''Pro Genoa'' di Nemesis
Data: 06/03/2006 17.33
Argomento: l'opinione


Il Genoa non è il Titanic e non sprofonderà per aver urtato l'iceberg di Busto Arsizio. Anzi, nella mia pazzia, ringrazio che la prima sconfitta sia avvenuta con un tonfo tanto sonoro: era l'unico modo per denunciare con chiarezza l'allarmante situazione della squadra.
Un pareggio risicato al 90°, dopo un rigore e 2 autoreti, avrebbe dilazionato ancora una decisione imprescindibile.

 



Il gioco del Genoa non esiste, non è mai esistito, neppure quando vinceva.

Gli alibi sono finiti e la striscia delle ultime gare è una prova concreta che inchioderebbe il più abile fra gli illusionisti.

L'affettuosa difesa d'ufficio dello sfacelo è pericolosa e fuorviante: oggi a Busto non giocava il Genoa ma la proiezione dei nostri fantasmi, le paure latenti, la presunzione, l'inadeguatezza, la sfiducia di un gruppo senza guida e senza orgoglio.

Mi è insopportabile ascoltare la vecchia litania del calcio scarponaro di serie C, specialmente quando vedo gli altri giocare discrete partite e noi brancolare nel deserto dei Tartari, solo che stavolta i Tartari ci sono davvero, e ci menano.

E' inaccettabile la gratuita ironia con cui si dileggiano i "palati fini", come se pretendere una elementare organizzazione di gioco fosse una smania da isterici snob.

Abbiamo visto partite da vomito, e in nome del disperato teorema "l'importante è vincere", tutto veniva filtrato da specchi deformanti.

Mi hanno sempre infastidito i cultori del "io l'avevo detto", ma nemmeno si possono ingoiare le accuse di sciacallaggio quando le cose vanno male: già a dicembre, nel tripudio generale, qualcuno si è esposto segnalando che le vittorie effimere nascondevano le carenze di una squadra che non ha mai saputo fare più di tre passaggi consecutivi; ciascuno l'ha fatto con il suo stile e con quel pizzico di esperienza utile a sgretolare la facile equazione "se si vince va tutto bene".

Comunque, anche oggi abbiamo fatto la nostra partita indimenticabile: nel libro d'oro della decaduta Pro Patria rimarrà il fulgido 4-3 sul Genoa, e nel libro nero del Genoa resterà questo vago sapore di Montevarchi.

Che fare adesso? Trovare un allenatore con delle idee e con un carisma che sblocchi la paralisi progressiva che ha contagiato titolari e riserve.

Individuare qualcuno che inventi uno schema elementare di pronta realizzazione, un pret a porter per "campioni" esautorati, una pozione omeopatica senza fronzoli e vecchi merletti perchè se la corsa perpetua non si può improvvisare, è invece possibile esaltare le qualità esistenti.

Noto due analogie: la difficoltà della squadra è uno strumento in mano ai detrattori di Preziosi, e la latenza di Lamacchi diventa il cavallo di ***** per inchiodare la rigidità della società.

Troppo facile.

 Tutti chiedevano i rinforzi di gennaio e se il Joker avesse glissato sarebbero piovute analoghe o più pesanti critiche; i problemi di Lamacchi poi, credo siano un po' meno ufficiali e un po' più delicati.

 Tedesco aveva accettato la C perchè non gli si era presentata nessuna occasione migliore, e appena l'ha avuta ci ha fatto marameo.

Rimoldi era saturo e demotivato, e tutti sanno che è masochistico trattenere un giocatore che vuole scappare.

Nessuno li ha mandati via e i nuovi acquisti sono validi, si tratta di saperli valorizzare.

Preziosi è intelligente e non ripeterà per la terza volta l'errore del rinvio: dopo che De Canio e Cosmi hanno sperperato il patrimonio riducendosi all'ultima spiaggia, prevedo un intervento che anticipi la disfatta.

Si leggono in giro anche pesanti critiche a Fabiani dopo che per mesi ne è stata esaltata la competenza e la velata antipatia: adesso ce lo teniamo e, se possibile, spero diventi ancor più cattivo.

Non so se andremo in B al volo o ai play-off, ma un altro anno nel tritacarne della C è inconcepibile.

Per carità di Patria, non fatemi più giocare con la Pro Patria.

Nemesis

 







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