La sconfitta è un dramma solo per chi non la sa accettare con dignità.

In tutti i campi, ma prima di tutto nello sport.

Mi par di aver capito che si vorrebbe addossare alla Sambenedettese la responsabilità oggettiva del ritardato inizio della gara.

E' certo che la squadra marchigiana ha vinto meritatamente sul campo.

E' certo anche che in questo periodo il Genoa è stato tartassato e peggio, oltre ogni misura ragionevole.

E' un calcio malato, sempre più inaccettabile e "L'omelia" di Nemesi ne coglie, con sottile ironia, alcuni degli aspetti salienti di particolare momento.

Nonostante tutto questo, mi pare comunque sconfortante, quasi un atto di resa, che la nostra società, soprattutto dopo i suoi tanti errori commessi, ora, si aggrappi a tali mezzucci per ribaltare un verdetto inoppugnabile, quello del campo.

Francamente sarebbe una brutta figura che spero ci sia risparmiata.

Reagiamo nell'unico modo possibile, sul campo, da uomini, da sportivi veri.

Già la lezione dello scorso anno, le conseguenze delle eccessive paure di quel disgraziato finale di campionato, dovrebbe pur averci insegnato qualcosa.

Affiliamo le armi che abbiamo, se saranno i play off prepariamoci a quelli, recuperiamo tutti i giocatori della rosa ed affrontiamoli convinti della nostra superiorità, nonostante il rammarico che si sarebbe dovuto e potuto fare molto meglio.

Non dimentichiamo che, senza penalizzazioni, saremmo ancora meritatamente in testa alla classifica e con un certo margine.

Lasciamo le vittorie a tavolino agli altri.

Immagino che questa mia presa di posizione non sarà molto condivisa, ma questo è il mio pensiero e consentitemi di esprimerlo chiaro e forte, di più augurandomi che non venga confuso con la facile e sterile retorica di facciata.

Genoa non ti abbattere proprio ora, non elemosinare punti a tavolino, la promozione sudala sul campo con quella grinta, l'orgoglio e la dignità che hanno sempre contaddistinto i momenti migliori della nostra storia.

Credi in te e vedrai che alla fine la gioia e la soddisfazione per tutti saranno ancora maggiori.

Alè Grifo!

Giancarlo Rabacchi