bandiere contro il sistema di potere che sta riducendo il calcio ad un affare di pochi, fondato sull'illegalità e sulla corruzione.
 
Da qui le contrastanti opinioni e i contrastanti sentimenti: una saggia decisione forse, ma forse anche una capitolazione o perfino peggio, una omologazione a quel mondo che rappresenta la più totale negazione sia degli antichi ideali sia delle ragioni che oggi possono alimentare la speranza di un futuro non gramo per il vecchio, glorioso Grifone.
 
Questo lo scenario poco stimolante che si presenterebbe: il Genoa sotto schiaffo costretto a barattare i suoi valori (e quelli del calcio) per avere nell'immediato un po' di respiro; da qui anni di tranquillo piccolo cabotaggio, con la più o meno rara elargizione di qualche "gloriuzza" da parte di un benevolente Palazzo.
 
Le carte forzosamente sottoscritte sarebbero perciò qualcosa di simile a quel Patriot Act col quale l'America ha creduto di barattare un po' di libertà per un po' di sicurezza, curiosamente dimenticando l'insegnamento di quel Padre Fondatore che aveva ammonito come per questa via alla fine non si abbia né l'una né l'altra.
 
E veramente, se lo scenario fosse tale, dopo la capitolazione il Genoa omologato non avrebbe né la libertà di rivoltarsi contro questo sistema di potere né la sicurezza sufficiente per sopravvivere nella mediocrità che gli sarebbe imposta.
 
Ma il principio di non contraddizione non è, per fortuna, universalmente valido. Esso infatti è limitato alla "logica dell'essere", nella quale che Socrate sia calvo o è vero o è falso, ma non vale più nella "logica del divenire" nella quale il "non calvo" Socrate a poco a poco perde i capelli.
 
E allora appare chiaro che la conciliazione è un necessario passaggio nella contrastata vicenda che ha avuto un così rocambolesco inizio nella Procura di Genova, ma appare altrettanto chiaro che questo passaggio è anche il punto di partenza di un percorso lungo il quale nulla potrà impedire al Genoa di essere artefice della sua fortuna.
 
Nulla potrà impedire al Genoa di essere artefice della sua fortuna, se solo ciascuno farà correttamente la sua parte.
 
Basterà ricordare che il Genoa non è né la Società, né la proprietà, né la squadra, né la sua gente, né le strutture nelle quali si organizza il sostegno dei "tifosi", ma tutto questo insieme, una articolata realtà in divenire che dà valore al passato e prospettive al futuro.
 
E allora, ad esempio, la Società gestirà l'accordo con la controparte finché questa "ci sarà", la proprietà assicurerà i mezzi per mantenere una rosa competitiva, la squadra onorerà la Maglia, la gente darà alla Fondazione più forza possibile, la "T.O." si farà carico della responsabilità di una rappresentanza "visibile" di tutto e di tutti e "rispettosa" di tutto e di tutti.
 
Se questo Genoa saprà trovare in tutte sue componenti le ragioni di una forte coesione potrà tenere la barra dritta verso l'esito irrinunciabile: la cacciata della banda di malfattori che ha sequestrato il calcio italiano e la sua restituzione se non alla moralità almeno alla normalità.
 
voce sommessa
 






Questo Articolo proviene da Genoadomani
http://www.genoadomani.it

L'URL per questa storia è:
http://www.genoadomani.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1607